67. Briciole

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Sky

- Vado a dormire, papà... sono stanchissima – dissi, raggiungendo lui e Iris in fondo alle scale.
   - Va bene, tesoro – mi sorrisero entrambi. Li abbracciai stretti tutti e due, mio padre mi trattenne qualche istante di più.
   - Sogna cose belle, okay? – mi diede un bacio sulla fronte.
   - Certo – risposi in un sorriso. – Buonanotte Papà, buonanotte Iris –
   - Buonanotte, piccola. Ti vogliamo bene – il tono affettuoso di Iris mi scaldava il cuore.
   - Anche io ve ne voglio –
   Felix mi raggiunse, salutò a sua volta i festeggiati e mi portò di sopra, in camera sua. Mi offrì nuovamente i suoi vestiti e stavolta accettai senza esitare. Gli rivolsi la schiena, scoprendo la zip dai capelli. Mentre apriva il vestito mi sfiorò la pelle, dandomi i brividi. Era questo l'effetto di Felix.
   Ci sdraiammo l'uno accanto all'altra nel suo letto, la finestra aperta direttamente sulla luna.
   - Quando c'è la mostra di fotografia? – chiesi.
   - A fine luglio, tra qualche settimana, come mai? –
    - Niente. Non vedo l'ora di andarci con te, l'ho promesso –
   - Oh, sì, lo hai giurato – alzò il mignolo davanti a me, ridendo.
   Mi spostai vicina a lui, con la testa sul suo petto. Mi piaceva stare in quella posizione, sentire il battito del suo cuore, sapere che c'era per davvero, che era qui, con me. Lo amavo.
   - Ti amo – dissi.
   - E io amo te – rispose.
   Iniziai a pensare a noi due, a come lui mi aveva migliorato le giornate, a quanto lo amavo fino a farmi male. A quanto era essenziale per me.
   - Dovresti dormire – sussurrò.
   - Non voglio – in fondo, ne ero consapevole. Non volevo dormire per niente al mondo. Non volevo che quel giorno finisse.
   - Perché no? – mi domandò.
   - Perché la luna ci sta finalmente guardando – mi si spezzò la voce sulla fine. Sbadigliai piano. Mi impegnavo a restare sveglia anche quando tutto in me diceva "dormi".
   - Ti prometto che sarò qui quando ti sveglierai – disse Felix. Aveva intuito la vera causa del mio terrore.
   - Lo prometti? –
   - ...lo prometto –



Felix

Si svegliò in piena notte.
   La luna ci stava guardando, come aveva detto Sky. La tenevo stretta tra le braccia, e intanto la guardavo dormire, tranquilla, senza la sua solita ansia sul volto. Avevo aperto le ali solo per lei. Perché volevo che fosse felice, anche quando non lo ero io.
   Non riuscii a chiudere occhio. Non potevo, non adesso che sapevo cosa poteva succedere. Era la paura a tenermi sveglio.
   Faceva male, saperlo. Avevo cercato di prepararmi a questo momento per giorni, ma non è una cosa alla quale si è preparati o meno, succede e basta. E non puoi farci niente. E questo fa ancora più male.
   La luna illuminava il suo viso pallido, facendo risplendere i capelli neri in tutti i loro colori.
   Si mosse sotto le coperte. Il mio cuore si spezzò un pochino. Non potevo lasciarla andare.
   - Felix? – sussurrò.
   - Sono qui, principessa –
   - Non riesco a dormire –
   - Parliamo un po', se vuoi – cacciai indietro le lacrime.
   - Quando ci sposeremo? –
   - Il prima possibile, spero – le sorrisi. – Cosa vuoi che ci sia? –
   - Ci saranno solo le nostre persone preferite – iniziò, le tremava la voce. – E i nontiscordardimé e le margherite. E voglio una grande torta –
   - Sì, ci sarà una torta enorme. Con sopra petali di rosa e piume, come nel tuo disegno. – aggiunsi. Il cuore mi batteva forte nel petto.
   - E poi balleremo la nostra canzone, e sarò bellissima e tu dovrai chiamarmi di nuovo "mia" perché tutti mi guarderanno –
   - Sembra perfetto, principessa – mi tremava il respiro.
   - Che succede, Felix? –
   - Niente, principessa, va tutto bene – le sorrisi, anche se dentro stavo morendo.
   Iniziai a sentirla più leggera, sopra di me. Si voltò a guardarmi. Non potevo più nascondere il dolore dipinto sul mio volto.
   - Hai mantenuto la tua promessa –
   - Certo che l'ho fatto – gli occhi mi si riempirono di lacrime senza che potessi fermarle.
   - Io non posso mantenere la mia – le si spense la voce, respirava male. Gli occhi le diventarono lucidi.
   - Non fa niente, raggio di luna – non potei più contenere i fiotti di dolore che venivano dal profondo del mio cuore distrutto.
   - Non piangere... -
   - Mi chiedi troppo... - la fine della frase quasi non si sentì.
   - Scusami, principessa – cercai di ricompormi. - È solo che... non voglio lasciarti andare... -
   La abbracciai stretta a me, chiudendola nelle ali.
   - Non voglio farti male – sussurrò. Inspirò piano, riprese l'aria che non voleva passarle nei polmoni.
   – Ti ferirò solo se me lo permetti. Solo se mi prometti che mi perdonerai, solo se mi dici che puoi superare il male che ti faccio – fece una smorfia di dolore. Si stava trattenendo, stava cercando di rimanere anche se le faceva male. Voleva avere il mio consenso...
   - Dimmi che puoi perdonarmi, ti scongiuro... -
   La mia anima si spezzò, ancora e ancora, per i sensi di colpa che esprimeva.
   - Ti perdono... - la voce mi tremava, era rotta dalle lacrime che sgorgavano ormai a fiumi e si mescolavano con le sue sul suo volto.
   - Ti perdono, principessa – lei sorrise, piangendo.
   - Hai le stelle negli occhi – mormorò.
   Avevo il cuore lacerato, torturato, pugnalato, stavo soffrendo come non auguravo a nessuno di soffrire.
   Vederla sorridere anche nel momento più doloroso della sua esistenza, era troppo. Scossi la testa, incapace di accettare tutto questo.
   - Quando dovrei lasciarti andare, Felix? – una crepa le si espanse sul petto, verso il collo, come in una bambola di porcellana che si stava rompendo. Continuai a fare no con la testa, volevo dirle che non poteva lasciarmi lì, che io senza di lei non riuscivo. Ma non potevo.
   - Quando sei pronta – era come se fossi strozzato. Mi mancava il respiro, mi sentivo morire. La crepa le arrivò al mento.
   – Quando sei pronta a lasciarmi andare, principessa –
   - Non sarò mai pronta, però -  bisbigliò.
   Il suo viso si contrasse, sofferente. Chiusi gli occhi. - Puoi andare, raggio di luna... -
   - Ti prego, sorridi – implorò. Scossi la testa.
   - Felix ti prego – pregò ancora, - Guardami e sorridi –
La guardai, ancora senza un sorriso.
   - Voglio ricordarmi del tuo sorriso per sempre. Voglio vederlo come ultima cosa prima di andarmene. Ti prego... - la crepa le spezzò il viso. Gli occhi lilla erano offuscati dalle lacrime. Ma sorrideva.
   Mi sforzai di sorridere, di pensare ai momenti felici passati con lei. Pensai al momento che era diventata mia.
   Il mio sorriso tremolante sembrò calmarla, un pochino.
   - Ti amo con tutta me stessa, Felix. Anche se sarò lontana, sei sempre tu la mia metà mancante. Ti amo, per sempre –
   - Io ti amo anche di più, principessa. Per sempre –
   Si crepò ancora di più, iniziando a sgretolarsi tra le mie braccia.
   - Sei la mia metà mancante – le sussurrai ancora. Cercavo di tenerla unita, di tenerla da me. niente poteva prepararmi a vederla distruggersi come una statua di cristallo, in mille pezzi che svanirono alla luce della luna, raggiungendo le nuvole. Il suo profumo di rose restò nella stanza, proprio come lei. Il grido di dolore che si liberò dal mio petto come un ruggito svegliò anche gli altri, nel campus, ma non riuscivo più a tenere tutto dentro.
   Volevo indietro il mio raggio di luna. I petali di rosa che continuavano a riempire la mia stanza mi facevano girare la testa, erano della persona che più amavo e che più mi aveva distrutto.
   Sky era come una rosa. Però le rose erano destinate a sfiorire presto, riempiendo il vuoto che lasciavano con il loro profumo ad infestare il cuore spezzato di chi le amava.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now