Capitolo 54

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MARLENE'S POV:

Seduta accanto al finestrino dell'aereo le nuvole bianche si estendono sul cielo parigino in cui io e Travis stiamo volando. Non avrei mai pensato di fare questo viaggio con lui. In realtà non avrei mai pensato di passare del tempo proprio con lui. Sette mesi fa se qualcuno mi avesse detto che sarei partita a Parigi con Travis mi sarei messa a ridere. Ancora non riesco a crederci.

Travis seduto accanto a me sta ascoltando la musica con le sue airpods alle orecchie. Muove la testa a tempo di musica. Mi perdo un attimo a guardarlo: indossa una maglietta con uno scollo a v bianca da cui si possono benissimo intravedere i suoi tatuaggi neri. Aderisce perfettamente alla sua linea dei muscoli, i capelli all'indietro e la mascella serrata. Se non lo conoscessi potrei dire che sembra teso per via del campionato, ma so che invece questa è l'espressione del suo viso, anzi credo che il campionato sia l'ultimo dei suoi pensieri dato che sa che vincerà. Ne è assolutamente certo.

Gli sfioro la mano che ha appoggiato sul suo ginocchio con la mia. Si volta a guardarmi e mi fa un occhiolino alzando un angolo della bocca. Quando siamo partiti mi ha subito preso la mano quando l'aereo stava per decollare. L'ha stretta forte quando ha capito che ero un po' in tensione e quando ha unito le nostre mani, intrecciandole mi sono subito sentita meglio.

Dopo ore e ore di volo finalmente sento la voce metallica del pilota annunciare: «Signore e signori, buongiorno, è il vostro comandante che parla. Lieto di annunciarvi che fra esattamente cinque minuti toccheremo il suolo parigino. Allacciate bene le cinture e preparatevi all'atterraggio.»

«Finalmente!» esclamo contenta. Travis si sfila le cuffiette e le rimette dentro la scatolina bianca, distende la braccia e si stiracchia. Rocky sta ancora dormendo beatamente. Ha la bocca aperta e sta russando, i passeggeri dietro si sono lamentati parecchie volte, ma non appena Travis si è alzato in piedi e le persone sedute dietro hanno visto quanto alto e muscoloso fosse, hanno chiuso il becco. Devo dire che è stata una scena abbastanza esilarante.

«Non dovremmo svegliare Rocky?» domando a Travis. Lui da un'occhiata al suo allenatore e ride. «Si, dovremmo, ma a modo mio.» ammicca un sorriso malvagio e riprende dalla sua tasca le cuffie. Appena ne sfila una, la infila dentro l'orecchio di Rocky con tale delicatezza che l'allenatore neanche si muove. «Non si sveglia neanche con le bombe, cazzo.» ride a bassa voce.

Mi copro la bocca con la mano per non ridere mentre lui va su Youtube e cerca un suono cercando sulla barra di ricerca: "jumpscare". Attiva l'audio e in un attimo la faccia di Rocky si tramuta. Si sveglia di soprassalto saltando sù dal sedile, emette un urletto di paura sbarrando gli occhi. Io e Travis scoppiamo a ridere con gusto. Mi piego in due dalle risate tenendo la pancia con una mano. «Vaffanculo, Travis.» si porta una mano all'altezza del cuore preso dallo spavento. Travis ride ancora sbattendo le mani sul suo ginocchio. «Siamo arrivati, Rocky.» lo avverto cercando di respirare di nuovo. «Grazie, Marlene, me ne sono accorto.»

Do una gomitata a Travis intimandolo di smettere di ridere, ma lui non riesce proprio. «Ma hai visto la sua faccia quando è saltato in aria?» schiamazza dal ridere e a me vederlo così mi fa solo scoppiare solo il cuore dal petto. Non lo vedo mai così spensierato, forse sarà l'aria parigina ma pagherei per vederlo sempre così sereno.

Quando si riprende Rocky gli dà una gomitata sul braccio per vendetta e prendono a bisticciare come due bambini, che per Travis alla fine non è così tanto preoccupante, ma lo è per Rocky che ha un età. Però devo ammettere che amo il loro rapporto. Per Travis, Rocky è come un padre e anche se non lo ammette, si percepisce a pelle quanto gli voglia bene.

Tra qualche chiacchiera e l'altra, finalmente il pilota annuncia che abbiamo appena toccato il suolo dell'aeroporto di Parigi.

Un paio di italiani seduti davanti a noi, all'atterraggio applaudono le mani e gridano parole nella loro lingua per nulla comprensibili.

Heart on fireWhere stories live. Discover now