.Capitolo 46.

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Sirio si risvegliò un paio di ore dopo il bagnetto, più "pesante" del solito , perché stavolta non solo Marcus e Lawrence erano pesantemente addormentati al suo fianco, uno a destra e l'altro a sinistra, stretti a lui come due cozze, ma anche Max aveva deciso di addormentarsi con loro, proprio sul largo petto dell'uomo.

Il professore rimase lì a guardarli, intenerito dalla scena: entrambi i ragazzi grandi avevano un braccio intorno alla vita del più piccolo, a proteggerlo, e tutti e tre dormivano profondamente ma, per fortuna, sogni tranquilli. Sirio sospirò, affondando la testa nel cuscino, preso da un pò di pensieri: badare a tutti e tre sarebbe stato un impegno enorme, come uno stress non indifferente, ora che anche Max era entrato in famiglia in maniera più che ufficiale (era la seconda sculacciata che si prendeva, quindi ormai la cosa non era più ufficiosa).

Da quando i ragazzi più grandi erano entrati nella sua vita, era certo che i suoi capelli bianchi fossero raddoppiati, per non parlare di tutte le volte che lo facevano arrabbiare e urlare, degli infarti che si era preso certe volte quando i ragazzi facevano una stupidaggine epocale, rischiando anche di farsi male, e di un crescente dolore alla spalla con il quale ormai conviveva, per tutte le punizioni che aveva dovuto amministrare.

Nessuno gli aveva detto che essere padre sarebbe stato facile, certo, ma di solito un uomo fa un figlio e piano piano impara a fare il papà, e poi forse ne fa un altro; lui invece si era ritrovato, di punto in bianco, nel peggior momento della sua vita, due ragazzi da crescere e ora un terzo, anche lui piovuto dal cielo, senza avere a minima idea di cosa fare.

Preso da questi pensieri un pò preoccupati, fece una seconda volta cadere lo sguardo sui ragazzi addormentati, e, sorridendo, si ricordò perchè lo stava facendo: l'orgoglio di vederli crescere in uomini buoni e giusti, con una moralità e un'educazione ottima, la gioia di sentirsi parte della loro felicità, di essere spettatore dei loro successi. Questo era fare il padre, con i suoi pro e i suoi contro, e Sirio amava farlo, ora più che mai.

Li strinse forte a sè, sorridendo felice dell'impegno che aveva deciso di prendersi 3 anni fa e che ora, con Max, aveva rinnovato. Lui era il loro papà, e nessuno poteva dirgli il contrario. Tutto questo movimento svegliò leggermente Lawrence, che si stropicciò gli occhi, striracchiandosi un pò, per poi guardare con i suoi occhioni azzurri Sirio, che gli sorrise.

Sbadigliando il ragazzo si accoccolò con il viso nell'incavo del uomo, cercando di svegliarsi:<<....ora mi alzo... dammi 5 minuti...>> disse assonnato. Sirio gli diede un bacino sulla fronte, cominciando a coccolarlo. Finchè la suoneria di un cellulare non svegliò tutti.

Max e Marcus si tirarono sù mezzi addormentati, e Lawrence non potè trattenere un imprecazione. Il professore si guardò intorno, era il suo telefono, ne era certo, ma chi mai poteva essere alle 19 di sera? <<Macu, tesoro, mi passi il cellulare dal comodino perfavore?>> chiese gentilente Sirio, anche lui voglioso come i suoi figli di tornare a letto a farsi le coccole, svegliandosi con più calma.

L'angelo sbuffò, e alzandosi a carponi nel letto, gattonò fino al comodino, passando il cellulare al padre:<<sì papo, però la Cavalcata delle Valchirie come suoneria non si può sentire!!!>> disse un pò innervosito dalla prepotenza della musica. Sirio ridacchiò:<<e non hai sentito che ho come sveglia! Pronto... >> disse, prima di rispondere, sentendo Max riappoggiarsi sul suo petto, e anche Marcus tornare giù al suo posto, appiccicato all'uomo.

<<Luciano che vuoi?>> domandò Sirio abbastanza scocciato. Era il preside della sua scuola, ma era ormai, insieme ad Agnese, un caro amico oltre che a uno stimato collega. Era un uomo sulla 50ina, poco più vecchio del professore, anche lui di grossa stazza anche se alto "solo" 1 metro e 80, dai capelli neri come la pece e gli occhi scurissimi e la voce profonda. Non a caso Sirio lo prendeva in giro dandogli del boss mafioso o del lupo mannaro.

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now