37. Esplosione di cuore

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Felix

Il signor Sparklin ci stava accompagnando verso il lago. Sky ancora non sapeva dove stessimo andando, ma ne avevo parlato con suo padre. Era sempre un po' scettico riguardo il far uscire Sky, ma Iris lo aveva convinto. Ero felice che mi avesse concesso di uscire con sua figlia.
   Fece scendere Sky, quando arrivammo, e trattenne me per parlarmi.
   - Ti piace davvero? – mi chiese, serio.
   - Sì, signore. Mi piace davvero tanto – risposi.
   - Anche a lei piaci – disse, - Qualunque cosa accada, non ferirla. Ti lascio uscire con lei perché so che sei un bravo ragazzo, ma sta attento a ciò che fai e non ti azzardare a ferirla – deglutii sotto lo sguardo assassino di Ben.
   - Non la ferirei mai, signore –
   Sky bussò al mio finestrino, mimando un "tutto okay?". Annuii verso di lei, poi mi voltai verso il padre.
   - La tratterò come una principessa, lo prometto – mi congedò con un sorriso e io lasciai l'auto prendendo lo zaino con le cose che ci servivano
   - Credo di sapere dove siamo – disse Sky, camminando accanto a me. Le sorrisi.
   - Sono gli ultimi giorni di freddo, dovevo portarti qui prima che il ghiaccio si sciogliesse – risposi con un'alzata di spalle. Raggiungemmo il lago, alla riva stesi una coperta e tirai fuori i pattini che mi ero procurato per lei. Le si illuminò lo sguardo a vederli.
   - Non li hai presi per te? – chiese mentre se li metteva.
   - Lexi mi ha costretto a portarli, ma non so pattinare, quindi penso che starò qui a guardarti – risposi stendendomi sui gomiti.
   - Ti insegno io! – si offrì. – Sarà divertente –
   - Mhh... penso che passo –
   - Dai! Ti divertirai –
   Alla fine riuscì a convincermi. Mi fece gli occhi dolci, che potevo fare. Indossai i pattini e raggiunsi la superficie liscia del lago. Mi fermai un passo prima di toccare il ghiaccio, mentre Sky entrava subito sulla pista. Allungò le mani verso di me e mi invitò a prenderle. Esitante, misi le mani sulle sue e mi lasciai trascinare sul ghiaccio. Sky mi aiutava a stare in piedi quando io rischiavo di cadere ogni due passi che facevo sul posto.
   - Okay... bene... ci sei! – riuscii a mantenermi in equilibrio in piedi.
   - Adesso devi solo far scivolare il piede in avanti e lasciarti guidare dal ghiaccio. Prova! – rimase davanti a me, tenendo strette le mie mani. Tentai di fare quello che aveva detto, fallendo. Riprovai, seguendo lei che indietreggiava lentamente portandomi con sé. Teneva gli occhi sui miei pattini e mi dava delle dritte su come muovermi. Dopo poco riuscii a fare i primi passi tenendola solo con una mano, e iniziammo a girare in cerchio uno accanto all'altra. E ridevamo. Tutto il tempo, ridevamo.
   - Fammi vedere che sai fare – le dissi.
   - Ce la fai a stare in piedi da solo? – scherzò lei.
   - Certo, sono un esperto ormai! –
   - Okay, esperto. Ti lascio – si assicurò che non cadessi, poi si allontanò e iniziò a pattinare. Correva sul ghiaccio come se fosse la cosa più naturale del mondo, girava su sé stessa, saltava, mi guardava e sorrideva.
   Ad un certo punto corse verso di me, mi prese le mani e iniziò ad andare all'indietro con la stessa velocità che aveva di solito, portandomi con sé.
   - Sky – la chiamai, - Cosa fai? –
   Non rispose. Rise e basta. E risi con lei. Mi lasciai trasportare lungo tutto il perimetro del lago, e quando decise che dovevamo fermarci iniziò a farci girare sul posto.
   Era divertente stare con Sky quando era del tutto sé stessa. Sarebbe stato ancora meglio se fosse stata sé stessa tutto il tempo. Intanto mi bastava questo, che lo fosse con me.
   Era davvero stupenda.

Sky

Mi piaceva stare con Felix. Mi sentivo più libera, come se potessi lasciare indietro qualcosa che mi pesava sulle spalle.
   Ci sedemmo sul prato, togliendoci i pattini.
   - Sky, sei davvero brava – affermò Felix, - Non pensavo che sarei stato in grado di pattinare, grazie –
   - Grazie a te. Era da tanto che non mi divertivo così – gli sorrisi. Iniziai a sentire una sensazione strana al petto, ma non ci feci caso.
   Il cielo si tinse di un colore lilla, con le nuvole che diventavano sbuffi bianchi sullo sfondo in movimento. Felix si avvicinò a me, facendo toccare le nostre spalle, poi avvicinò la sua mano alla mia e la prese. Lo guardai e sorrisi, la scintilla nei suoi occhi faceva sembrare che contenessero tutte le stelle del cielo. Erano davvero belli. Lui era davvero bello.
   Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mise la sua sopra la mia. Chiusi gli occhi e sospirai, l'aria fredda mi entrava nei polmoni, ma era scaldata dal mio cuore che sorrideva. Rimanemmo la, a guardare il cielo cambiare colore, insieme.
   Felix alzò la testa, io rimasi lì.
   Sentii una leggera pressione sulle labbra, e il suo respiro sul viso. Fu veloce, ma sembrò durare un'eternità. Nelle labbra mi scorreva una carica elettrica, le guance mi bruciavano e avevo il cuore a mille.
   Felix mi aveva baciata. Lo aveva fatto davvero. Sorrisi, e sentivo che anche lui lo fece.
   Mi appoggiai di nuovo a lui, stringendogli la mano. Il cuore sembrava esplodermi nel petto, faceva quasi male.
   No, faceva male sul serio.
   Mi portai una mano al petto, dove c'era la collana che mi aveva dato Fredrik. La tirai fuori dalla maglia, raddrizzando la schiena. Felix mi guardò preoccupato. Non capivo cosa stesse succedendo, sembrava letteralmente che mi stesse per esplodere la cassa toracica.
   Lasciai la mano di Felix e mi alzai, lui fece lo stesso. Il dolore si fece più intenso, iniziai a respirare male.
   - Sky? – Felix cercò il mio sguardo, puntato per terra. – Sky che succede? –
   - Il petto... - fu l'unica cosa che riuscii a dire.
   Vidi come la piccola pietra si crepava, prima di chiudere gli occhi sotto un'altra fitta. Caddi in ginocchio e il mio grido lacerò il silenzio.
   Felix si precipitò su di me, mi avvolse tra le braccia. Sentii il rumore della stoffa che si strappava quando aprì le ali e spiccò in volo verso il Campus.
   - Resisti, Sky. Siamo quasi arrivati, principessa – il dolore era troppo forte perché sorridessi, ma avrei voluto farlo.
   Con un'altra fitta sentii le palpebre pesanti. Allo stesso modo sentii i frammenti di cristallo nella mano che stringeva il ciondolo. La pietra neutralizzante si era spaccata. Se quella era la protezione più forte, allora avevamo un problema.

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