CAPITOLO TRENTA

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📍Monte Santo Spirito (Ag)
22 luglio 2018

-28 giorni

Dopo aver agilmente scavalcato la recinzione tutta arrugginita, che circondava quel vecchio edificio abbandonato, Pietro si diresse senza esitare verso l'altalena sul retro, dove era certo di trovarla. E infatti lei era proprio lì, con le mani strette intorno alle catene cigolanti che reggevano il seggiolino, le gambe sospese in aria e la testa leggermente buttata all'indietro, tanto che i lunghi capelli sfioravano appena il terreno. Si era messa il rossetto rosso e la camicetta nera che a lui piaceva tanto.

«Ehi» la salutò, mentre prendeva posto sull'altro seggiolino.

Veronica gli fece un cenno del capo, sorridendo appena e continuando a fissare il cielo azzurro, senza nemmeno una nuvola.

Si erano baciati lì la prima volta, proprio su quell'altalena. Lo aveva baciato lei per prima, perché sapeva che lui non l'avrebbe mai fatto: aveva ancora in testa Adele, ma lei desiderava tanto uscire da quella ridicola situazione comunemente chiamata friendzone, così, alla fine, aveva preso coraggio e si era buttata. E quello era diventato "il solito posto", quello in cui si davano appuntamento tutte le volte che dovevano vedersi ed era rimasto tale anche dopo tutti quegli anni di tira e molla.

Una volta quella era stata una scuola, un liceo scientifico più precisamente, che lui stesso aveva frequentato per cinque anni, poi, a causa delle continue proteste degli studenti, a cui si erano aggiunte le denunce dei genitori, dopo che un pezzo di cornicione si era staccato rischiando di fare danni, era stato posto sotto sequestro ed era tutt'ora chiuso. Nessuno sapeva che cosa il comune ne avrebbe fatto. Le voci erano tante, soprattutto dopo che era stato scelto dalla nuova amministrazione come punto principale della loro campagna. C'era chi parlava di un parco giochi per i bambini o di un centro commerciale, ma non niente era ancora certo.

Per il momento era solo un edificio in decadenza, con le mura grigie piene di scritte indecenti e siringhe rotte, pezzi di vetro e preservativi che infestavano quello che una volta era stato il cortile della scuola. Da circa due anni ormai, nessuno ci metteva più piede, nessuno eccetto Veronica e Pietro. Quel posto rievocava in loro i ricordi più belli della loro adolescenza ed entrambi avevano un motivo per esservi tanto legati.

Veronica, laureata in architettura e alla ricerca di qualcosa che potesse stimolare la sua ambizione e mettere in luce la sua bravura, aveva confidato a Pietro di aver presentato un progetto al comune in cui credeva con tutta se stessa. La sua intenzione era quella di farlo diventare un centro ricreativo, in cui i bambini avrebbero potuto trovarsi nel pomeriggio per giocare e fare i compiti, aiutati da giovani volontari. Pietro era così entusiasta dell'idea che aveva dato tutto il suo appoggio all'amica, proponendole anche un laboratorio di musica e offrendosi di dare lezioni di chitarra.

«Come stai?» le domandò Pietro, pestando l'erbaccia secca.

Era stato lui a chiederle di vedersi. "Al solito posto" le aveva scritto, come ogni volta. Si era preparato anche un bel discorso e di cose da dire ne aveva tante, solo che non sapeva proprio da che parte cominciare.

Veronica appoggiò i piedi a terra e si girò verso di lui, mettendosi una mano sulla fronte alta per ripararsi dal sole. «Bene, grazie. Tu?»

«Bene» rispose lui di rimando, alzando lo sguardo verso di lei, incontrando così i suoi occhi verdi. E probabilmente nessuno dei due stava bene davvero, ma ammetterlo senza però poterne rivelare la causa per evitare di ferire l'altro non sarebbe servito e, comunque, non era quello il punto.

Veronica non disse niente, si diede una leggera spinta e iniziò a dondolarsi lentamente, le scarpe che strisciavano sul terreno. Non gli chiese che ci facessero lì, spesso non c'era un motivo, si vedevano e basta. A volte stavano in silenzio senza dirsi nulla altre parlavano per ore, fingevano che tra loro andasse tutto a meraviglia, come se non ci fossero sentimenti ancora in gioco e situazioni lasciate in sospeso da chiarire.

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