.Capitolo 30 pt3.

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Marcus seguì titubante il padre in camera, sapeva che adesso sarebbero stati dolori di quelli seri. Era emotivamente distrutto, si sentiva una merda e quasi era contento che poi papà gli sarebbe stato addosso con lo studio, almeno sarebbero potuti stare insieme..... arrivati in camera Sirio lo fece entrare e chiuse la porta alle sue spalle, andandosi poi a sedere sul letto:<<forza, vieni qui...>> disse, dandosi delle pacche sul ginocchio.

Marcus deglutì spaventato, e a piccoli passi andò da Sirio, che subito lo afferò per il polso mettendolo supino sulle sue ginocchia, con il busto sul letto. Sentì i suoi pantaloni venire appassati inseme all'intimo fino in fondo alle caviglie, e la mano del professore dargli due patte sul sedere, nudo ed esposto:<< ti avverto, non sarò clemente nè ci andrò giù leggero. Quello che avete fatto in questo periodo, o meglio che fate da quando avete cominciato l'università non va per niente bene! Sono entremamente deluso dal vostro comportamento, so che siete pieni di potenziale e vedere come lo sprecate mi manda su tutte le furie... per questo...> fece calare la prima di tante sculacciate.

Marcus strise forte le lenzuola tra le mani, soffocando in lamento, e cercano con tutte le sue forze di resistere, ma dopo poco, anche a causa del peso emotivo a cui era stato sottoposto, scoppiò a piangere. Sirio amministrò un centinaio abbondante di sculacciate con la mano, riscaldandolo come si deve. Lo sculacciava alternando i colpi, destra, sinistra e centro, conferendo a quel culetto un colorito rosso acceso uniforme. Appena finì la prima passata, senza troppa delicatezza, tirò Marcus su in piedi.

Instabile e piangente, il ragazzo cercò di farsi forza e darsi un contegno: si era completamente dimenticato come fosse Sirio da arrabbiato, dov'era l'uomo dolce, premuroso che stamattina li aveva coccolati nel letto? Era così freddo, insensibile e apatico.... Marcus lo guardò per un pò trafficare con i cuscini, prima di avvicinarsi silenziosamente alle sue spalle, appoggiando la fronte alla sua schiena, cercando calore singhiozzando. Sirio si fermò, sentendo cosa aveva fatto il ragazzo, prima di girarsi e abbracciarlo, stringendolo forte a sè, mentre lo sentiva sciogliersi in un pianto liberatorio sulla sua spalla.

Era stato severo e duro, e purtroppo non era ancora il momento di mollare la presa, ma non poteva resistere a quel disperato richiamo di affetto e sicurezza:<<shh.... va tutto bene Macu, va tutto bene.... anche se ora sono "cattivo" non vuol dire che non vi voglia bene.... >> disse, concedendosi un momento di tenerezza. Ma purtroppo non aveva ancora finito:<<forza, sdraiati sul letto, bacino sui cuscini!>> disse, staccandoselo di dosso.

Marcus tirò su con il naso e  asciugandosi con la manica le lacrime, un pochino rincuorato dalle parole del padre, e si mise in posizione, sentendo subito il professore che lo sistemava. Chiuse gli occhi, non voleva guardare cosa lo aspettava, aveva solo tanta paura, e tanti sensi di colpa, voleva il suo papà, ma sapeva perfettamente che quell'uomo così freddo e severo era frutto delle sue sconsiderate azioni. Sirio prese il cane in mano, facendolo sibilare in aria per testarne la flessibilità, facendo irrigidire Marcus al solo suono:<<considera queste per la tua linguaccia impertinente, per le bugie sullo studio e per la punizione aggiuntiva!>> disse, facendo calare la bacchetta sulle sue natice.

La stanzà fu riempita di singhiozzi e lamenti, un sibilo seguito da un urlo soffocato. Gliene diene solo 20, non volendo esagerare, e gli concesse una piccola pausa; il povero culetto era rosso acceso con i segni delle vergate che tendevano al bordeaux. Marcus si rilassò nel letto, stringendosi la testa tra le braccia, cercando di calmarsi con respiri profondi. Sirio non si fece impietosire, prendendo il mano lo strap:<<ci sei? >> Chiese, non volendo fare del male al ragazzo in un momento di vunlerabilità, se gli avesse chiesto di aspettare un attimo lo avrebbe fatto. Il ragazzo annuì e disse soffocato dalle lacrime:<<....v-voglio solo che finisca...>>

Sirio sospirò, si sentiva una merda a dover essere così severo, ma doveva, meglio non sedersi per giorni, che fare qualcosa in gioventù e pentirsene a vita:<< le ultime 40, e abbiamo finito...>> disse, cercando di essere severo, ma mettendo una punta di incoraggiamento nella voce.
<<considera queste per tutta la faccenda dello studio!>> disse, tornando serio, facendo calare il primo colpo.

Lo strap si rivelò lo strumento più doloroso che avesse mai colpito il suo culetto, pesante come il paddle, formava lividi sotto, dove stava il muscolo, ma pungente come il cane, ne straziava la pelle in superficie. Sirio poi non si limitò all'area delle natiche, ma si spinse anche sulle cosce, arrossendole pesantemente di un colore rosso vivo. Si sarebbero ben sentiti i postumi di questa punizione da seduto...
Dopo un po' fu pure cotretto a bloccare i polsi di Marcus dietro alla sua schiena pur di tenerlo fermo, mentre grida e suppliche riempivano la stanza:<<AGHHH!! PAPÀ TI PREGO, MI DIP...AHHH!! MI DISPIACE!!! STUDIO!! TE LO GIURO!! STUDIO!!! AGHHHHHHHH!>>

Quando ebbe finito, il ragazzo era ridotto a una massa piangente. Se la sarebbe ricordata per un bel pò questa sculacciata. Sirio mise in attò l'ultima parte della sua punizione, prese gli strumenti con cui l'aveva punito e lo mollò lì da solo, in camera, a piangere e a riflettere. Andò in salotto, dove Lawrence stava con la faccia all'angolo, piangendo spaventato: aveva sentito tutto, ed era terrorizzato poiché adesso sarebbe toccato a lui.

Sirio si sedette sul divano, e lo chiamò a sé, ma il ragazzo non si mosse di un millimetro, si limitò a piangere più forte e a supplicarlo con un filo di voce:<<papà....ti-ti prego...mi dispiace......>>. Il professore sospirò, spazientito:<<Lawrence vieni qui! Immediatamente! Se mi ripeto una terza volta, finisci in bagno con le orecchie tirate e la saponetta in bocca, chiaro?>> lo minacciò, ma gli diede tempo di trovare il coraggio di avvicinarsi. Come con Marcus, lo prese per il polso e lo tirò sulle sue ginocchia.

Il biondo scoppiò ancora di più a piangere, ramanzinarlo non avrebbe avuto senso, l'unica cosa che poteva fare era quella di far finire il prima possibile quella punizione. Gli abbassò pantaloni e boxer e prese a sculacciarlo sonoramente con la mano, arrossando il già martoriato culetto dalle vergate della sera prima. Anche con lui si fermò a centinaio, prima di tirarlo su in piedi. Era fragile e instabile come non mai, si stringeva tremando e piangendo le spalle tra le braccia, cercando di darsi contegno e sollievo.

Sirio sistemò un cuscino sul bracciolo del divano:<<forza qui sopra....>> disse solo, freddo come il ghiaccio. A quelle parole il ragazzo pianse ancora più forte, obbedendo: si stese e mentre veniva messo in posizione, prese il suo amato cuscino, stringendolo forte. Era terrorizzato, si erano davvero completamente dimenticati di quanto cattivo, apatico e insensibile, oltre che a severissimo, fosse Sirio quando finiva la pazienza.

Il professore rimase stoico a tutte quelle lacrime, e come con Marcus, gli amministrò il cane per il fatto di essere stato uno sbruffone impertinente a parole e per le bugie sullo studio, lo strap per tutta la questione dello studio, ma alla fine aggiunse 25 frustate con la cinta per la questione non ancora chiusa del progetto non consegnato. Alla fine anche quel culetto era rosso cremisi, fino all'attaccatura del ginocchio, avendo colpito tutta la parte dietro delle cosce, con dei brutti segni viola, che si sarebbero fatti sentire. Lawrence era letteralmente a pezzi, piangeva e basta, non sapendo neanche cosa gli stesse accadendo intorno.

Anche lui fu completamente ignorato, lasciato lì da solo a farse i conti con se stesso e le conseguenze delle sue azioni; Sirio infatti prese il cappotto e se ne andò. Sentiva il cuore esplodergli nel petto a mollarli così, senza una carezza o un bacio per rassicurarli, ma sapeva che doveva farsi vedere arrabbiato e distante, dandogli un apparente necessità di cambiamento per "riavvicinarlo" a loro. Le persone cambiano non perché vogliono cambiare, ma perché sono costrette......

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