Capitolo 38

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Canzone consigliata: Niente canzoni d'amore -Marracash

MARLENE'S POV:

Accenna un sorriso sfrontato regalandomi la visione delle sue bellissime fossette, e dice: «Felice di averti trovato, Belle...»

Sgrano gli occhi a quella visione utopistica. Sto sicuro sognando, perché è impossibile che Travis Harris, il più stronzo arrogante dell'università degli studi di Berkeley sia proprio qua a Miami, davanti a me, dopo essersi fatto un volo di cinque ore. Non esiste, è impossibile.

Strizzo gli occhi mettendo a fuoco, l'ho pensato per tutto il giorno che mi sembra quasi impossibile pensare che sia qui. Così per essere più sicura, avanzo di qualche passo mettendomi esattamente di fronte a lui. Alzo la mano in aria e puntando un dito contro il suo letto marmoreo, lo tocco per accettarmi che sia proprio lui e che la mia mente non mi stia giocando brutti scherzi. Ma dopo questo lui non scompare, ciò significa che non sto sognando.

«T-Travis?» balbetto continuando a toccarlo incredula. «In carne e d'ossa ragazzina.» stacca il bacino dal taxi e si avvicina sempre di più a me, poggiandomi una mano sulla mia e sfiorandomi la pelle, ma Jacob si mette di fronte a noi interrompendo quel contatto che si era creato.
«Ma che cazzo...» pronuncia incredulo alla visione dei tre ragazzi. Io mi sporgo per guardare il bello e dannato davanti a me. «Che ci fai qua?» domando ma vengo interrotta da una seconda voce.

«Felice di vedere anche te Fratellastro, tutto bene qua?» Brian ammicca un sorriso alzando l'angolo della bocca. In un momento del genere, mi ero totalmente dimenticata che i due fossero fratellastri, che tra l'altro, si odiano. «Ma che ci fai tu qua? Non odi tuo padre?» chiede Jacob, ma la conversazione mi sembra così futile solo perché non riesco a staccare gli occhi da quelli di Travis.

Mi guarda da testa a piedi con disapprovazione, probabilmente perché sono proprio qua con Jacob, o almeno spero sia così. Una parte di me si augura che sia venuto qua per me, ma il mio cervello invece mi porta a ragionare e a farmi pensare che potrebbe essere qua solo per il semplice fatto che Brian abbia voluto compagnia per affrontare suo padre

«Odio ancora mio padre, ma sai, l'amicizia per me è una grande cosa.» dice staccandosi dal taxi insieme a James. Quest'ultimo poggia due dita sul mento di Jacob «Attento che ti cade la mascella Collins» dice facendo combaciare le labbra di Jacob che prima erano leggermente schiuse per via dello stupore.

«Ma che ci fate qua?» domando sta volta io senza staccare gli occhi da Travis, che non tarda a rispondermi. «A Brian è venuta la brillante idea di fare un bel viaggetto per Miami e andare a trovare suo padre, vero Cooper?» Travis da uno schiaffetto alla spalla di Brian che si raddrizza subito. «Certo, sono venuto di persona a spaccare la faccia a quel coglione di mio padre.» ammette con sincerità Brian.

«Brian non mi sembra il caso di fare teatrino a casa. Se vuoi venire vieni, ma non per fare casino.» lo rimprovera Jacob. Ma Brian non sembra apprezzare, tant'è che si avvicina pericolosamente a lui quasi sfiorando il naso. «Intanto, coglione, se voglio fare il teatrino farò il cazzo di teatrino e poi non mi dici tu se venire o no, perché se te lo fossi dimenticato quella prima di essere casa tua, è casa mia.» sbotta puntandogli un dito contro. Se solo pensano di poter cominciare a litigare qua, in mezzo ad una piazza di persone, si sbagliano di grosso. Non ho intenzione di assistere e fare assistere a nessuno questo teatrino, che non ha basi per cui esiste. Così, mi avvicino a loro e mi metto in mezzo, tanto da dividerli e farli stare lontani.

Heart on fireWhere stories live. Discover now