57. Tradita

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Sky

Un pugno nello stomaco. Un colpo al petto. Il cuore che si spezzava. Qualunque cosa fosse, era dolore.
Lui.
Lui che pochi giorni prima mi aveva chiesto scusa per non essere abbastanza presente, lui che aveva detto di essere mio fratello, che potevo contare su di lui.
Non era vero. Non poteva essere vero, giusto? E poi vi chiedete perché faccio fatica a fidarmi.
- Cosa... - sussurrai, - Cosa succede? Xan, cosa fai? –
Il ghigno sul suo volto si allargò, gli occhi gialli furono attraversati da un lampo di gioia oscura.
- Piccola, dolce, Sky... Sorpresa! – scosse le mani aperte intorno alla faccia, scoppiando in una fragorosa risata. Con lui sembrarono ridere anche i serpenti ai suoi piedi.
- Ma tu avevi detto... -
- Oh, Sky! – mi interruppe. – Io dico tante cose! solo, non tutti le possono sentire – abbassò la testa, tenendo lo sguardo fisso su di me.
- Ho preparato tutto. C'è chi vola, c'è chi striscia, chi corre... - elencò, alle sue parole corvi si alzarono in volo, serpenti scuri sibilarono mostrando le zanne, i lupi e le volpi ringhiarono insieme ai padroni. Rabbrividii.
Quelli erano tutti i miei poteri. Il volo, la corsa, la terra... aveva un rimedio per tutto. Senza trascurare le enormi lance, spade, asce, qualunque cosa fossero le lame luccicanti che avevano in mano. Deglutii, tremando.
- Perché, sai, Sky... io ascolto, anche – aprì le mani avanti a sé. – E ho qualche aiuto – guardò il nostro gruppo. Mi voltai da entrambi i lati, per vedere una figura staccarsi dal gruppo. Theo sfoggiò un mantello simile a quello di Xander, mentre procedeva nella direzione della folla che lo acclamava con ululati e grida. Il suo avversario, alla fine, non era suo nemico.
- Tu?! – esplose mio padre. – Come hai potuto, io mi fidavo di te! – gridò. Iris gli andò accanto, mettendogli una mano sulla spalla. Anche lei aveva l'aria ferita. E spaventata.
- Andiamo, pensavi davvero che mi sarei accontentato di essere "l'amico del protettore numero 1"? Ma fammi il piacere – lo sbeffeggiò Theo. Aveva una voce che avevo già sentito da qualche parte, ma non riconobbi dove, al di fuori del campus. Ero confusa, come poteva lui stare dalla parte di Xander? Era Theo che mi aveva fatto la tuta, che aveva aiutato mio padre a costruire il campus, che aveva insegnato ai Protettori a combattere. Si era comportato da padre con me, tramando la mia fine alle mie spalle. Perché avrebbe fatto tutto questo, se poi era contro di noi? Era solo la fama che gli interessava, o c'era qualcos'altro, sotto?
- Mi sono nascosto per fin troppo tempo. – disse Theo, raggiunto il lato di Xander. – Adesso è il tempo del mio riscatto –
Si scambiarono uno sguardo di intesa, poi Theo si voltò verso l'esercito e sollevò un collettivo grido di battaglia. Avevano aperto i cancelli invisibili che li avevano trattenuti, adesso prendevano la rincorsa e si lanciavano in picchiata sul nostro gruppo ancora unito. Iniziarono a mettersi sull'attenti tutti i protettori, compreso Felix, che si posizionò davanti a me, pronto ad aprire le ali se si fossero avvicinati.
- Il gioco comincia adesso -
- Devo pregarti, o puoi venire da sola? – gli occhi di Xander si fermarono su una persona alla mia destra. Sapevo che c'era qualcosa tra quei due, ma mai nella mia vita mi sarei aspettata che la mia migliore amica si schierasse con il mio nemico.
Lexi si mosse, in un primo momento in modo lento, senza guardarmi di striscio. Poi però prese coraggio e fu come se sfilasse per la sua strada verso il suo ragazzo, camminando incontro alle persone che correvano verso di me e si lanciavano all'attacco. Si posizionò al lato di Xander, con la sua tuta che da azzurro cielo divenne di un grigio scuro quando lui la cinse con un braccio.
- Lex... - ecco, questo faceva più male. La mia migliore amica mi aveva spezzato il cuore, e lo aveva ridotto in briciole e lo aveva calpestato.
Erano loro, dietro tutto questo. Era Lexi che gli aveva detto della mia paura dei serpenti, era stata lei a raccontargli dell'ansia che mi saliva vedendo le masse di persone che si concentravano su di me. Lei gli aveva detto i miei punti deboli. Mi aveva tradita, anche dopo tutto quello che avevamo passato insieme, anche dopo essere stata la mia migliore amica. Con il cuore pesante guardai lo scenario che si apriva davanti a me, centinaia di uomini con un solo intento, sotto la mano da burattinaio di Xander. Mi chiedevo se non avesse manipolato anche lei.
Il pavimento tremava sotto i passi pesanti delle persone che avevano raggiunto i nostri lati, quasi fino a circondarci, e iniziavano ad aggredire Katlin e Iris sull'esterno.
- Cosa volete da noi? – sbottò Kate, respingendo un tipo che la voleva trafiggere con la lancia.
- Da voi? Niente. È Sky che ci interessa –. Notai i maestri, da un lato, con l'espressione più emotiva che gli avessi mai visto. Erano preoccupati, continuavano a guardare i loro medaglioni con l'occhio e a scambiarsi sussurri affrettati. Felix mi sorpassò una volta per tutte, con le ali spiegate.
- Perché volete lei? – chiese, pronto a spedire via chiunque gli si avvicinasse.
- Motivi personali. Adesso spostati, pennuto –
- Mai – insieme a lui tutti gli altri si spostarono a formare un cerchio intorno a me.
- Va bene – sentii Theo dire. – Lo avete voluto voi – con un rapido gesto della mano, i loro uomini si fecero più accaniti, si avventavano sui Protettori con più violenza. Kate raccolse una lancia da terra, Louis fece comparire nuvolette stracolme di fulmini sopra la sua testa, Max divenne vento.
- Va via, Sky – mi ordinò Felix, prima di spiccare il volo e raggiungere gli altri nella mischia che avevano spinto in avanti, lasciandomi indietro. Avevano creato come un muro di persone davanti a me.
Mi bloccai per un istante, osservando come si muovevano gli altri in campo. Katlin con i suoi movimenti schietti e precisi feriva alle gambe o al fianco chiunque le passasse accanto, compresi lupi o serpenti. Mi avvicinai al centro, degli uomini mi corsero incontro e iniziarono a cercare di colpirmi con i loro bastoni, io li schivavo tutti. I corvi rimanevano stecchiti scontrandosi con le nuvole di Louis, che intanto faceva cadere una saetta qua e là creando scompiglio e svenimenti che provocavano altre cadute, rendendo il giardino del campus una discarica di corpi incoscienti e svegli ammassati sul selciato. Raccolsi un coltello e tagliai la coda a un serpente, stracciai ancora di più la veste di uno degli squartati, facendolo ricadere all'indietro per il gesto improvviso. Restai incantata a guardare Felix che volteggiava come un tornado sopra i tizi, disorientando loro e spazzando via i corvi che provavano ad avvicinarsi.
Su, Sky, non puoi perderti così però adesso.
Avvistai una lancia per terra, la afferrai e iniziai a correre verso il fitto della mischia, finendo di impossibilitare le persone già ferite che continuavano imperterrite a volermi catturare. Scoprii che ero piuttosto portata per la lancia.
Schivai un corvo che mi stava piombando sul viso e nel muovermi divisi a metà un serpente dietro di me. Ops. Notai mio padre, da un lato, combattere con due uomini in contemporanea, anche senza avere poteri, con in mano un'ascia che utilizzava per colpire le mani degli avversari, spezzandogli le ossa senza pietà. Era una scena cruenta, come tutto quello che mi stava intorno, ma ero impressionata da mio padre. Come da tutti, del resto, era la prima volta che vedevo i Protettori in azione, ero affascinata dalla loro tecnica, cercavo di imitarli.
Poi uno degli uomini in nero mi fu davanti, e arrivò il momento di spaccargli il culo, come avrebbe detto Max. Si leccò le labbra – lurido – con gli occhi neri assetati di sangue, prima di lanciarsi in un duello. Non aveva armi, ma gli artigli alle mani bastavano. Respinsi i suoi attacchi, parandoli con il bastone della lancia, ma presto questo si divise.
- Ah, bene – Ruppi la parte bassa del manico contro la sua spalla, quando era distratto, lui mi graffiò la guancia dimenandosi. Gli lanciai la lancia addosso, conficcandogliela in una coscia, ma lui ancora si muoveva, quindi gli tirai un calcio nello stomaco, finendo per scagliarlo più lontano di quanto volessi.
- Woah Sky, sei grandiosa! – commentò Max, apparendo per un momento di fianco a me. Si voltò indietro, attratto come me dal rumore, come un fruscio, che fece girare tutti nel campo.
Non sapevo quanti fossero, ma erano tanti. Un esercito di Maestri Onniveggenti, vestiti in blu petrolio, si avvicinava dalle nostre spalle al campo di battaglia.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now