65. Sposi

22 2 0
                                    

Felix

- Sposiamoci – dissi di punto in bianco. Sky era seduta tra le mie gambe, con la schiena appoggiata al mio petto. Tenevo le braccia intorno alla sua pancia mentre dipingeva il paesaggio davanti a noi.
- Come? – quasi sussultò sentendomi.
- Sposiamoci. Staremo insieme, potremmo vivere il nostro per sempre -. Girò la testa, incontrando il mio sguardo.
- Vivremo insieme, solo io e te? – il sorriso timido sul suo volto mi faceva venire le farfalle nello stomaco.
- Sì. Solo io e te, per sempre – le dissi. – Ci stai? –
- Per sempre? Fammici pensare... è un bel po' di tempo, quello – finse di assumere un'espressione pensierosa, portando il pugno sotto il mento.
- Oh, andiamo! – iniziai a farle il solletico sui fianchi. Lei si dimenava ridendo, mi prese i polsi per fermarmi. – Ci ho pensato – dichiarò.
- E... -
- Sì! – mi saltò addosso in un abbraccio, facendomi ricadere sulla coperta. La mia corona di margherite saltò via dalla mia testa e atterrò come un'aureola poco distante dal mio capo. Scoppiammo entrambi a ridere, e restammo a lungo accoccolati in quel modo, sorridenti.
La sentivo così vicina a me, così bella, così unica, volevo che rimanesse lì per sempre. Dal primo momento in cui l'avevo vista, avevo capito che c'era qualcosa di insolito in lei. E non parlavo dei capelli, o degli occhi, quelli erano passati in secondo piano. Era più l'energia che sprigionava, l'aurea che aleggiava intorno a lei, lasciando il suo meraviglioso profumo di rosa come un sentiero da seguire, che mi portava alla mia casa, perché dovevo trovarla. E lei doveva trovare me. E nessuno poteva capire l'attaccamento nei suoi confronti che avevo sviluppato nell'istante in cui i nostri occhi si erano incrociati la prima volta, il desiderio di proteggerla da tutto quello che poteva ferirla che era cresciuto in me nel sentirla parlare, nel vederla vivere, tanto fragile e determinata, delicata, meravigliosa. Sky era come una rosa. Come un raggio di luna. Un raggio di luna solo per me.
Sdraiati a guardare le nuvole che cambiavano forma nel cielo rosato sopra di noi, nessuno dei due parlò per un po'. Eravamo coccolati dal silenzio magico intorno a noi.
- Felix? – notai l'incertezza nella sua voce.
- Sì, principessa? –
- E se tutto questo fosse solo un sogno? – il suo sussurro aveva una punta di amarezza, come se fosse triste.
- Allora mi sveglierò con il ricordo di cosa siamo stati noi, e ringrazierò la luna per avermi donato te... anche solo per una notte -.
Intrecciò le dita con le mie, mi guardò con l'ombra di un sorriso che esprimeva un retrogusto acido.
- Prometti che mi aspetterai? –
- Anche per sempre – allungai il mignolo e aspettai che intersecasse il suo con il mio. Sorrise, facendolo, e io la baciai ancora.

Iris e Ben si sposarono giusto alla fine della settimana. Avevano organizzato tutto in fretta, impazienti di essere legati a tutti gli effetti. E per paura di non fare in tempo.
Avevano scelto uno spazio all'aperto, con un ampio gazebo decorato a fiori bianchi e rosa pastello. Tutte le sedie disposte in file ordinate avevano fiocchi sul retro, con attaccati dei biglietti segnaposto. Io e Sky eravamo stati messi in prima fila.
Non vedevo l'ora di guardarla arrivare all'altare insieme a suo padre. Sarebbe stata stupenda, ancora più del solito, con il suo vestito e i suoi fiori e... tutto in lei mi imponeva di amarla, ed io obbedivo molto volentieri.
Dei sospiri emozionati mi fecero voltare. Ed eccola, sorridente al braccio di suo padre camminava lentamente nel corridoio tra le sedie. Incrociò il mio sguardo e sorrise commossa. Stava pensando la mia stessa cosa.
Un giorno saremo noi, principessa, te lo prometto.
Ben indossava un completo elegante nero, con la cravatta verde pistacchio che si intonava con l'ambiente. Si era tirato indietro i capelli. Non l'avevo mai visto tanto felice e spensierato come in quel momento.
Arrivati all'entrata del gazebo, Sky diede un bacio sulla guancia a suo padre, sussurrandogli qualcosa, prima di raggiungermi a sedere.
- Sei bellissima, principessa – le presi la mano.
- Tu sei stupendo, principe – fece lei, sistemandosi il vestito verde sulle ginocchia.
Altri mormorii entusiasti annunciarono l'arrivo della sposa. Iris era splendida in quel vestito bianco. Era un abito a sirena con le maniche di pizzo che lasciavano le spalle scoperte, e aveva i capelli raccolti in parte dietro la testa, ornati con fiori bianchi e brillanti. Camminò lungo il tappeto cosparso di petali sorridendo a tutti, raggiante di gioia, e con gli occhi lucidi di felicità. Anche Lexi stava piangendo.
Durante la cerimonia scambiai occhiate a forma di cuore con Sky, le baciai più volte la mano, le facevo sapere che l'amavo. Le dissi apertamente che volevo che suo padre e Iris fossimo noi, un giorno, il prima possibile, perché volevo che tutti sapessero che non l'avrei mai lasciata. Mai per nessun motivo.
Quando Iris e Ben si guardavano, i loro occhi creavano come una scintilla, brillavano della stessa luce, erano bellissimi. Non mi feci mancare l'occasione di fargli delle foto, ovviamente, pensando che Sky sarebbe stata la fine del mondo in un abito bianco.
Gli sposi si scambiarono le promesse in discorsi strappalacrime che commossero entrambi, in risatine e sguardi innamorati, prima di arrivare al fatidico "lo voglio", pronunciato tra le lacrime e i sorrisi che condividevano.
- Può baciare la sposa! –
Si alzò un clamoroso applauso, accompagnato da urletti e pianti di gioia. Gli sposi alzarono le mani unite in segno di vittoria, fieri della loro unione.
- Ora passiamo alle cose serie: dov'è il banchetto? – chiese ad alta voce Louis, quando l'atmosfera si fu calmata. Tra risate generali iniziammo a spostarci verso il rinfresco, al campus.
Sky sembrava già stanca. Era sempre così negli ultimi giorni, si vedeva anche se provava a nasconderlo. Ma intanto era felice. Era l'unica cosa che importava.

Sky

Dopo il pranzo e il pomeriggio passati dove mio padre ed Iris si erano sposati, tornammo a casa per un ulteriore festeggiamento, stavolta più formale e meno impegnativo.
Io e Felix ci eravamo dovuti separare per via dei vari viaggi in auto che avevamo dovuto fare, e quando arrivai iniziai subito a cercarlo. Mi guardavo intorno sorridendo a chiunque mi passasse accanto, e infine lo trovai. In piedi nella sua camicia bianca che gli fasciava l'addome scolpito, se ne stava alla finestra, a guardare la luna piena contornata dalle stelle.
- Principessa – mi salutò appena mi vide. Subito le sue mani furono sui miei fianchi.
- Principe – risposi, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Mi portò al centro della sala, per goderci la musica lenta oscillando con lui lungo le note della melodia che scorreva tra di noi. Mi mancava suonare.
Iniziai a giocare con i suoi capelli, facendolo ridere.
- Amo la tua risata – gli sussurrai, lui ridacchiò ancora. Non potevo neanche quantificare l'amore che provavo per lui.
Felix portò il suo volto sul mio, il suo profumo angelico mi investì facendomi girare la testa mentre mi baciava. Inarcai la schiena all'indietro come in una danza, sorretta dalle sue mani saldamente strette intorno a me, lui rimase incollato a me, piegandosi in avanti. Gli presi il volto con le mani, tenendolo attaccato a me quanto più possibile, ero senza fiato. Non riuscii neanche a sorridere quando ci staccammo. Completamente annegata nel mare di stelle di Felix.
Ritornammo a ballare, avevo ripreso il controllo del mio corpo e lo tenevo abbracciato a quello di Felix, ad occhi chiusi, facendo scorrere le note del pianoforte dentro di me. Felix si staccò dall'abbraccio e mi prese la mano.
- Vieni. Devi fare una cosa – disse solamente.
Nonostante il corpo mi implorasse di andare a dormire, seguii vivacemente Felix tra la gente. Sussurrò qualcosa ad un ragazzo e mi portò davanti a una porta. La porta con la rosa incisa nella targhetta di ottone. La mia porta.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now