26. Poteri

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Sky

Dopo quella notte passata a volare sotto la pioggia non riuscii più a pensare a niente. Era un vuoto pieno di sorrisi, acqua, vento, ali, tranquillità. Felix. Era pieno di Felix.
   Era strano pensare a come avevo legato così velocemente. Io, asociale, silenziosa e distante dal mondo, ero riuscita ad uscire dalla mia bolla con qualcuno che conoscevo così poco. Forse era perché gli sconosciuti sono i migliori ascoltatori. Non ti giudicano per le tue azioni, perché di te non sanno nulla, stanno in silenzio ad ascoltarti per poi tirare fuori qualche perla di saggezza che tira su il morale. Che poi questi sconosciuti abitino insieme a te e saranno in ogni caso costretti a conoscerti a fondo è un altro discorso.
   Quando entrarono Max e Lexi nella mia camera mi tornò in mente la sera prima. Non la parte con Felix, ma quella stampata dietro le palpebre. La rosa. Quando la porta si chiuse alle loro spalle avevo preparato la prima parte della conversazione in testa. Il resto sarebbe venuto da sé.
   - Tutto okay? – mi chiese Lexi, vedendomi pronta a parlare. Non succedeva spesso.
   - Devo dirvi una cosa – annunciai. – Ho bisogno di una mano, con qualcosa – mi corressi. Partiamo male.
   - Ti sei messa con Felix? – si emozionò immediatamente Lexi. Nello stesso momento Max diceva: - Hai ucciso qualcuno e hai bisogno di noi per nascondere il corpo? –
   - No, e No(?) – risposi. L'espressione di Lexi cadde nella delusione. Si sedettero sul letto, guardandomi confusi.
   - Che è successo allora? –
   - Credo di avere dei poteri – espirai di fretta.
   - Come? – il loro fu quasi un urlo. Li zittii subito.  Meglio evitare che passasse Lou e lo dicesse a tutti. O che Kate lo sentisse dal salotto. Lei era inquietante, in questo campo.
   - Aspetta, aspetta, aspetta – Max tese le mani davanti a sé con un tono più ragionevole.
   - Come potresti mai avere dei poteri? nessuno della tua famiglia li aveva... -
   - La sospensione – risposi prontamente, cercando di farli arrivare al punto. – Sono caduta nella pioggia, ci sono rimasta per anni. Devo averli assorbiti lì – guardai la loro reazione. Mi fissavano con gli occhi pieni di confusione.
   - Okay, vi spiego meglio – presi un respiro e continuai.
   - Ieri sera ero sveglia a causa di un incubo, quindi sono scesa nella sala del pianoforte. Vi ricordate della rosa che c'era sopra? – annuirono, - Ecco, era esattamente come la avete vista anche voi. Come se fosse appena sbocciata, solo che nessuno l'aveva toccata dopo quella volta – aspettai un momento prima di ricominciare. Sembravano riflettere, annuendo in sincronia.
   - Poi mi è venuto un attacco d'ansia, o che ne so, e ho visto la rosa appassire. Mi è sembrato inquietante –
   - Aspetta, la rosa è appassita tutto a un tratto? – mi interruppe Max con gli occhi sgranati. Annuii.
   - Poi è tornata normale, con glitter e sbuffi dorati –
   - Cioè tipo... "puf!" – Lexi mimò l'esplosione con le dita.
   - Tipo. E lì mi è venuto il dubbio che fossi stata io a farlo. Xander era a dormire, non poteva essere una sua illusione – precisai. Fine della storia. Mi avrebbero creduto? Non ne avevo idea.
   - Uffa – sbuffò Lexi. – Avrei voluto vederla anche io la rinascita della rosa! –
   - Puoi sempre vederla ora, è ancora lì -.
   E così ci dirigemmo di sotto. Lexi prese subito la rosa tra le mani e la osservò da vicino, come se studiarla potesse aiutare a capirci qualcosa. Sussurrò un lieve "wow" e si girò a guardarmi.
   - Sei tipo... una Superfioraia? – domandò seria. Mi bloccai un momento alla sua concentrazione, poi scoppiai a ridere con i due.
   - No, seriamente, che tipo di poteri potrei avere? – chiesi poi.
   - Non saprei. Lo sai fare a comando? – fece Max.
   - Non proprio –
   - Come hai fatto la prima volta? – Lexi ripose la rosa al suo posto.
   - Ho iniziamo a suonare – risposi.
   - Allora proviamo quello. Magari funziona – propose lei.
   - La rosa è già viva, non so se... -
   - Suona! – mi ordinarono in coro, interrompendomi.
   Obbedii titubante, sedendomi per suonare ancora. Ci misi poco a dimenticarmi di quello che stava succedendo intorno, ma comunque avevo sempre un orecchio nel mondo reale per evitare di ritrovarmi in imbarazzo davanti a tutti gli altri.
   Quando finii il brano vidi le facce deluse di Max e Lexi. – Non ha funzionato, vero? –
   - No...- il tono di Max era abbattuto.
   - Magari è tutta una questione di emozioni, come dici sempre tu – mi rivolsi direttamente a Lexi.
   - Giusto! Ripercorri in mente la sera e ripensa a quello che pensavi ieri –
Tentai di ripercorrere le stesse sensazioni di quando mi ero svegliata dall'incubo, di quando avevo scoperto dei poteri. Un brivido mi corse lungo la schiena sentendo il fantasma dell'ansia che mi aveva provocato tutto quanto, senza però riuscire a percepirla sulla pelle. Mi immersi nei sogni che avevo fatto finora, dimenticandomi di essere seduta ad un pianoforte con i miei migliori amici che mi fissavano, e pensai che non c'era modo di spiegare quello che avevo visto, o di replicare la cosa della rosa, e quindi non avrei mai potuto dirlo a mio padre, e quindi avrei vissuto nel dubbio fino a quando non sarebbe successa una catastrofe e tutti l'avrebbero scoperto e...
   - L'ha fatto di nuovo! -. Tornai sulla terraferma sentendo la voce di Felix alla porta.
   - Che? – guardai Lexi e Max imbambolati con gli occhi fissi sulla rosa, sdraiata sul leggio, appassita.
   Appena vidi Felix, con un sorriso che gli si formava sulle labbra mentre mi guardava, sentii le farfalle volare nello stomaco e notai come la rosa iniziava a tornare in vita lentamente, rimanendo con i bordi dei petali ancora raggrinziti.
   - Hai fatto appassire e rinascere la rosa... - mormorò Lexi. – Aspetta, perché lui lo sa? – si riprese dallo stato di trans e guardò Felix confusa. Forse anche gelosa, conoscendola.
   - Ha visto tutto quando è successo –
   - Eravate insieme? – Max fece un sorrisetto, alzando le sopracciglia malizioso.
   - L'avevo sentita suonare e sono sceso da lei – disse Felix. – ci siamo messi a parlare –
   I suoi occhi scintillavano alla luce del lampadario sopra di noi e mi sentii arrossire sotto il suo sguardo. Poi sentii una specie di scintillio.
   - Lo stai facendo di nuovo! – esclamò Lexi, trattenendosi dal gridare. Arrossii ancora di più.
   - A che pensi stavolta? – domandò Max. Notò Lexi, che stava per esplodere, quindi guardò prima me, poi Felix, poi di nuovo me. Gli scappò un "ohh" come se avesse realizzato qualcosa e capì l'emozione di sua sorella.
   - Quindi adesso che si fa? – cercai di uscire dall'imbarazzo.
   - Dovresti parlarne con tuo padre –
   - Quello lo so, ma come? –
   Lexi fu interrotta da Katlin che apparve sulla soglia in quel momento.
   - Ah, eccovi. Il pranzo è pronto, mi hanno mandata a cercarvi. – Okay... si era avvicinata mentre ancora parlavamo, e sappiamo come è Kate, non lo fa neanche apposta ad ascoltare qualunque cosa, quindi... immagino che ormai lo sapesse.
   Mentre uscivo mi trattenne indietro.
   - Hai dei poteri e non lo hai detto a tuo Padre? – mi rimproverò sussurrando.
   - L'ho scoperto solo ieri sera – mi giustificai. Lei annuì e iniziò a camminare verso la sala da pranzo.
   - Comunque ieri sera ti ho sentita, con Felix. Sei fortunata che sono io, e che non dirò a Ben delle tue scappatelle notturne con il novellino. – a quelle parole ammutolii arrossendo. Le balbettai un "grazie" incapace di esprimermi a parole.
   - Si vede che ti piace – disse poi, sulla porta. – E che tu piaci a lui. È perso di te –
   - Come? – esclamai con la voce più alta. Si affacciò alla sala del pianoforte, guardando attraverso la porta aperta da lontano.
   - Ecco il modo per mostrarlo a tuo padre – annunciò mentre la rosa faceva una giravolta sospesa e piena di vita.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now