35. Little Talks

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Felix

Sky bussò alla porta poco dopo. Quando entrò, socchiudendo la porta, si sedette ai piedi del letto.
   - Allora... di cosa volevi parlarmi? – chiese.
   - Della nostra uscita – vidi una scintilla accendersi nei suoi occhi.
   - Dove andremo? -
   - Questa è una sorpresa – sorrisi.
   - Cosa faremo? – sorrise anche lei.
   - Sorpresa! –
   - Almeno quando andremo me lo puoi dire? – chiese con tono scherzoso.
   - Sì, quello sì. Se tuo padre mi dà il consenso, andremo tra un paio di giorni. Giusto il tempo di parlargliene – incrociai le gambe sotto di me.
   - Okay... e sarà divertente? –
   - Ovvio, sarà divertentissimo –
   - Bene, non vedo l'ora – mi sorrise, facendo brillare gli occhi. La osservai mentre guardava camera mia, sfiorava con lo sguardo i soprammobili e i libri, le cornici con le foto.
   Alla finestra riluceva il tramonto, illuminava la stanza e accendeva i riflessi colorati dei capelli di Sky. Appena muoveva la testa si vedevano nuove sfumature, che spiccavano nel nero della sua chioma. Non c'era cosa in lei che non fosse spettacolare.
   - Ho qualcosa tra i capelli? – si allarmò, guardandomi confusa.
   - No, no, non hai niente. Stavo guardando i riflessi colorati, sono come ipnotizzanti. In senso buono – spiegai con un sorriso.
   - Sono così da quando mi sono svegliata dalla Sospensione – raccontò, giocando con una ciocca di capelli.
   - Anche gli occhi sono cambiati così? –
   - Sì, prima li avevo azzurri. A mio padre i capelli sono passati dal biondo al castano scuro, ma oltre a questo niente –
   - Io trovo che gli occhi viola ti stiano divinamente – affermai avvicinandomi a lei. – Sembri una principessa di un regno incantato – Sky arrossì e rise.
   - Grazie Felix – mi guardò socchiudendo gli occhi.
– Anche tu hai l'aria da principe, staresti bene in un castello, secondo me – sorrise. Raddrizzai la schiena e assunsi una postura autoritaria. – Tu dici? – mimai la voce profonda che hanno i principi nei film.
   Quando lei iniziò a ridere uscii dal personaggio per seguirla.
   Ma quando fermò le risate, notai Sky come estraniarsi, si fermò a guardare la parete davanti e anche se aveva ancora il sorriso sul volto, capivo che c'era qualcosa che la turbava. Avvicinai la mano alla sua, sfiorando le sue dita con le mie.
   - Come ti senti? – domandai.
   - Mh? – sbatté le palpebre, e mi guardò.
   - Come ti senti? – ripetei con lo stesso tono. – Riguardo tutto quello che sta succedendo –
   - Non lo so – ammise, spostando di nuovo lo sguardo davanti a sé.
   – Mi cembra di non sapere più nulla, come se tutte le mie certezze fossero state smentite da un tizio vestito male. Scusa, sto diventando drammatica – si passò le mani sul volto.
   - Non sei drammatica – le misi una mano sulla spalla, - Sei solo confusa. Non devi vergognarti dei tuoi sentimenti –
   - Ho paura Felix - disse. – Non ho idea di cosa succederà poi e questo mi spaventa perché non so come affrontarlo. Non credo di essere all'altezza di... qualunque cosa arriverà –
   - E invece tu ne sei all'altezza. E se non ti senti pronta, noi lavoreremo insieme affinché tu lo sia. Sarò con te durante tutto il viaggio – intrecciai le dita con le sue. - Riusciremo a risolvere questo problema, non preoccuparti del resto –
   Appoggiò la testa sulla mia spalla. Non era bello vederla così affranta, sembrava che tutto in lei avesse perso il suo colore e oscurava il mondo intorno a lei. Restammo così, in silenzio. Dovevo riuscire a distrarla da tutto quello che la preoccupava, almeno per un po'. Era molto più bella quado sorrideva.
   - Tra poco è il mio compleanno – buttai lì, a voce bassa.
   - Davvero? – alzò la testa e mi guardò, - Quando? –
   - La prossima settimana. Ho detto a Theo e Ben di non fare grandi cose, probabilmente passerò il giorno da mio nonno. Non mi andava una festa come quella del tuo compleanno –
   - Capisco. Allora ti farò un regalo coi fiocchi! – sorrise.
   - Anche solo un tuo disegno andrà benissimo – qualunque cosa, da lei, andava bene. Anche solo del tempo. Le sorrisi a mia volta.
   Tornò con la testa sulla mia spalla. Iniziai ad accarezzarle il dorso della mano con il pollice. Lei guardò le nostre mani, unite, e sorrise.

La Nostra Ultima VoltaTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon