.Capitolo 49.

1.6K 85 19
                                    

Poco prima....

Max era confuso ed entusiasta di salire finalmente su una moto: i suoi amici che avevano avuto quella fortuna o possedevano un motorino, gli avevano raccontato che era un'esperienza surreale, di ebrezza, andrenalina e velocità, ma anche molto rilassante, come se si stesse volando, cavalcando un tuono.
Entrato in garage, insieme ai due ragazzi più grandi, la luce sfarfallò appena, facendo illuminare i profili metallici del veicolo.
Infatti gli occhi di Max caddero subito sulla moto di Lawrence, la ormai conosciuta yamaha "wildstar" nera.
Si avvicinò con cautela, l'aveva sempre vista da lontano, mai si era anche solo permesso di avvicinarvisi, temendo l'ira del biondo.

<< ti piace?>> gli domandò l'artista, sorridendo, guardando con i suoi occhioni azzurri il ragazzino, che annuì entusiata. Marcus intervenne, andando verso un telo plastificato nero:<<e non hai visto la mia!!>> disse, prima di scoprire, con tanto di polverone teatrale, una Harley Davidson CVO Breakout, rossa accesa, che fece ancor di più brillare gli occhi dell'adolescente.
<<regalino di papà per i miei 20 anni.... il giorno in cui mi ha insegnato a guidarla..... ci ha poi insegnato anche ad impennare!>> gli spiegò, fiero come poche volte di avere Sirio come padre, ricordando con affetto quel ricordo stupendo.
Marcus e Lawrence si guardarono, erano così contenti di poter essere i "fratelli maggiori fighi", punto di riferimento e anni luce avanti, vedere Max cosi entusiasta e felice di stare con loro, e soprattutto così sereno nel mostrare il suo lato queer, con i ragazzi grandi al suo fianco, a supportarlo e a sostenerlo, oltre che a proteggerlo. Quel rapporto che si stava iniziando a creare, Sirio se lo poteva sognare!

Mentre Max era imbambolato davanti alle moto, i ragazzi si inziarono a preparare. << che fate?>> domandò il ragazzino, vedendo come si stavano mettendo giacche particolari, stivali, guanti e scafandri.
<<Max, le moto non sono un gioco! Soprattutto queste che vanno molto veloci.... ogni motociclista che si rispetti indossa sempre casco integrale, giacca rinforzata, guanti e stivali alti a proteggere le gambe!>> Gli spiegò Lawrence, mentre metteva i suoi mocassini nel portapacchi, pronti per essere sostituiti una volta arrivati al locale.

<<infatti ce n'è anche per te!>> disse Marcus, che prontamente mise una sua giacca rinforzata a Max, e prima che potesse parlare, gli infilò il casco. Quella roba era pensante!
Fece due giri su se stesso, prima di cascare con il sedere a terra, sbilanciato da tutto quel peso.
I due più grandi scoppiarono a ridere, e l'angelo, con un colpo di mano, alzò la visiera al più piccolo:<< tutto bene lì dentro?>> disse ridacchiando.

Max annuì:<< sì! Ho solo.... perso l'equilibrio! Come fate voi a guidare?>> si chiese.
<<abitudine....allora, con chi sali?>> gli chiese Lawrence, mentre, salito in moto, la accese, facendola rombare. Il moretto ci pensò un secondo:<< all'andata con Macu, al ritorno con te! Va bene?>> annunciò, mentre il fratellone lo aiutava a ritarsi su, dandogli il braccio.

Salì sulla Harley, ascoltando attentamente dove e come mettersi:<< piedi lì, punta in basso il tallone che sei più stabile, stringimi forte in vita, o rischi di volare via nelle partenze, va bene? Se hai un problema e vuoi che mi fermi, batti forte la mano sul mio petto, sennò con il rombo della marmitta non ti sento, chiaro?>> gli spiegò tutto Marcus, e appena ottenne un "sì" da quel casco gigantesco sopra quel corpicino minuscolo, accese anche lui la moto.

Il tempo appena per la serranda del garage di aprirsi, ed erano partiti, due saette nella notte, accompagnate dal ruggito del tuono.
Max era felicissimo, andare in moto non solo era bellissimo come glielo avevano descritto, ma era anche una figata pazzesca, si sentiva grande e forte; non vedeva l'ora di raccontarlo a Raphael e ai suoi amici.
L'aria che lo accarezzava, la forza dei motori che si faceva sentire sotto di lui, la velocità!

Strinse forte suo fratello in vita, quante cose erano cambiate: un anno fa lo odiava con tutto se stesso, era certo di aver anche fatto dei disegni, quando era più piccolo, di lui morto, e invece, guarda adesso, erano inseparabili. Max ripensò a quello che gli aveva detto Lawrence quel giorno, a come suo padre aveva reso la vita di Marcus un inferno, e in quel momento, guardando le stelle, stringendo suo fratello e ammirando l'altro ragazzo che anch'esso considerava un fratello, che non avrebbe mai più pensato al passato.

La sua famiglia erano i suoi fratelloni Marcus e Lawrence, il suo papà Sirio e il suo fidanzatino Raphael. Nessun altro e nessuno glieli avrebbe strappati! Strinse forte Marcus, pensando a quelle cose, ottenendo una stretta dal ragazzo, che portata la mano indietro, togliendola un attimo dal manubrio, lo abbracciò come poteva.

Poco dopo, Lawrence si sentì chiamato in disparte, e per fare il ganzo, impennò, facendo un piccolo tratto di strada con la punta della moto per aria, facendo ancora di più illuminare gli occhi del ragazzino più giovane di ammirazione, mentre Marcus scuoteva la testa per quanto il suo ragazzo, fosse dopotutto, un esibizionista anche un po' cazzone.

A 10 minuti dalla destinazione, moto una a fianco dell'altra, attraversando un incrocio a raso, un automobilista ignorò il segnale di stop, attraversando l'incrocio senza guardare, purtroppo proprio mentre passavano i ragazzi.....
Non fecero neanche in tempo ad accorgersene, solo due luci accecanti, e un gran frastuono, di rottami e metallo.................
...........

L'ultima cosa che Max riuscì a percepire, come quella orribile notte che gli aveva strappato via sua madre, furono le sirene dell'ambulanza, e il chiacchericcio dei paramedici, mentre il dolore accecava tutto il resto.

___________________________________

Sirio entrò al pronto soccorso correndo, con gli occhi pieni di lacrime, terrorizzato come mai era stato nella sua vita, seguito a ruota da Agnese e Luciano che lo avevano accompagnato.

Quando l'agente di polizia lo aveva chiamato, annunciandogli che tutti e tre i ragazzi erano stati vittima di un incidente, ogni cosa aveva smesso di avere senso.
"Non può essere vero", "è un incubo" continuava a ripetersi da solo, sperando in cuor suo che nulla di tutto ciò fosse successo, che tutti e tre i suoi piccoli stessero bene. Arrancando e con il fiantone, cercò disperatamente l'attenzione di un medico o di un infermiere, per sapere qualcosa o almeno avere la certezza che tutti e tre erano fuori pericolo, ma sembravano tutti essere estremamente occupati.

Quando le parole "è in arresto cardiaco!!! Prendete il defibrillatore" giunsero alle sue orecchie, Sirio si congelò sul posto, voltando lentamente la testa verso dove aveva sentito quelle nefaste parole.....
.......... quando vide Lawrence sulla barella, sentì anche il suo cuore fermarsi..............

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now