.Capitolo 3.

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Ci volle una mezz'ora abbondante affinché Lawrence si calmasse, anche se questo non significò staccarsi da Sirio, che nel mentre, per poterlo coccolare, si era seduto in una delle poltrone di pelle del suo studio.

Il professore era di stazza abbastanza grossa, dalle spalle larghe e le braccia possenti, tanto da fare invidia agli anni di palestra di Marcus. Ma quelle enormi braccia erano capaci di confortare il figlio, con una stretta piena di sicurezza e una mano in mezzo ai capelli ad accarezzarlo. Non poteva resistere a sciogliergli il codino per fargli i grattini....soprattutto conoscendo quanto gli piacevano.

Vedovo e senza figli, quel ragazzo era diventato la sua croce, ma anche come un figlio, insieme a Marcus.
Si schiarì la voce per riportarlo alla realtà:<<che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa al bar e poi torniamo qui per fare quattro chiacchere? Direi che hai una lista di reati abbastanza lunga da scontare e una luuuuuuuunga chiaccherata da affrontare figliolo.>> disse Sirio dandogli due pattacchine affettuose di ammonimento sul sedere.

Lawrence di contro voglia si staccò dal professore per poterlo guardare negli occhi. Come diceva Marcus "quando la foresta incontra il mare", l'intesa di quello sguardo era loro esclusiva. <<va bene... mi sento che questa chiaccherata sarà particolarmente dolorosa...>> guardò altrove.

Sirio prese il ragazzo per il mento e poggiò la fronte sulla sua, in un gesto di affetto tutto loro:<< hey.... io ti voglio bene, lo sai, ma stavolta me l'hai combinata grossa. Cosa pensi, che non mi abbiano ferito quelle parole che mi hai detto? Devi capire che sono tuo alleato, per quanto severo e rompicoglioni io possa essere, voglio vederti eccellere. So che nei tuoi studi artistici potresti trovare tantissimo materiale per te interessanti, tra simbolismi, tecniche e storie.... conosco la tua arte, so quanto cuore ci metti nel creare e fidati che gli strumenti che l'università ti darà, ti apriranno a nuovi progetti e idee. Ed è per questo che ti punisco.... sei una testaccia dura, impulsiva quando non puoi fare le cose alla tua maniera, e i canoni dell'uni ti stanno stretti adesso ma sono quelli che poi ritroverai nella società. Quindi adesso andiamo a prenderci un cappuccino, ci rilassiamo un po' che poi.....ti devo dare una riscaldata>> e detto questo gli stampò un bacio sulla fronte.

Lawrence non poté che sorridere, aveva ragione lui, non poteva fare altro e in effetti, sapeva che quella riscaldata avrebbe raso al suolo i sensi di colpa che aveva nei confronti del vecchio e resettare il loro rapporto ....e se le meritava....tanto....
<<va bene papà, ti voglio bene anche io>>

Il cappuccino fu il pretesto per poter parlare di Max, delle dinamiche che lo avevano portato nella vita di Marcus e Lawrence, e di quelle che lo avevano condotto a cambiare scuola e di come, secondo Sirio, sarebbe andata nella nuova classe.

L'artista, rientrando dal bar si era raggelato, camminando di nuovo verso lo studio del padre. Sapeva che la struttura della scuola era antica e che le pareti erano spesse, come il dipartimento di Sirio isolato, nessuno lo avrebbe sentito urlare.

Davanti la porta, il professore annunciò l'inizio della punizione tirando uno sculaccione di dorso mano al povero ragazzo, che entrò nello studio con un salto. <<Bene! All'angolo, sai che fare....>> disse quasi goliardico Sirio mentre si tirava già su le maniche della camicia. Se lo sguardo avesse potuto fulminare, Lawrence lo avrebbe carbonizzato. Essendo stato cresciuto dalla disciplina classica, il professore usava punire in maniera estremanente metodica come altrettanto dura.

L'artista si sistemò con il naso piantato dove le due pareti della stanza formano l'angolo, mettendosi le mani dietro la testa con i gomiti larghi. Sentiva Sirio che aveva iniziato a tirare fuori i suoi stramaledetti strumenti, e freddo sudore gli stava già impregnando la schiena.

Il professore si diresse da lui, lo prese alle spalle afferrandolo per il davanti dei pantaloni per sbottonarglieli: <<Nel mentre che stai qui, vedi di fare mente locale del perché stai per essere punito....>> con un gesto secco gli abbassò pantaloni e boxer fino alle ginocchia <<...e severamente anche.>> decretò, per poi lasciarlo lì all'angolo mezzo nudo a rosolare dall'ansia.

Era la prassi, e Lawrence non si sconvolse più di tanto a farsi spogliare, tanto lo avrebbe fatto dopo sennò. Dopo mezz'ora d'inferno, Sirio lo chiamò a sé facendolo trasalire. <<vieni qui....>>. Il ragazzo, tenendosi i pantaloni con una mano, si avviò verso la scrivania, per poi piegarsi a 90, ma quando vide il cane davanti a lui, gli scappò un singhiozzo.
Merda....

Sirio non si fece impietosire, e dopo averlo sistemato, abbassandogli i pantaloni ancora di più e tirandogli su la maglia per scoprirgli per bene le natiche, prima di cominciarlo a colpire in maniera metodica e con tutta la forza del suo braccio, facendo sin da subito strillare Lawrence.

Iniziò a ramanzinarlo a ritmo dei colpi, con tono severo e tagliente, forse facendogli più male delle sberle. Il ragazzo scoppiò in lacrime in appena 5 colpi, non tanto per il dolore, abituato com'era a Marcus, ma per le parole di un padre deluso.

<<Sei indietro di 2 esami, e ti metti a fare il bambino capriccioso quando ti propongo di aiutarti con gli studi e a ripetere, riempiendomi di una vagonata di parolacce e insulti! Ti sembra il modo di comportarsi?? Ti rucordo che negli ultimi 3 anni ti ho educato IO, NON TI HO INSEGNATODI CERTO QUESTO!>>
La sgridata andò avanti per una 40ina di sculacciate, prima che Lawrence fosse in condizioni troppo instabili per poter recepire altro della paternale di Sirio.

Il professore si fermò un secondo, lasciandogli un po' di tempo, sapeva che era stato duro con le parole e che quello che gli aveva detto gli aveva fatto molto male, ma doveva....
<< tirati su, non ho ancora finito però.....>> lo prese un attimo tra le sue braccia. Lawrence trovò confortante il poter sfogare qualche lacrima al sicuro, tra le braccia di Sirio. Sapeva che il peggio era ancora da venire, non aveva ancora pagato le sue mancanze, ma almeno sapeva che era tutto ok tra lui e il vecchio, e che gli voleva bene, e voleva solo il meglio per lui.

Fu il ragazzo a staccarsi dopo un pochino, asciugandosi con le maniche della felpa le guance, uccidendo tutta la voglia di finire di punirlo del professore che rimase intenerito dalla scena:<<dai, finiamo questa punizione così posso stare un pò con te....>> disse Lawrence in un impeto di coraggio.

Sirio sorrise e gli accarezzò il viso: <<di schiena sulla scrivania, forza.>> e appena il ragazzo lo fece, gli tirò su le gambe, tendendo la pelle di cosce e natiche: <<ma che bel culetto, mi era mancato vederlo così arrossato!>> disse, dandogli un pizzico sulla pelle arrossata, di prendere in mano il cane, quasi sentendo tutte le bestemmie che il figlio gli stava tirando.

<<saranno 50 con il cane.....>> sentenziò il professore, ma prima che potesse cominciare, Lawrence lo interruppe con un urletto: <<50?!?!? MA SEI IMPAZZITO??? Mi ammazzerai!!!>>
Sirio scosse la testa: << no, non ti ammazzeranno, ti faranno solo tanto male. Sopravviverai tranquillo, spero solo che ti entri in testa un po' di buon senso!>> e detto questo, rimise il figlio in posizione, e fece sibilare il cane la prima volta sulla pelle del ragazzo, dove le cosce si attaccano alle natiche.

Dopo 49 colpi, urli soffocati e singhiozzi riempivano lo studio: l'artista aveva il viso nascosto nell'incavo di un gomito mentre l'altro braccio era bloccato dalla salda presa del professore della mano che gli teneva su anche i pantaloni e le gambe. Il povero sederino di Lawrence era rosso acceso, con righe color uva matura che gli solcavano le natiche e poco sotto sulle cosce. Alla 50 esima Sirio poggiò la bacchetta sulla scrivania, prima di abbassargli lentamente le gambe e tirando su in piedi in ragazzo, sostenendolo.

Lentamente lo accompagnò per la mano, ancora piangente  verso il divano. L'uomo se lo prese in braccio, in modo tale che il povero culetto stesse comodo, lasciandogli tutto il tempo per calmarsi, cocconandolo dolcemente e riempiendolo di baci sulla testa e sulla fronte, sussurrandogli parole dolci, dopo quelle dire con le quali lo aveva sgridato.
<<va tutto bene, tutto finito, papà è qui...>>

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now