Capitolo quarantanove

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📍Sciacca (Ag)
14 agosto 2018

-5 giorni

-Fermi! Qui è perfetto. Tutti intorno a me!- urlò Eleonora al megafono, lasciando ricadere sulla sabbia la borsa e attirando l'attenzione di quanti si trovavano in quella zona della spiaggia.

Adele si arrestò di colpo, abbassando lo sguardo, sentendosi in imbarazzo per la cugina che, invece, sembrava perfettamente a suo agio e totalmente indifferente davanti a quegli sguardi a metà tra il curioso e il divertito.

-Ma chi è quella pazza?- si informò una giovane ragazza sdraiata su un telo da mare, sollevandosi sui gomiti, la pelle che riluceva per via dell'olio abbronzante.

Federico fece un passo verso di lei e si abbassò sulle ginocchia, allargando le braccia: -Non ne ho la minima idea. Ci sono certe persone fuori di testa in giro, bisogna stare attenti.-

Lei fece una risatina nervosa, passandosi una mano tra i lunghi capelli biondo cenere, con le mesches più chiare, lisci come spaghetti, e scambiandosi occhiate complici con le amiche: ormai più interessate al ragazzo che a prendere il sole.

-Ce l'hai un nome, dolcezza? Io sono Federico, al tuo completo servizio- aggiunse, baciandole il dorso della mano. 

-Mi chiamo Teresa, Terri per gli amici- squittì, facendogli l'occhiolino, mentre le altre ridevano sommessamente.

-Enchanté par ta beauté, Teresa, Terri per gli amici.-

Teresa si coprì il volto con le mani, evidentemente lusingata.

Poco più in là, Arianna, che aveva assistito a tutta la scena con una smorfia infastidita dipinta sul viso, avanzò a passo deciso verso di loro, prendendo a braccetto Federico.

-Addio, Teresa, Terri per gli amici. Puoi scodinzolare da quella parte- sentenziò, salutandola con la mano e affondando leggermente le unghie nel bicipite dell'italo-francese.

-È stato un piacere! Pardonnez-moi, non sapevo di avere una fidanzata gelosa. Non sapevo proprio di avere una fidanzata!- esclamò Federico, mentre Arianna lo trascinava via, davanti alle occhiatacce e a epiteti poco carini di Teresa e del suo gruppetto di amiche.

-Si può sapere dove è finita la mia squadra?- trillò in quel momento Eleonora, con la voce amplificata dal megafono, sfilandosi gli occhiali da sole e utilizzandoli come cerchietto.
-Ah, che pazienza.-

Il gruppo, molto lentamente e particolarmente in imbarazzo, si radunò intorno a lei, mentre tutti gli altri distolsero lo sguardo dalla scena, fingendo disinteresse, tornando a godersi chi il sole, chi le chiacchiere sotto l'ombrellone.

Eleonora allontanò il megafono dal viso, facendolo ricadere sui fianchi e prese a camminare in cerchio.
-Qui siamo abbastanza vicini al mare, ma non troppo, così se dovesse verificarsi uno tsunami non verremmo travolti per primi-.

Nessuno rispose: ormai erano abituati alla sua mania di controllo e al suo umorismo di difficile comprensione.

-Dividiamoci i compiti: Rosario, tu e i ragazzi del calcetto potete occuparvi del barbecue, siete voi gli esperti. Allontanatevi da qui il più possibile, però, altrimenti attirate i calabroni. Tutti gli altri formino due squadre: la squadra A si occuperà di accendere il fuoco, la squadra B di montare le tende.-

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