Capitolo cinquantatré

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📍Campagna fuori Monte Santo Sprito (Ag)
20 agosto 2018

-4 ore

Gli era mancata.

Gli era mancato stringerla forte, baciarla in ogni dove, toccarla lì dove sapeva lui, vedere l'effetto che ancora le faceva, che sempre le avrebbe fatto.

Gli era mancato fare l'amore con lei tutta la notte, sentirsi completo, sentirsi vivo, di nuovo, dopo otto anni passati a sopravvivere.

Gli era mancato il suo odore di cui ora erano impregnate le lenzuola, le pareti, la sua testa.

Era da tempo che non si addormentava con il cuore pieno e la mente svuotata.

Era da tempo che non si svegliava trovandosela accanto, tutta rannicchiata dalla sua parte del letto, abbracciata al cuscino, perché 'Io questa cosa di dormire abbracciati proprio non ci riesco. Va bene che è romantico e tutto, ma sto scomoda, sento caldo e ho bisogno di spazio. Che poi almeno posso sognare che il cuscino in realtà sia DiCaprio ... Dai scherzo, non ti scambierei nemmeno con Leo, okay no, con Leo forse sì, non esageriamo'.

Era a questo che pensava mentre stava sul balcone a fumare, a quanto gli era mancata, a quanto quegli otto anni fossero stati miseri, vuoti, spenti, grigi, perché sì, a vivere senza di lei si era abituato, ma la vita con lei era più luminosa, più bella, più vita. Tutto era più bello, pure quella casa diroccata del dopoguerra, che stava ancora in piedi per miracolo, con il tetto in amianto, le mura grezze, mai pitturate e gli stipiti della porta e delle finestre mangiate dai tarli, con lei sembrava la reggia di Versailles.

La sera prima, mentre erano in macchina, gli era venuto in mente solo quel posto: la vecchia casa in campagna dei suoi genitori, appena fuori Monte Santo Spirito, quella in cui quando era piccolo organizzavano le schiticchiate nei giorni di festa.

In quel posto non ci metteva piede da anni, perché suo padre non aveva più l'età per riuscire a stare dietro al lavoro al porto e contemporaneamente occuparsi della terra che circondava quel rudere. Così, senza quel pretesto e considerando che la strada che la collegava a Monte Santo Spirito era sterrata, piena di buche e piuttosto scomoda, Carmelo aveva affidato la gestione della terra a Gaspare, uno dei suoi nipoti, mentre lui aveva finito per non andarci più.

Pietro era piccolo quando c'era stato l'ultima volta e forse, complice la sua fantasia di bambino, aveva immaginato quel posto come qualcosa di più simile a una casetta immersa nella natura e meno alla Stamberga Strillante di Harry Potter.

Comunque, nonostante gli scarafaggi, i pezzi di intonaco che si staccavano dalle pareti e sebbene praticamente non ci fossero mobili, eccetto una cucina con ancora la bombola a gas, un divano sfondato nell'unica stanza al piano terra, e il letto matrimoniale cigolante al piano di sopra, considerando la situazione, si erano accontentati.

Si portò alle labbra la sigaretta e aspirò una lunga boccata, prima di schiacciarla sulla ringhiera arrugginita del balcone e rientrare in quella stanza che puzzava di muffa, umidità e rinchiuso, che ormai, però, odorava di lei, di loro.

Si appoggiò al muro spoglio, che una volta doveva essere stato bianco, e il suo sguardo si posò immediatamente su di lei: il volto sereno, la bocca semiaperta, i capelli sparsi ovunque sul cuscino.

-Adele- sussurrò piano, sapendo di doverla svegliare per forza, perché era già tardi e Federico sarebbe arrivato da un momento all'altro, ma, al tempo stesso, desiderando che lei non lo sentisse, che non aprisse gli occhi, perché poi l'incantesimo si sarebbe spezzato e con esso l'illusione di essersi estraniati dal resto del mondo.

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