3 - Imbarazzo

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Sky

Quando uscii da scuola andai dritta verso la macchina di mio Padre, che si riconosceva bene per via del simbolo della scuola dei Protettori disegnato sul lato. Anche volendo, non potevo passare inosservata.
- Come è andata a scuola tesoro? – mi chiese Iris appena fui entrata in macchina.
- Bene – dissi. La risposta che ricevette lei fu anche quella che ricevette Theo quando arrivai a casa e lui mi porse la stessa domanda. Mio Padre era ancora impegnato con i corsi, quindi non era in casa.
Dopo aver salutato tutti i presenti andai in camera e iniziai a fare i compiti che avevo per il giorno dopo. Non erano molti e erano estremamente facili. Anche troppo facili, per i miei gusti. In poco tempo li finii, ritrovandomi così a scarabocchiare qualche disegno sul mio quaderno mentre pensavo a qualcosa da fare.
La mia risposta si presentò da sola alla porta di camera mia quando Max e Lexi entrarono senza neanche bussare e si lanciarono sul letto.
- Allora Sky, come è andata a scuola? – chiese Max, appoggiando la testa sul pugno per guardarmi con un sorriso sarcastico.
- Tutto okay – risposi.
- Hai visto qualcuno di interessante? – chiese Lexi con un sorrisetto.
- Nella mia classe? No, in realtà nessuno mi ha rivolto la parola –
- E fuori dalla classe? Tipo, vicino agli armadietti? – continuò lei.
- Sbaglio o mi hai letto nella mente? – osservai. Lo faceva spesso, di leggere la mente. Soprattutto ora che sapeva farlo bene. Maledette lezioni di controllo.
- Io? Ma cosa dici! – totalmente disinvolta direi. Alzai un sopracciglio per farle capire che ormai l'avevo sgamata.
- Dai su, dicci chi è – mi incitò Max.
- Non lo so – risposi.
- Che vuol dire non lo sai? Lexi ha continuato a dire che non la smettevi di pensare a lui! –
- Tua sorella esagera. L'ho visto per mezzo secondo mentre andavo in mensa. – insistetti.
- Okay, okay. Cosa stavi facendo? – Max si affacciò verso la scrivania per vedere i compiti finiti vicino all'astuccio aperto.
- Ho appena finito i compiti –
- Allora ti va di fare un giro? – propose Lexi.
- Okay – mi alzai e andai a mettere le scarpe. Prima di uscire avvertimmo Iris della passeggiata, poi i gemelli mi guidarono fino al parco.
- Invece voi, qualche interesse per qualcuno? – domandai entrando in un tunnel di alberi dalle foglie arancioni.
- No, nessuno ha ancora attirato la mia attenzione – rispose Max, alzando le braccia dietro la testa.
- Forse – ammise Lexi.
- Xander? – tentai.
- Può darsi – guardò le cime degli alberi con un sorrisetto colpevole.
- Ma se lo vedi solo una volta alla settimana! – sbottò Max. Le rivolse uno sguardo esasperato. Un fratello poco geloso, eh.
Lexi sbuffò, ma prima che iniziasse a ribattere qualcosa la distrasse.
- Aspettate, è quello il ragazzo? –
Ci fermammo nel mezzo del viale dopo l'urlo sussurrato di Lexi. Seguii il suo sguardo fino a arrivare alla chioma scura che avevo oltrepassato camminando vicino agli armadietti.
- Carino! Hai dei bei gusti Sky – commentò con un ghigno. Alzai gli occhi al cielo.
- Qualcuno qui si è preso una cotta! – Max ricominciò a camminare ridacchiando.
Lo seguii di malavoglia mentre si avvicinava sempre di più al ragazzo del corridoio.
- Che c'è, ti vergogni? – chiese Max vedendomi arrossire.
Il ragazzo lo sentì, ovviamente, e si girò interrompendo la conversazione con il suo amico. Ma perché quei due non potevano semplicemente stare zitti per due secondi?!
Fissai il pavimento del sentiero cercando di scomparire per l'imbarazzo. Con la coda dell'occhio colsi l'espressione emozionata del suo amico quando ci notò. Sembrava sul punto di urlare, ma l'altro lo fermò con un'occhiata.
- Dici che ci ha riconosciuti? – chiese poi Max, guardandosi alle spalle per controllare se i due ci stessero ancora guardando.
- Ovviamente, tutti ci conoscono! – rispose Lexi. Quanto vorrei avere la sua sicurezza nel sapere che tutti sanno chi sei. A me invece dava i brividi.
Tornammo a casa per l'ora di cena, Iris stava preparando qualcosa in cucina mentre Louis e Katlin stavano apparecchiando la tavola. Andammo a aiutarli anche noi, poi ci sedemmo tutti insieme per mangiare.
- Allora, come è andata a scuola? – mio Padre abbassò la forchetta e mi guardò attraverso il tavolo.
- Bene -
- Non hai altro da dire? –
- Non è successo molto, era solo il primo giorno... –
- I corsi invece? Erano troppo difficili o... - Theo si aggiunse alla conversazione.
- No, in realtà erano molto facili –
Theo e mio Padre annuirono all'unisono.
Dopo cena lasciai il tavolo per via del coprifuoco imposto da mio Padre: dovevo essere in camera mia entro le dieci di sera.
Ero stesa sul letto cercando di addormentarmi quando sentii la voce di mio Padre fuori dalla mia porta.
- Magari potremmo farli incontrare, intanto – ipotizzò Theo.
- Vivranno sotto lo stesso tetto per tutto l'anno. Avranno tempo di conoscersi, non serve affrettare le cose – ribatté mio padre. Non capivo di cosa stessero parlando.
- Lo hai detto tu che ha difficoltà nel fare amicizia, no? Almeno così non starebbe sola, a scuola – ah, certo. Parlavano di me.
- Non c'è bisogno che organizzi niente, magari neanche le starà simpatico –
- Certo, come vuoi. Sei tu il capo – i passi di Theo indicarono che se ne stava andando.
- Hai in mente qualcosa, non è vero? – lo fermò mio padre. Non ci fu una risposta.
Forse parlavano della nuova recluta. "vivranno sotto lo stesso tetto per tutto l'anno". Ecco perché stavano pulendo la stanza vuota a questo piano. Magari a Lexi sarebbe passata la cotta impossibile per Xander.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now