16. Shopping

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Sky

Le vacanze di Natale si stavano avvicinando.
In pochi giorni sarebbe iniziata la pausa da scuola, e ciò significava che avrei dovuto passare meno tempo con i miei compagni, ai quali ero invisibile. Questo significava anche più tempo con i ragazzi del Campus.
Quando ero arrivata, mi avevano spiegato come funzionavano lì dentro le feste. C'era una specie di tradizione di famiglia. Ogni anno, a Natale, dovevamo sederci sul tappeto in salotto, vicino all'enorme albero di Natale acceso, e dovevamo aprire i regali tutti insieme.
Di solito insieme al regalo io davo un biglietto di auguri con un disegno personalizzato sopra.
Nella settimana prima della vigilia rimanevo fuori dopo la scuola, così compravo i regali per gli altri senza affrettarmi troppo. Mi ero già fatta la lista delle cose da cercare. I regali che prendevo erano cose semplici, come un orologio per mio padre, o un vestito da sera per Lexi.
Rimaneva comunque il dubbio Felix. Lo conoscevo da troppo poco per sapere cosa voleva senza chiederglielo, e allo stesso tempo non avrei mai avuto il coraggio di andarglielo a chiedere. Quindi sarei andata a sentimento. Oppure potevo cercare qualche indizio.
Il giorno dopo, decisi, avrei cercato di parlare con Steph, l'amico di Felix che si sedeva sempre accanto a lui. Sarebbe stata una vera sfida. O tortura, come preferite.
Così, mentre Felix era in bagno durante la ricreazione mi avvicinai al suo amico.
- Hey, Steph – lo chiamai, timorosa.
- Oh, hey Sky! tutto okay? – mi chiese.
- Sì, tutto bene... avrei una domanda, se non disturbo –
- Chiedi pure, nessun disturbo! – disse sorridente.
- Ecco, sto cercando di trovare un regalo di Natale per Felix, ma non ho molte idee, non è che potresti, ecco, darmi un consiglio? – gli chiesi.
- Certo! Vediamo... non so se te lo ha detto, ma lui adora fare fotografie. Magari qualcosa in questo campo gli piacerebbe. – disse.
- Fotografie. Capito. Grazie mille! – gli sorrisi.
A Felix piaceva fare foto. Quindi gli avrei potuto regalare la cosa più ovvia: una macchina fotografica. Magari non avrei cercato quella più costosa, ma comunque il prezzo non era un problema tanto grande, la paghetta mensile che mi dava mio padre – nonostante gli dicessi che non era necessaria – era abbastanza alta di suo, contando che per le feste spesso il regalo più facile erano i soldi, non sarei stata in difficoltà.
Aspettai l'inizio delle vacanze per l'ultimo regalo, così avrei potuto fare più con calma e avrei potuto invitare Lexi e Max, sapendo che loro non avevano ancora iniziato a pensare a cosa regalare agli altri.
- Uh-uh! E cosa hai intenzione di regalargli, al tuo piccioncino? – chiese Max con una voce acuta e un ghigno.
- Una macchina fotografica. Ho scoperto che gli piace fare foto – risposi – Invece voi cosa gli darete? –
- Uhm... -
- Tranquilli, troverete qualcosa lungo la strada. E sì, vi darò una mano – aggiunsi vedendo la domanda negli occhi di Max.
- Grazie Sky, sei fantastica –
- Sì, solo quando ti fa comodo –
- Dai andiamo, sta già facendo buio – disse Lexi, uscendo.
Li seguii camminare spediti per le vie della città, stringendomi nel cappotto e socchiudendo gli occhi contro la neve insistente.
Dopo pochi minuti arrivammo davanti a un negozio di apparecchi elettronici, con le vetrine piene di oggetti in offerta e sconti di Natale.
- Qui potrai trovare quello che cerchi – disse Lexi. – Intanto noi ci facciamo un'idea di cosa regalare a tutti –
Così, entrai nel negozietto e tirai quasi un sospiro di sollievo nel lasciare il freddo pungente di fuori per il caldo coccolante dell'interno. Il commesso mi salutò cordiale con un sorriso che ricambiai, poi sparì di nuovo dietro il computer dicendo le solite parole: - Se hai bisogno, chiedi pure –
Mi guardai intorno. C'erano scatole di cellulari, ferri da stiro e asciugacapelli disposti su scaffali pieni, ma ordinati. In un angolo più lontano, invece, trovai la scatola che cercavo. Tra le decine di modelli di macchine fotografiche c'erano le Polaroid colorate, quelle super-professionali con l'obbiettivo intercambiabile, quelle che avevano in dotazione pure il cavalletto o la luce. E poi, più appartate, c'erano anche quelle semplici, come le cercavo io. Ce n'era una tutta nera, con vari tasti dalle scritte bianche, in basso c'era una specie di fascia per tenerla in mano quando si teneva in verticale e lo schermo per vedere le foto era uno sportellino che si poteva aprire. Direi perfetta.
Presi la scatola e andai dal commesso per farlo impacchettare, se possibile.
- Ti piace fare foto? – mi chiese prendendo la scatola.
- Oh, no, è un regalo per un mio amico – risposi timida.
- Ottima scelta. Per chiunque sia, è un bel regalo – continuò iniziando a piegare la carta attorno alla scatola.
- Ecco fatto, Buon Natale Signorina – il commesso mi passò la busta con dentro il pacchetto pronto, compreso anche di coccarda dorata su un angolo.
- La ringrazio, signore. Buon Natale – gli rivolsi un sorriso prima di uscire dalla porta e raggiungere i gemelli. Anche loro avevano un pacchettino in mano adesso.
- Che avete preso di bello? – chiesi.
- Il regalo per Felix. Gli abbiamo preso una chiavetta per le fotografie e Max ha insistito per prendergli qualche prodotto per le ali – disse Lexi.
- Bene. Sarà una lunga passeggiata tra i negozi allora –
E così fu.
Mentre guardavamo le vetrine ci venivano in mente dei possibili regali per i vari componenti del gruppo. Più a me e Lexi che Max, lui proponeva cose come un'intelligenza artificiale come aiutante per Theo o un viaggio nel tempo per mio padre.
- Beh, a meno che tu non trovi un po' di quel liquido mistico e lo trasformi per far tornate indietro invece che avanti, dubito che tu possa regalargli quello – commentai davanti alla sua espressione fiera.
- Altrimenti, al posto di un vero viaggio nel tempo, potremmo regalargli dei biglietti per il museo di storia in fondo alla strada. Ho sentito che c'è un piano intero dedicato alla Seconda Guerra Mondiale – propose Lexi.
- Ottima idea. Lo adorerà – confermai.
Con questo ci dirigemmo al museo, i gemelli comprarono i biglietti e li misero in una bustina colorata che poi infilarono in un sacchetto.
Passammo il resto del pomeriggio a comprare regali, passando da una parte all'altra della città con sempre più borse sempre più pesanti. Intanto continuava a nevicare.
- Se la neve non fosse così fitta forse riusciremmo a tornare a casa! – si lamentò Max tenendosi una mano sopra il viso per coprirsi gli occhi dalla neve che si era fatta più spessa.
- Già, almeno il tempo di tornare al Campus – borbottai io sottovoce.
Man mano che camminavamo, il vento rallentava la sua corsa, i fiocchi di neve si facevano più fini e divennero talmente leggeri che neanche si sentivano sulla pelle.
- Sembra quasi fatto apposta! – commentò Max con una risata. Io ero confusa. Come poteva il meteo cambiare in questo modo da un momento all'altro? Luis era in casa al caldo, cosa gli importava di quello che succedeva fuori! Poi era cambiato tutto quando avevo detto quelle parole... dovevo smetterla con le paranoie. Lexi sembrava condividere i miei pensieri.
- Già, è una strana coincidenza – disse aggrottando le sopracciglia. Annuii leggermente. Avevo quasi paura.
Alla fine riuscimmo a tornare a casa, rientrando tutti bagnati e infreddoliti dalla neve. Andammo tutti a mettere via i regali prima di incontrare qualcuno.
La sera saltai la cena. Non avevo fame. In più, o forse perché, ero concentrata su quello che era appena successo. Era la prima volta che succedeva qualcosa di strano con il clima, poi c'era quella visione... era tutto molto inquietante.
Ma non avevo alcuna prova che dimostrasse che le cose successe fossero collegate a me, anzi probabilmente erano solo coincidenze. Strane coincidenze.
Riuscii a addormentarmi anche tra questi pensieri che mi frullavano in testa come un uragano.

Quando aprii gli occhi ero sempre nel mio letto, ma non in quello del Campus. L'altro letto della mia altra camera.

La Nostra Ultima VoltaWhere stories live. Discover now