28. Scatti

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Felix

Sky mi aveva preso la mano quando si erano spente le luci. Non sapevo se trovarla una cosa carina o preoccupante. Mi sembrava di vederla sempre più fragile, come se avesse paura di tutto.
   Non ritrassi la mano. Non l'avrei fatto per nessun motivo. Invece la guardai.
   - Stai bene? – le domandai a bassa voce.
   - Sì, scusa – si coprì gli occhi con le mani. Gliele abbassai lentamente.
   - Tranquilla... ti sei spaventata? – le sorrisi, cercando di distrarla.
   - Sì, non so perché – ridacchiò per finta.
   Continuai a tenerla d'occhio durante il film, per essere sicuro che stesse bene. Anche lei ogni tanto mi guardava, probabilmente si era accorta dei miei sguardi. Ma non potevo farci niente, era troppo carina per essere ignorata.
   Mi piaceva stare con Sky. Non parlava molto all'inizio, si apriva solo dopo essere entrati nella conversazione. Era molto brava ad ascoltare. E non attirava mai l'attenzione su di sé.
   Usciti dalla sala alla fine del film, restammo in silenzio a guardare la neve che cadeva gentile sulle foglie colorate ai nostri piedi. Notai come la guardava Sky. Sembrava persa a osservare quei piccoli fiocchi di neve danzare nell'aria fredda di dicembre, con quel piccolo sorriso sul volto che si fa senza neanche rendersene conto. Avrei voluto abbracciarla e proteggerla da tutto quello che le faceva paura.
   Avrei voluto farle una foto, catturare questo momento una volta per sempre. Presi la macchina fotografica dallo zaino, era talmente concentrata che non si accorse di quando aggiustai l'obbiettivo per prendere meglio il suo profilo. Scattai. Si voltò in quel momento.
   - Che stai facendo? – mi chiese, iniziando a sorridere di nuovo.
   - Sto provando il tuo regalo – risposi innocente.
   - Mi hai fatto una foto? –
   - No... - mentii, nascondendo la fotocamera dietro la schiena.
   - Dai toglila! – venne verso di me come per prenderla. Alzai il braccio in aria, togliendola dal suo campo di presa.
   - Guardala prima – aprii la galleria e le mostrai la foto.
   - Sei davvero bravo – ammise lei. Sorrisi fiero e la guardai.
   - Iniziamo ad andare? – chiesi, riponendo la macchina fotografica. Lei annuì.
   Passammo per una strada del centro al ritorno. C'erano panchine verdi, negozietti dall'aria invitante, persone che passeggiavano tranquille.
   E poi arrivarono loro, i giornalisti. Con loro i fan, i paparazzi e chiunque altro avesse saputo che ero in giro con Sky. Non poteva esserci momento migliore per essere circondati da una folla di persone che non conoscevo, insieme alla ragazza che mi piaceva ma che stava per svenire dall'ansia.
   Si immobilizzò per qualche istante, osservando la gente che si avvicinava con i cellulari puntati su di noi. Mi avvicinai a lei mettendole una mano sul fianco.
   - Va tutto bene – le sussurrai all'orecchio. – Stai tranquilla, io sono qui, e ora ce ne andiamo, okay? Respira e fai un sorriso – dissi con calma. Fece come avevo detto, io le presi la mano, tenendola vicina a me. Feci strada tra tutte le persone, dando piccoli segni con la testa e sorrisi forzati mentre camminavamo a fatica nella folla. Non risposi a nessuna delle domande che mi fecero, odiavo essere riconosciuto in pubblico in quelle circostanze.
   Quando fummo di nuovo fuori dalla mischia, lontani da tutti, le diedi un abbraccio. Accarezzai su e giù la sua schiena dondolando sul posto per sciogliere i nervi tesi che sentivo tra le mie braccia.
   - Sei stata fantastica – le dissi, non sapendo se mi avrebbe creduto o meno.
   - Grazie Felix. Di tutto – rispose, prima di sciogliere l'abbraccio.
   Continuai a tenerle la mano anche mentre tornavamo verso il campus. Pensavo che la facesse sentire più al sicuro, sapendo che c'ero anche io con lei. E io glielo avrei fatto capire, che c'ero. Ci sarei sempre stato.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now