.Capitolo 34.

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Max era seduto su una panchina mentre aspettava di essere venuto a prendere, agitato come non mai. Sapeva di essere in grossi guai, e ancora peggio dover essere in quella situazione con Sirio. Il professore, d'altro canto, aveva una bella nomea di essere severo e spietato quando si trattava di punizioni, quindi temeva per la sua vita e per il suo lato B, soprattutto dopo i persistenti punzecchiamenti dei due ragazzi più grandi a riguardo.

Sirio, dall'altra parte, aveva riflettuto attentamente su come muoversi in una situazione simile: era particolarmente delicata, non conosceva così bene Max da poterlo prendere a ceffoni liberamente quando necessario come gli altri due,  ma capiva la necessità di Marcus e Lawrence di togliersi il peso di fargli da genitori piuttosto che da fratelli, e non poteva biasimarli più di tanto. Erano vissuti da soli, senza una guida genitoriale e costretti a badare a se stessi per anni, e non stava di certo giovando la loro crescita quella situazione quando li conobbe.

Arrivato a destinazione, scese dalla macchina e andò velocemente dal ragazzino, che strasalì nel vederlo:<<Max! Stai bene?>> chiese come prima cosa, e ottenne rapidamente un sì con la testa. Il professore sospirò sollevato, inginocchiandosi davanti alla panchina dove era seduto, per essere al suo stesso livello:<<meno male! Ci hai fatto prendere un infarto scricciolo, che è successo? Perché hai ignorato così le nostre chiamate?>> chiese spiegazioni, con tono tranquillo e dolce.

Max deglutì, guardando dappertutto eccetto che l'uomo, cercando disperatamente di non incontrare il suo sguardo, nel mentre pensando in maniera insistente al fatto che lo avesse chiamato "scricciolo" :
<<a-avevo il telefono in silenzioso....m-m-mi dispiace>> disse con un filo di voce. Sirio annuì:<< va bene, ma non è la risposta al perchè eri tutto da solo per Milano... è successo qualcosa con Raphael per caso?>> domandò. Quando vide il ragazzo chiudersi ancora di più a riccio, sospirò alzandosi in piedi. Porse la mano a Max con un sorriso:<<che ne dici se andiamo a prenderci un pezzo di pizza, così nel mentre, se ti va, facciamo due chiacchere?>>

Il ragazzino, prese titubante la mano dell'uomo, che cercò di metterlo a suo agio:<<conosco una pizzeria qui vicino che fa delle focacce buonissime!>> disse, incamminandosi con Max verso quella destinazione, mano nella mano. Il moretto trovò il coraggio di parlare:<<...sono nei guai, vero?>> chiese affranto. Si stupì quando, prima di rispondere, Sirio lo prese in braccio e gli sorrise:<<purtroppo sì scricciolo, sia perché non si va di notte in giro da soli per una città come Milano, è piena di gentaglia; e secondo perché ci hai fatto prendere un infarto a tutti... anche Raphy era preoccupato! Ci ha scritto lui che eri rimasto solo, e così ti abbiamo iniziato a chiamare... ma adesso non ti preoccupare. Prima parliamo un po', ti va?>> disse, sgridandolo un po' con tono tranquillo ma preoccupato.

<<Raphael vi ha detto che ero rimasto solo????>> chiese, stranito, anche un pò arrabbiato. L'uomo gli sorrise:<<ma certo! Sapeva di averti fatto stare male con quel cambio di programmi improvviso, e non voleva lasciarti triste e solo, così ha chiamato Marcus per dirglielo.>> cercò di spiegargli. Quando vide uno pseudo broncio sul viso del più piccolo, capì immediatamente con cosa aveva a che fare<<Max, lo so che adesso sei arrabbiato con lui, ma pensaci un attimo... se lui non ci avesse detto che eri da solo, magari ti poteva succesere qualcosa di brutto, ed è per questo che dovresti tenere sempre il cellulare rumoroso...>>

Max sospirò nervoso, sibilando tra i denti:<< ... allora è colpa sua se sono nei casini....se non avesse cambiato i nostri programmi..>>. Sirio lo guardò un pò duro:<< ti ho sentito! Non è colpa sua se ha quella situazione familiare, e lo sai! Stare in una relazione, vuol dire anche accettare il limiti del proprio partner. Per ora e fino ai suoi 18 anni, Raphael ha questo limite, che è la sua famiglia, che grava sulla vostra relazione, e lo devi accettare, come lui deve accettare i tuoi limiti! Fa parte della vita di coppia...>> disse, prima di dargli un'amorevole pacca sul sedere:<<e di certo, dovresti essere grato che si preoccupa cosi tanto per te! Non vi va in giro per Milano con il telefono staccato di notte!!!>>

Max brontolò:<<non volevo....... mi andava di stare da solo, ecco..... e non lo sapevo di avere il telefono staccato! Non è giusto che però appena arriveremo a casa Marcus e Lawrence mi saltino addosso come fanno sempre!!>> disse, arrabbiato.
Arrivati alla pizzeria, Sirio lo mise in terra, interrompendo momentaneamente la discussione e presa la pizza, si sedettero in un tavolino fuori.

Il ragazzino si mise a mangiare,  nervoso e silenzioso, non aveva voglia di parlare, dato che sicuramente le avrebbe prese e non poche. Ma Sirio non era quel genere di persona, così cercò di far ragionare il ragazzo con parole serie ma dolci: <<Max, che tu lo voglia o no, sei lo stesso nei guai! Non è colpa di nessuno se non tua... potevi chiamarci e dire che stavi fuori! Cerca di capire i tuoi fratelli quindi, che ti hanno chiamato per 2 ore nel cuore della notte... ci tengono da morire a te, e ci siamo spaventati. Poteva esserti successo di tutto, e lo so che potresti cavillare sul fatto che non ti è successo nulla, ma se la prossima volta invece succedesse qualcosa? Le punizioni servono a questo, a evitare che succeda una prossima volta....>>.

Il ragazzino sbuffò:<< fanno tanto i fighi e i perfettini, mentre me le danno di santa ragione...... mi dispiace non essere un "bravo ragazzo" come loro...>> disse imbrinciato, colto subito dopo di sorpresa dalla risata di Sirio:<< "fighi e perfettini"? Mio caro, ti posso assicurare che anche loro hanno una fedina penale bella lunga, e le hanno anche pagate tutte. Se è per questo, le hanno anche prese sonoramente stamattina! I tuoi fratelli non erano così come li vedi tu ora, quando li ho conosciuti io erano tutto tranne che "bravi ragazzi"! Pensa che Marcus ha cercato di fare persino a botte con me! >> disse, cercando di creare empatia tra la situazione attuale del piccolo e quella dei suoi fratelli.

Max strabuzzò gli occhi:<< sapevo che le prendevano, ma... insomma di tanto in tanto mica... >> cercò, spiegazioni. Il professore sorrise:<< ho l'abitudine di "aggiustare" le cose in privato, ecco perchè forse non sai che le prendono MOLTO SPESSO, e sono anche spesso in punizione.>> disse, tranquillo.
<<ma allora perché non la vedo mai arrabbiato o deluso o a tirargli frecciatine per come si sono comportati??>> chiese, come se quella fosse la routine a cui ero abituato.
Sirio scosse la testa sorridendo:<< e perché dovrei? Se chiedessi a loro come sono fatto, ti direbbero che sono severo ma mai ingiusto. Abbiamo discusso e parlato, hanno scontato la loro punizione e hanno capito il loro errore, perché continuare a fargli del dolore emotivo gratuito? Posso ammonirli, certamente, come talvolta minacciarli, ma cerco sempre di farlo quando siamo da soli, dirlo davanti al altri non gioverebbe a nessuno. >> disse, cercando di spiegare a Max il suo punto di vista.

Finita la pizza, Max e Sirio tornarono alla macchina, con il ragazzino che cercava di camminare lentamente, spaventato da cosa potesse succedere una volta tornati a casa. Capiva il punto di vista del professore, e si era  stupito dal venire a sapere che anche i suoi fratelli perfetti, non erano, dopo tutto, così perfetti e anzi, erano anche loro fissi sulle ginocchia del professore a farsi sculacciare, come lui lo era stato sulle loro.

Ma l'idea di rientrare a casa, prendersi urli e sgridate per ore per poi prenderle di santa ragione, magari dalla manaccia di Sirio che sapeva da leggende essere pesante, non lo allettava proprio. Era già triste per la situazione con Raphael, non voleva stare peggio. Il professore però sapeva di doverci pensare lui questa volta, e per questo, cercò di essere delicato ma serio:<<Max, quello che è successo stasera però, non può essere ignorato... dobbiamo fate quattro chiacchere io e te da soli...>> disse, mentre parcheggiava sotto casa sua.

Oh cazzo....

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