Capitolo 47

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MAX'S POV:

«Come stai? Ti fa ancora male?» queste sono le due domande che continua a farmi Leighton da quando ieri sera siamo tornati a casa. Mi hanno dato otto punti alla fine, e la gamba mi tira un po' però sto bene.
«Sto bene, Leigh. Già me l'hai chiesto tipo cinque volte nell'arco di dieci minuti.» sbuffo alzandomi dal letto.

Abbiamo dormito insieme questa notte, ma anche se eravamo nello stesso letto, i nostri corpi erano distanti. Lei era distante. Ci siamo dati le spalle per tutta la notte e devo ammettere a me stesso che questa freddezza non mi è piaciuta proprio.

Leighton si alza dal letto dopo di me e va in bagno, si pozione di fronte lo specchio e si alza i capelli in una cosa di cavallo.

È bella pure di mattina.

Il mio intento ieri era quello di scegliere Milena solo perché io e Leighton siamo in uno limbo. Ma poi l'ho vista, ho incontrate i suoi occhi e ho pensato che su quella moto non volevo Milena, non volevo un'altra, volevo solo lei.

Così sono andata da lei, le ho dato la bandana e lei ha accettato di fidarsi completamente di me. Lo fa sempre, si fida sempre di me anche quando non dovrebbe. Mi chiedo come faccia, dato che sono un coglione.

Leighton si sciacqua il viso con l'acqua fredda e poi ritorna in camera mentre fumo.
«Hai lezione?» domando quando la vedo prendere le sue cose. «Vai via?» insisto vedendo che non risponde.
«Si, ho lezione, Max. Tanto stai bene, no? La mia presenza non serve più.» dice con un pizzico di fastidio nella voce. Ora che le prende?

«Perché fai così ora?» sbuffo soffiando fuori il fumo.
«Non sto facendo in nessun modo. Non ho nulla da dirti nè niente da fare ancora qua con te».

Ha messo un muro di fronte a noi due e questo è solo colpa mia. Un muro che vorrei sfondare perché odio tutto ciò. L'ho portata io ad essere così e mi dispiace.
Mi dispiace perché la vecchia Leighton mi manca e questo significa solo che l'ho persa.

«Niente da dirmi? Ieri eravamo insieme, abbiamo passato tutta la notte al pronto soccorso e poi abbiamo dormito nello stesso letto. Tu davvero non hai nulla da dire?» chiedo scioccato da questo suo comportamento. Questa non è decisamente la Leighton che conosco.

«Cosa vuoi che ti dica, Max? Tanto poi tu mi diresti che non sei pronto e che non vuoi niente di più se non la tua vita da play boy. Sono stanca di dire sempre le stesse cose e non essere ascoltata.» sbotta stizzita. Non l'ho mai vista così indifferente, tutto questo è strano.

«Sei strana. Sei diversa.» constato guardandola. Le giro attorno cercando di ispezionarla e cercare di captare qualche emozione o pensiero, ma nulla.
«Semplicemente mi sono stancata di andare dietro a chi non fa nessun passo verso di me.» fa spallucce.

«Ti senti con qualcuno?» domando poi. Mi maledico l'attimo dopo per questa mia domanda, dato che la gelosia sta prendendo il sopravvento. Gira il viso dall'altra parte e accenna una risata amara.
«Patetico.» pronuncia con una risata soffocata «Tutto questo è patetico, Max. Risparmiami questa scenata di gelosia e no, non mi sento con nessuno.» detto ciò mi da le spalle e si chiude in bagno, pronta a fare la doccia.

Coglione.
Questa è la parola giusta per descrivermi.
Mi passo una mano nei capelli per poi strattonarli com una presa salda e mi siedo al bordo del letto.
Le uniche parole che mi rimbombano in testa sono quelle di Marcus quando mi diceva che prima o poi lei si sarebbe stancata. Non capisco se la cosa mi dia fastidio perché lei non mi da più le attenzioni che mi dava prima, oppure perché ho capito che lei non è la sorella che fingo che sia.

Mi accendo un'altra sigaretta prendendo il pacchetto di Marlboro sul comodino. Apro la finestra e mi siedo sul davanzale, ispirando a pieni polmoni l'aria fresca della mattina. La nicotina e il venticello che entra dalla finestra mi fa leggermente calmare.

Heart on fireOnde as histórias ganham vida. Descobre agora