Capitolo 48

109K 2.2K 5.1K
                                    


MARLENE'S POV:

«Io e te dobbiamo parlare.» esordisce così dopo avermi preso per il polso e avermi trascinato via.

«Non ho niente da dirti. Sono rimasta senza parole ormai.» cerco di spingerlo via, ma nessuno dei miei tentativi svolge al termine. Lui mi lancia un'occhiataccia come per mettermi a posto, ma io non mi faccio intimidire per nulla al mondo.

«Tu devi smetterla di credere a tutto quello che ti dicono gli altri, cazzo.» sbotta assestando uno schiaffo sul muro dietro di me. È nero dalla rabbia, probabilmente perché gli ho detto che non sa tenerselo nelle mutande, ma a me la sua rabbia non mi tocca minimamente.

«Come faccio se quello che mi dicono gli altri rispecchia quello che sei stato per metà della tua vita? Come faccio a non credere che tu vada a letto con lei, ancora?» domando alzando la voce. Il pensiero di loro due insieme mi fa andare tremendamente in bestia. La gelosia mi brucia dentro e vorrei solo non provare nulla nel genere, non provare nulla per lui così da smettere di soffrire ogni volta che lo vedo con qualsiasi altra ragazza che non sia io.

«Dovresti fidarti di me.»sibila lui con un cipiglio in volto. Fidarsi di lui in questo senso equivale a camminare in un dirupo ad occhi chiusi.
«Io mi fido di te, ma su queste cose proprio no.» scuoto il capo mentre ho ancora la schiena incollata al muro dietro. Non ho neanche ben capito come in una frazione di secondo siamo passati da stare in mezzo alla folla al stare dietro il locale isolati da tutto.

«La vuoi sapere una cosa, stupida ragazzina del cazzo?» chiede retoricamente, ma io annuisco lo stesso. «Ci stavo andando a letto, si. Mancava poco e me la scopavo.» il mio cuore si spezza, ma rimango a testa alta. «Ma non riuscivo a continuare perché nella mia fottutissima testa c'eri tu. I tuoi maledetti occhi marroni, i tuoi lunghi capelli castani e quel fottuto neo che hai sopra l'angolo della bocca. Volevo te quella sera, non lei.»

«C-che c-cosa stai dicendo?» sono scioccata dalle sue parole. Non mi aspettavo tutta questa sincerità, soprattutto da lui. Cerco di non far gioire il mio cuore, prima di avere l'assoluta certezza che quello che dice è vero.
«Sto dicendo che in quella stanza, in quel divano, io non volevo le sue labbra, ma le tue. Non volevo i suoi baci, ma i tuoi.» mi sfiora la mandibola con la sua bocca carnosa mentre il respiro si fa sempre più profondo ed intenso. Chiudo gli occhi in preda ad una sensazione leggera, nel frattempo che lotto contro la mia buona volontà nel resistergli.

«E perché stavi comunque per cascarci?» sussurro con voce flebile, mentre lui appoggia la sua fronte sulla mia e continua a sfiorarmi la guancia ormai accaldata con le nocche delle sue mani.
«Perché il pensiero di te e Jacob insieme mi stava mandando in tilt il cervello, come questo tuo cazzo di profumo alla vaniglia.» serra la mascella modellando il suo corpo contro il mio, per poi far aderire del tutto la mia schiena contro il muro gelido.

«I-io n-non...» mi blocco sentendo la gola sempre più secca. Sto cercando di pensare e capire se dirgli che io e Jacob non siamo stati mai insieme o se questo farebbe solo alzare la sua sicurezza.
«Tu cosa?» insiste facendo scivolare la sua mano lungo il mio fianco esile, fino a stringerlo con veemenza. Incastra la sua gamba tra le mie cosce mentre il mio respiro diventa sempre più profondo.

«Io non sono stata con Jacob, non sono stata con nessuno, mai. L'unico che mi ha toccato sei stato tu e nessun altro.»  l'altra sua mano raggiunge la mia guancia che viene accarezzata dalle nocche tatuate di Travis.
Poi, scende lentamente verso la mia scollatura prepotente fino ad arrivare ai solchi del mio seno.

«Sono ancora l'unico e solo che ha fatto questo?» con una mossa repentina mi denuda il seno facendolo schizzare fuori dal reggiseno sotto il top.
Si abbassa all'altezza del mio seno fino a soffiare sul capezzolo. Chiudo gli occhi e stringo i pugni, cercando di calmare la sensazione appagante che sta prendendo il sopravvento su me stessa.
Si avvicina lentamente tanto da torturarmi di più, e prende tra i denti il mio capezzolo ormai turgido per lui. Lo succhia con avidità mentre allo stesso tempo palpa il mio seno con la sua mano poggiata a coppa

Heart on fireWhere stories live. Discover now