20. Regali

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Sky

Quando mi svegliai sentii il profumo di pancakes fino dalla mia camera. Iris si era alzata presto per preparare la colazione. Non riuscivo a sentire altri rumori, quindi supposi che nessuno si fosse ancora svegliato. Mi alzai e infilai una felpa sopra il pigiama, come da tradizione.
Raggiunsi Iris in cucina e la trovai a canticchiare girata di schiena mentre versava l'impasto nella padella. Aveva già formato una torre di pancakes, che aveva impilato su un piatto vicino a lei.
- Ciao – dissi piano. Lei sussultò e si girò di scatto.
- Ciao – disse un secondo dopo, sorridendomi. - Buon Natale – aggiunse.
- Buon Natale –
Mentre lei finiva di cuocere i pancakes io preparai la tavola, con le tovagliette rigorosamente natalizie e le tazze preferite di ognuno.
Solo quando tutto fu pronto iniziarono ad arrivare gli altri, per primo Max, che corse in cucina pensando di mangiare subito la colazione, ma che rimase deluso quando Iris gliela tolse di sotto il naso.
Sedemmo tutti insieme a tavola, ognuno davanti alla sua cioccolata calda o al suo cappuccino. Iris distribuì i pancakes esattamente come avrebbe fatto una madre con i propri figli. Ci scambiammo gli auguri – prima di sedersi mio padre mi diede un bacio sui capelli – e aspettammo impazienti il momento dei regali. Quindi, una volta che Max ebbe finito la sua terza razione di pancakes, ci spostammo in salotto, intorno all'albero di Natale acceso.
- Okay, inizio io! – disse subito Lexi. Cercò tra i pacchi quelli con il suo nome sopra e li iniziò ad aprire. Il mio regalo per lei consisteva in un disegno del suo "outfit da battaglia" e una cover per il telefono, oltre a una nuova palette di ombretti. Ne aveva abbastanza per dipingere tutta la casa, ma ne chiedeva di nuove ogni anno. Tutti i disegni che le facevo lei li appendeva su una piccola bacheca di sughero che aveva dietro il letto.
Dopo Lexi fu Max ad aprire i regali. Anche per lui avevo comprato una cover, questa volta però con il logo che si era fatto disegnare da me, per avere "un simbolo per i fan". In pratica era solo un alito di vento grigio-azzurro con qualche foglia che volava. Giusto per rimanere in tema con la sua modestia.
Quando arrivò il turno di Felix sentii l'ansia salirmi allo stomaco. Se avessi esagerato? Insomma, una macchina fotografica era sempre un grande regalo. Ma così era meglio, no? Avrebbe apprezzato sicuramente. Decise che avrebbe iniziato dai più piccoli. La suspence mi uccideva.
- Tranquilla, gli piacerà – mi sussurrò Lexi all'orecchio, spaventandomi pure, dato che ero completamente impegnata a pensare a tutti i modi peggiori in cui poteva finire la mattinata se qualcuno gli avesse fatto lo stesso regalo.
- E come lo sai? – sussurrai in risposta?
- Ho i miei trucchetti. Sul serio, non serve che ti fai tutti questi problemi – disse lei. Mi limitai ad annuire.
Felix aprì il regalo, facendo attenzione a non rompere il disegno che diceva di voler conservare.
- Una macchina fotografica?! È fantastica, non dovei – esclamò sorridendo. Tirai un sospiro di sollievo. Si rigirava la scatola tra le mani leggendo le specifiche sul retro.
- Sono felice che ti piaccia –
- Moltissimo, grazie – mi rivolse un sorriso. Arrossii senza farmi notare. Intanto notai che mio padre mi rivolse un cenno con la testa, che interpretai come impressionato.
Io fui l'ultima ad aprire i regali. Partii da quelli di Lexi e Max, ovvero uno zainetto con la zip a forma di luna e un portapenne con dei pennelli. Poi Iris e mio padre mi passarono il loro: un portachiavi da autodifesa, come se ne avessi avuto bisogno: non uscivo praticamente mai. Katlin e Theo lo avevano fatto insieme, il loro era un libro sulle stelle, da cui probabilmente avrei preso spunto per dei disegni. Louis mi regalò delle tele nuove – sul pacchetto c'era scritta una barzelletta – con il prodotto che si usa sul dipinto finito per renderlo lucido. Xander aveva regalato a me, come agli altri, un abito tipico della città in cui viveva. Mentre aprivo il suo regalo mi guardava in un modo un po' strano, ma non ci feci caso.
Poi fu il turno del regalo di Felix. Era una scatolina piuttosto pesante, con un fiocco dorato che la chiudeva. Quando aprii la scatola, iniziò una musica semplice, suonata da pochi accordi di pianoforte. Presi la fonte di quella musica con estrema attenzione, e mi rigirai tra le mani l'oggetto. Era un pianoforte in miniatura, con il coperchio della cassa alzato che faceva vedere il piccolo carillon che conteneva. Lo guardai per un po' prima di rivolgere l'attenzione verso Felix.
- È bellissimo – dissi. – Grazie mille –
Lo vidi arrossire, leggermene, e nessuno sembrava essersene accorto tranne me. Mi rispose con un sorriso e un "mi fa piacere".
Lexi lo stava guardando con lo sguardo che fa quando capisce che sta per succedere qualcosa. Era lo stesso che faceva quando guardava mio padre e Iris prima che annunciassero di stare insieme.

Dopo il grande pranzo andai sulla terrazza con un album da disegno e gli acquerelli di Felix. Feci uno schizzo, poi fui raggiunta da qualcuno. Di solito nessuno veniva qui d'inverno. Mi voltai dentro la sciarpa che mi copriva fino alla bocca. Me l'aveva messa Katlin quando mi aveva vista salire.
- Ciao – disse Felix venendomi incontro.
- Ciao – risposi. – Cosa ci fai qui? Fa freddo –
- Potrei chiederti la stessa cosa – sorrise, poi si mise a sedere. – Non volevo che stessi sola il giorno di Natale –
- Non preoccuparti per me, sto bene anche da sola –
- E io sto bene con le persone solitarie – disse.
Arrossii. Non pensavo potesse iniziare a piacermi sul serio, Felix. Però mi piaceva, che mi piacesse. Era una bella sensazione.
- Ti va bene se sto qui? – chiese. Annuii.
Ripresi a lavorare sulla mia cartolina. Felix mi guardava, con la schiena appoggiata alla parete accanto alla porta.
- Così mi sento osservata – scherzai.
- Scusa, è ipnotizzante il modo in cui disegni - disse. Adesso mi guardava negli occhi. Ancora peggio. Distolsi lo sguardo e lasciai che i capelli mi coprissero il viso.
- Grazie – risposi con una risatina.
- Come mai ti nascondi quando ti guardo negli occhi? – chiese. Mi scostò una ciocca di capelli e la portò dietro il mio orecchio. Arrossii ancora di più.
- Non lo so. Forse mi spaventa – alzai la testa.
- Non dovresti avere paura delle persone che vivono con te – disse. Cercai di mantenere il contatto visivo che si era formato tra noi. Anche se la tentazione di scappare era tanta. Però mi concentrai sul colore dei suoi occhi e quanto era bella la scintilla che brillava sempre nel suo sguardo.
- Visto? Non è così male, no? – disse con un sorriso. - Almeno, non per me –
- No... ma a volte è davvero difficile – distolsi lo sguardo. Aveva appena detto che gli piaceva guardarmi negli occhi. No, che gli piaceva guardare negli occhi le persone, non aveva specificato me. Perché lo avevo anche solo pensato?
Chiusi l'album da disegno e gli acquerelli.
- Non finisci il disegno? – chiese Felix.
- Non adesso. Mi sembra scortese disegnare mentre tu non fai altro che guardare. Cosa vorresti fare? –
- Non saprei – rispose.
- Vieni, ti faccio vedere una cosa – non so da dove venisse tutta quella confidenza, ma la lasciai fare. Magari faceva qualcosa di buono.
Lo portai in un angolo rialzato sulla terrazza, da dove si vedeva tutta la città. Mi sedetti sulla ringhiera, con le gambe sospese sul giardino.
- Non è pericoloso stare così? – chiese appoggiando i gomiti sul metallo.
- Ormai ci sono abituata –
- È bello qui. Tranquillo. Capisco perché ti piace – disse.
- Aiuta a non pensare –
- Come mai non vuoi pensare? –
- Perché a volte penso anche troppo –
- A cosa pensi di solito? –
- Un po' tutto – rimasi vaga. Mi ero già aperta abbastanza per quella volta. Ma andava bene così. Ero uscita dalla mia bolla. Non mi stavo nascondendo dietro i capelli. Forse perché Felix stava cercando di farmi sentire a suo agio con lui. Forse perché i suoi occhi grigi mi facevano stare bene. Forse anche solo perché era venuto da me invece di restare di sotto con gli altri.
Forse perché ero io che volevo aprirmi con lui. E questa era una cosa nuova per me. Ma a lui andava bene. E anche a me.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now