49. Distacco

16 2 0
                                    

Felix

Non sapevo cosa fosse preso a Sky. Il modo in cui mi aveva respinto, le accuse... non era da lei. O forse sì, non la conoscevo da così tanto per poterlo dire.
   - Non è da lei, fidati – Lexi arrivò alle mie spalle, con le braccia incrociate al petto. Mi passò accanto e salì alla sua camera.
   Quella sera Sky non scese a cena. Non sapevo se fosse perché voleva evitarci, essendosi messa contro di noi, oppure se non volesse farsi vedere dopo la scenata che aveva fatto. Non ci detti molto peso, come tutti gli altri. Quando si fosse calmata, sarebbe venuta. Ma non lo fece.
   Bussai alla porta, la sera sul tardi. – Sky, sono io. Posso entrare? – aspettai una risposta che non arrivò. Non la sentii neanche alzarsi o camminare da me, ma la serratura della sua porta scattò chiusa sotto la maniglia.
   - Va bene... - borbottai tra me, allontanandomi. Mentre entravo in camera scorsi i Maestri che confabulavano nel pianerottolo buio delle scale. Tutto quel parlare e non avevano niente da dirci.
   Steso sul letto iniziai a pensare. Sky non aveva del tutto torto a dire che eravamo molto protettivi, ma doveva capire che non potevamo permettere che le succedesse qualcosa. Non ce lo saremmo mai potuto perdonare. Decisi che le avrei parlato il giorno dopo, non poteva stare chiusa in camera tutto il tempo, sarebbe uscita per mangiare. E sarebbe stata più calma. Speravo che non perdesse le staffe come aveva fatto prima. Sapevo quanto Sky odiasse il confronto e attirare l'attenzione, eppure quella sera aveva fatto entrambe senza esitazione. Era scoppiata, come il temporale che c'era fuori, tutto quello che cercava sempre di opprimere era venuto fuori. Non potevo biasimarla, non era facile per noi, figuriamoci per lei. Il giorno dopo si sarebbe risolto tutto, aveva solo bisogno di sfogarsi, di piangere, magari. Sarebbe tornato tutto alla normalità con poco.
   La mattina dopo, però, non vidi Sky al tavolo della colazione.
   - Ha già mangiato – rispose Iris alla mia domanda, - Penso sia andata sul tetto, in camera sua non c'era –
   Quando finii di mangiare andai da Sky. Era seduta sulla ringhiera nel posticino nascosto che mi aveva mostrato una volta. Mi avvicinai piano, e appoggiai le mani sulla ringhiera accanto a lei.
   - Hey... - dissi. Non mi guardava. Mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo per il suo comportamento infantile. – Ti va di parlare? – chiesi.
   - Di cosa? – fece lei, sempre con lo sguardo all'orizzonte.
   - Di ieri sera, ad esempio –
   - Non mi va poi così tanto, sai? – mi guardò e scese dalla ringhiera.
   - Per favore, Sky – le presi la mano, ma lei si ritrasse.
   - Di cosa vuoi parlare, riguardo ieri? – chiese poi.
   - Beh, ti sei scaldata come non avevi mai fatto. Pensavo che forse ne volevi parlare – mi stava infastidendo il suo modo di fare. Cosa le avevo fatto io?
   - Scusami se ho detto, per una volta, come mi sentivo – replicò sarcastica. Sbuffai.
   - Non dicevo questo. Ti sei accanita su di noi come se avessimo tutte le colpe del mondo, di questo volevo parlare –
   - Non volevo. Non volevo offendervi o altro. Adesso posso andare? – mi guardò scontrosa, come se non fossi il suo ragazzo. Come se avesse perso la sua anima buona. Iniziò a camminare a passo svelto e rientrò. La seguii di sotto, verso la cucina. Prese un paio di biscotti da un barattolo e si voltò verso di me.
   - Felix, per favore, fammi passare – mi guardava, ma non incrociava il mio sguardo. Questo dettaglio mi faceva male.
   - Perché continui a trattarci male? Cosa ti abbiamo fatto? - 
   - Niente. Ora basta, Felix – mi passò accanto velocemente, uscendo dalla cucina.
   - Fermati Sky! Puoi smettere per un secondo di pensare a te stessa? Non so cosa ti stia succedendo, ma così stai rovinando tutto – sbottai.
   - Sì, tanto lo faccio sempre – ringhiò a denti stretti.
   - Lasciami stare e basta Felix. L'unica cosa che puoi fare adesso è andartene. -
   - ti stai comportando da egoista. Pensi di essere l'unica a stare male? Pensi che sia facile per noi, per me, vederti sbiadire ogni giorno di più? Tu non vedi quello che succede qui quando hai una visione, ma puoi capire anche tu che non è una bella cosa -
   - Egoista?! L'unico egoista qui sei tu! So che non è facile vivere in queste condizioni ma vedila dal mio punto di vista: svengo una volta al giorno per vedere immagini terrificanti di cose che non so cosa siano, per poi svegliarmi con le ripercussioni di ciò che ho visto. Vedo tutti voi guardarmi come se potessi trasformarmi in un mostro da un momento all'altro e che cercate di rinchiudermi in una stanza perché "dovete proteggermi". E sei Tu a soffrire? Sei tu che non passi un bel periodo? Se proprio non sopporti di starmi vicino allora va via! - si voltò, dandomi le spalle mentre camminava a passo veloce per andare nella sua stanza.
   - Aspetta, Sky - la chiamai. Non si fermò.
Le andai dietro, iniziando ad aprire le ali. Aveva bisogno di calmarsi, sapevo che non voleva essere arrabbiata, volevo darle una mano.
   - Sky...- cercai di avvolgerla con le braccia, ma si voltò prima che potessi anche solo sfiorarla. Notò le ali quasi aperte e sembrò che i suoi occhi prendessero fuoco. Mi puntò il dito contro facendo un passo in avanti per farmi indietreggiare.
   - Non osare aprire le tue ali con me, ora. Non te lo permetto. Non puoi scappare dalle tue responsabilità in questo modo, sai di aver sbagliato. Non ti permetto di coprire le tue colpe con i tuoi poteri, questo no. - ringhiò. Era furiosa. Sotto le sopracciglia aggrottate le iridi lilla brillavano di ira, senza il minimo segno di lacrime. Come sempre. Entrò nella sua stanza ma prima che riuscisse a chiudere la porta la seguii dentro.
   - Sky, Sky. Mi di... - mi fermò agitando una mano davanti a me. Indietreggiai all'improvviso gesto di lei.
   - E non venirmi a dire che ti dispiace, ora, dovevi pensarci prima di provare a darmi un tranquillante a mia insaputa. Ora esci dalla mia camera e non tornare senza una buona ragione. - Mi sbatté la porta in faccia senza lasciarmi il tempo di parlare.
   Fantastico.
   Non facevamo che litigare ogni volta che ci avvicinavamo, non potevamo rivolgerci la parola che uno dei due faceva un errore e l'altro iniziava ad urlargli contro. Non sapevo cosa fosse preso a Sky, ma non stava bene. Non avrebbe mai litigato in questo modo, in condizioni normali. Ma dio, non faceva che vedere sempre tutto nero solo dalla sua parte. Non calcolava che anche per noi era una tortura tutto questo.
   - Felix? - sentii una voce pacata chiamarmi dalle scale. Katlin.
   - Facciamo due passi? - mi chiese, con la sua solita espressione indecifrabile. La seguii fuori, in silenzio.
   - Avete litigato ancora - constatò. Non era difficile, soprattutto per lei, sentirci.
    - Si... non so come fare a parlare con lei tranquillamente - confessai io. Seguivamo una specie di sentiero disegnato con dei sassolini bianchi messi in fila ai lati. Passava sotto degli alberi, quasi fioriti, e accanto a dei cespugli pieni di piccoli frutti rossastri.
   - Come mai? - domandò, infilando le mani nelle tasche.
   - Non lo so... è sempre così irascibile, non mi dà la possibilità di parlarle. E non riesce a vedere oltre il suo naso, pensa solo a sé stessa... non è in lei - dissi francamente.
   - Mhmh... invece io penso che sia sempre lei, sai. Solo, coperta dal caos. So che Sky non è solitamente così nervosa o che non le piace particolarmente il confronto, ma... in fondo c'è solo una ragazzina confusa. Non essere troppo arrabbiato con lei, quando si calmerà si renderà conto di quello che ha detto e ti chiederà scusa - mi guardò, con l'aria fiduciosa e un mezzo sorriso sul volto.
   - Si, forse... -
   - Sono sicura che lo farà. E, intanto, se avessi bisogno di qualcuno a cui parlare, sono sempre qui -
   - Grazie Kate. Domani proverò a parlarle di nuovo... spero che vada meglio -
   - Bene... -
   E così tornammo al campus. Speravo, con tutto il cuore, che Sky si aprisse con me. Era davvero, davvero difficile starle lontano sapendo che stava male. Ma stava facendo soffrire anche me, e non sapevo il perché... lo avrei scoperto però. Stavolta ce l'avrei fatta. O almeno, volevo farcela. Sky avrebbe aperto la sua bolla per me, se mostravo che non la volevo scoppiare.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now