Capitolo 51

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*leggete lo spazio autrice alla fine*

MARLENE'S POV:

Lui a lza il capo e mi fissa con gli occhi pieni di malinconia. «Marl...» sussurra e io lo sento appena «...ti devo dire una cosa.»

Ed è qui che una strana e brutta sensazione si fa spazio verso di me.

Abbassa il capo torturandosi le mani. Sembra nervoso, anche troppo per i miei gusti. Sta sudando, è in panico e non sa che dire, apre la bocca così innumerevoli volte che perdo il conto anche di quante volte la chiude.

«Randell?» lo richiamo scuotendo il braccio. «Cosa devi dirmi?» domando. Lui prende un sospiro profondo e comincia: «Allora, parto subito con il dirti che non ho mai voluto partecipare a questa cazzata. Ho sempre cercato di tirarmi fuori, in ogni caso e in ogni situazione. Ho cercato di persuaderli, di fargli capire che non volevo farne parte, ma loro mi ricattavano, anzi mi ricattano tutt'ora e io però non ce la faccio, ho bisogno di dirtelo perché sei la mia migliore amica e ti voglio bene. Non me ne frega nulla se andrò contro i miei parenti, se riveleranno il mio segreto o non so cosa, te lo devo dire.» sputa frenetico con una tale velocità che mi sembra disumana.

Il mio cuore batte ad un ritmo irregolare, le mani sudano e lo stomaco si attorciglia in due dall'ansia. «Randell, taglia corto e parla.» sbotto in preda ad un senso di nausea. L'angoscia senz'altro gioca brutti scherzi.

«Cazzo, non so da dove iniziare...» si sfrega le mani sudaticce nel jeans blu e poi parla: «Conosci Walter Reed?» quella domanda mi spiazza del tutto, come il nome di Walter uscito da quelle labbra. La domanda è: come conosce Walter?

Senza fare troppe domande, mi limito ad annuire frettolosamente.

«Sai cosa è successo tra lui e Travis?» altra domanda a cui sta volta non so dare una risposta sicura. Lo so, o no?

«So qualcosa, ma raccontata da Walter e non mi sembra la persona più affidabile per quanto io una volta ci abbia anche creduto.» ammetto sincera.
Lui annuisce prontamente e poi sospira: «Bene, chiama Travis e vediamoci ai parcheggi del collage sta sera alle nove di sera.» detto ciò si alza dalla sedia di scatto e prende le sue cose pronto per andarsene.

Io gli afferro il polso e lo strattono verso di me: «Dove vai? Mi devi dire...» m'interrompe prima che io possa continuare. «Sta sera, Marlene, insieme a Travis. Fidati di me.»

Come posso fidarmi di lui se ora fa il misterioso?

«Giura che vieni e che dirai tutta la verità.» insisto senza staccare la presa salda al suo polso. Lui mi guarda sbattendo le ciglia folte e annuisce: «Te lo giuro in nome della nostra amicizia.» A quelle parole gli lascio il polso e lui poi va via come una saetta.

Prendo il mio telefono mentre esco dalla caffetteria. Fuori è già buio e tutto questo mistero mi ha messo una strana paura addosso. Sblocco l'iPhone e digito il numero di Travis sullo schermo.

Uno squillo e ancora lui non risponde.
Due squilli e picchietto il piede sull'asfalto.
Tre squilli e prendo a camminare verso il dormitorio, stando più vicina ai pali della luce che illuminano la strada deserta.
Al quarto squillo sento la voce profonda di Travis.

«Ragazzina, siamo passati anche alle telefonate ora? Non è troppo?»

Alzo gli occhi al cielo affondando i denti nel labbro inferiore per reprimere un sorriso che mi crea solo lui.

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