.Capitolo 17.

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Marcus, arrivato in bagno, stese un asciugamano a terra e fece sedere Raphael, così da poter avere più spazio per poter gestire il materiale medico. Prese la cassetta del pronto soccorso, iniziando a creare batuffoli di cotone e a tirare fuori il necessario per medicarlo. Il mulatto teneva la testa bassa e deglutiva rumorosamente, avendo un nodo alla gola, se a inizio serata era partito come un ciocco di legno, adesso era diventato marmo, ancora più teso e rigido. Mostrò come la vita gli avesse insegnato a mantenere una calma glaciale, anche se dentro di lui stava crollando tutto.

Marcus si mise a medicarlo con delicatezza, con il cotone imbevuto di disinfettante, e non ottenne alcuna reazione, nè di dolore, né si altro, dal ragazzo:<<.....non devi comprimere così le emozioni..... ti sembra che vada tutto meglio lì per lì, ma in realtà le accumuli, e poi succede come stasera, che basta una scintilla e salti in aria.>> gli disse di punto in bianco, con la voce che avrebbe usato con Max, da fratello maggiore, mentre continuava a tamponarlo.

Raphael rimase un pò sorpreso da quelle parole, così sincere, ma non si mosse dalla sua condizione di apatia:<<non puoi capire.......>> disse solo. Marcus alzò un sopracciglio:<<cosa? Come è vivere nella tua situazione famigliare? No... ma credimi, nessuno in questa casa è digiuno di genitori di merda..>> disse con tutta naturalezza. Il mulatto lo squadrò, con espressione scettica: aveva sentito parecchi adolescenti stressati dire la stessa cosa, per poi lamentarsi di genitori nella media, che la peggiore cosa che gli avevano fatto era non comprargli l'iPhone x con 1400€ di stipendio mensile e una famiglia di 5 da sfamare.

Marcus lo guardò un pochino più duro, era una sfida quella?  A chi stesse o avesse sofferto di più? Bene: <<allora.... i genitori di Lawrence lo hanno maltrattato sin da quando era nato, facendo enormi favoritismi per suo fratello, uno scapestrato che è finito anche in galera, e quando hanno scoperto che era gay lo hanno cacciato di casa dandogli del mostro. Max prima suo padre lo ha abbandonato, dicendogli che andava da un figlio e moglie migliori, e poi sua madre è morta in un incidente d'auto meno di un anno fa, gettandolo in un vortice di bulimia, depressione e autolesionismo. Io mi sono ritrovato il padre di Max come patrigno, che quando scoprì da mia madre che ero omosessuale, mi riempì ogni giorno per 6 anni di cinchiate, cercando di farmi "tornare etero", poi è morto di cancro, e mia madre, drogata e alcolizzata, non mi ha mai difeso e poi è sparita..... ah e Sirio è sia orfano da quando ha 5 anni che vedovo, ha assistito sua moglie per 5 cicli di chemio, lei ha combattuto fino alla fine e lui se ne è preso cura, per anni, sapendo che, per il cancro, se fosse guarita, non avrebbero potuto avere figli...ma alla fine quella malattia gliel'ha strappata..... RIPETO, tutti, in questa casa, sono reduci da situazioni di merda...>> concluse secco.

Raphael rimase un pò scioccato, soprattutto perché non si sarebbe mai aspettato di trovare qualcuno che forse, dopotutto, lo capiva. << quindi....voi e il professore?>> chiese, non riuscendo a capire quelle dinamiche. Marcus sorrise:<< ci ha "adottati"... siamo scappati da Roma per venire a Milano 3 anni fa e, conoscendoci per caso, siamo finiti così>> disse con tutta naturalezza. Raphael si ritrovò ancora più confuso:<<come può un uomo raccattare due ragazzi e chiamarli figli??? Scusami ma non riesco.....>> disse, lui che nato naturalmente da una donna e un uomo, non era considerato da loro stessi figlio.

Marcus lo squadrò, davvero questo ragazzo era così estraneo al concetto di amore, affetto e famiglia da non capire? Non si scompose, e sedendosi davanti a lui, cercò di spiegargli:<< beh, con il tempo, i rapporti cambiano, e cambiano anche gli affetti. Non per forza, se non ricevi amore da una parte, non lo riceverai mai nella vita. La stessa cosa è successa a me e a Lawrence con Sirio: ci siamo conosciuti per caso, siamo diventati conoscenti, poi amici, e poi, dopo alcune "dinamiche particolari", ci siamo avvicinati ancora di più, noi abbiamo fatto del professore un importante punto di riferimento, e lui si è preso cura di noi. Famiglia non è per forza sangue del mio sangue, basta pensare a me e a Max, che non ne condividiamo neanche una goccia ma siamo fratelli.>>

Raphael abbassò lo sguardo e si strinse a sé, chiudendosi un pò. Non capiva quelle dinamiche, perché non le aveva mai vissute. Per lui famiglia era sinonimo di educazione da carcere del sud Corea e apatia. Marcus si rimise a bendarlo, cercando di richiudere alcune ferite. <<ti resterà un buco nel sopracciglio, mi dispiace...>> gli disse l'angelo per smorzare la tensione.

Il mulatto si fece coraggio, forse c'era speranza anche per lui, di trovare un posto nel mondo, così disse pianissimo: <<non.....non posso mostrarle. Le emozioni, dico, riguardo a prima. Mi è stato insegnato di non piangere, lamentarmi, di tenermi ogni mia cosa per me perché dava fastidio, a mettermi un sorriso in faccia sempre senza far trapelare nulla. Non....non ho mai fatto i conti con nulla di quello che ho dentro, ho sempre concentrato tutte le mie forze e il mio pensiero altrove..>>

Marcus sorrise, per poi, non resistendo più, fatto com'è, abbracciare il ragazzo, che rimase per parecchio tempo senza sapere cosa fare, ma alla fine si sciolse, assaporando quel calore e quell'affetto che tanto gli era mancato:<<.... qui sei al sicuro Raphael, non devi nasconderti né avere paura. Se tu vorrai stare qui, non per forza fidanzato di mio fratello, anche come amico, ci sarà sempre un posto per te. E se succederà qualcosa, non devi temere le conseguenze, non ci avventeremo addosso a te perché hai sbagliato, ti aiuteremo a capire e a uscirne. Appunto..... domani ti spiego come uscire da una situazione come quella di stasera senza far esplodere una rissa..... >> disse alla fine, scompigliandoli i capelli.

Raphael ridacchiò, rimanendo un pò indeciso, non sapendo se staccarsi dall'abbraccio, perché gli sembrava troppo lungo di quelli cerimoniale a cui era abituato a dare, ma in verità non si voleva staccare; era così bello, sentirsi protetti, sentirsi capiti... Marcus gli sorrise, vedendo nei suoi gesti l'indecisione, ma sapendo cosa voleva, lo strinse ancora più forte, con un braccio interno la sua vita e una mano sulla sua testa.

Raphael chiuse gli occhi, e per un momento, non sentì più nulla, se non l'affetto e l'invito di una nuova famiglia.

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