.Capitolo 25.

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Sirio non ci pensò neanche un secondo, e appena il ragazzo di staccò dal suo petto, se lo stese sulle ginocchia, ottenendo qualche lamentela. Lo sistemò sulle sue gambe, mettendogli il busto sul divano e assicurandolo con la mano sinistra, gli chiuse le gambe tra le sue per evitare calci e alzò leggermente la gamba dove stava il culetto per averlo a disposizione per sculacciarlo come si deve.

Lawrence non potè fare altro che prendere un cuscino e stringerlo forte, in 3 anni non erano mai riusciti a scampare una punizione, quindi ormai l'unica cosa da fare era rassegnarsi e sperare finisse presto. Il professore iniziò a dare due carezze alla schiena del ragazzo, per calmarlo:<<sono fiero che tu abbia finito il progetto, questo dimostra che eri partito bene, ma mi fa ancora di più arrabbiare che a progetto finito tu l'abbia dimenticato! Lo so che sei un ragazzo con una gran bella testa, creativa e dall'immaginazione senza limiti, ma devi imparare a capire quando puoi tenere la testa tra le nuvole, e quando devi riportarla qui!>> lo sgridò, facendo calare le prime sculacciate. Iniziò a sculacciarlo piano ma deciso, per aumentare gradualmente.

Ma la sua intenzione di andare per gradi non era quella di Lawrence, che in men che non si dica, scoppiò a piangere nel cuscino. Sirio capì quasi subito che quelle erano lacrime di sfogo, di ansia e tensione, come della consapevolezza di aver fatto arrabbiare il padre. Così evitò di continuare a sgridarlo e si limitò a punirlo, lasciandolo sfogare.
Dopo i canonici primi colpi, i pantaloni calarono quasi subito, il professore voleva fare prima possibile per poter veicolare un messaggio chiaro e conciso, ma anche poterlo prendere tra le sue braccia e lasciarlo piangere al sicuro.

Non furono poche le lamentele quando anche i boxer calarono, scoprendo un culetto bello rosso:<<guarda, hai ancora i segni dei colpi del cane...>> disse, accarezzando le natiche arrossate e con qualche lividino in guarigione:<<ma quante ne prendete? Mi chiedo se almeno un giorno l'anno avrete il culetto senza i postumi di una sculacciata>> disse, scherzando e accarezzando il ragazzo dalla coscia alla schiena, facendolo un po' calmare. <<Sei tu che ce ne dai troppe....>> disse Lawrence, alzandosi un po' dal cuscino dove stava piangendo, con fare da bambino. <<quando inizierete ad ascoltarmi sempre, non quando vi garba a voi, sono certo che diminuiranno anche le sculacciate!>> disse, prima di tornare ad infierire sulla povera carne esposta del ragazzo.

Ognuno di loro aveva il suo modo di combattere le punizioni, Lawrence mettendo il broncio e ribattendo, ma lasciandosi punire, Marcus invece muovendosi come una biscia per evitare i colpi e scappando. Sapeva che più che le sculacciate, era la sensazione di avere torto marcio che davvero dava noia a quei due, dato che, a modo loro, ognuno voleva fare di testa sua e avere sempre ragione.
Ci volle un'altra bella dose di sculacciate sulle chiappette nude per far zittire l'artista nelle sue lamentele, lasciandolo un ragazzino piangente e strillante. Sirio si fermò, dando un' occhiata più attenta alla situazione, la pelle era color cremisi, ed emanava calore come una stufina, si ne aveva prese abbastanza...con la mano.

Gli diede tempo di calmarsi un po', concedendogli qualche coccola:<<shh su su, abbiamo quasi finito. Adesso ci mettiamo sul bracciolo del divano per gli ultimi colpi, chiaro?>> disse, sistemandogli un po' i boxer per coprire le sue intimità, per poi tirarlo su in piedi. Anche se ormai non c'era più granchè imbarazzo tra padre e figli, Sirio riteneva giusto sistemarli per evitare di metterli ulteriormente a disagio, già erano vunerabili come bambini, non voleva di certo distruggerli emotivamente.

Lawrence si asciugò le lacrime singhiozzando, andando da solo a sistemarsi, sdraiato sul bracciolo del divano. Il professore sorride, andando ad inginocchiarsi a livello della testa del ragazzo:<<bravissimo, ora.... questo farà particolarmente male, ma sia perché non ho molto tempo, nè strumenti, sia perché ti meriti una punizione molto severa, è la cosa migliore.>> disse, accarezzandogli la guancia con la mano. Lawrence annuì un po' spaventato, ma si fidava di Sirio. Quando tirò fuori dalla tasca un cavo di un caricabatterie, quasi gli venne da ridere. Particolarmente male? Quell'affarino? Ma vah....

Se ne sarebbe pentito presto. Il professore lo sgridò un'ultima volta:<<che questo ti insegni ad essere più organizzato! È davvero grave essere costretto, per una mancanza così stupida, a saltare un appello! È quasi dicembre questo vuol dire che potrai ridare l'esame a febbraio! Hai perso 3 mesi per nulla! Per questo sarò molto duro anche nella punizione di domani! Ora... saranno 10 colpi, ti lascerò tutto il tempo per riprenderti, per questo li dovrai contare. Quando dirai il numero, vorrà dire che sei pronto per il prossimo colpo, sono stato chiaro?>> disse, ottenendo un sì con la testa dal ragazzo, che ormai si era calmato.

Sirio si tirò su in piedi, aggiustando il ragazzo un'ultima volta, mettedogli sotto al bacino un cuscino per sollevargli il culetto come di deve, facendo si che la schiena fosse coperta anche dall'angolo per evitare di colpirlo in alto, e gli abbassò gli indumenti fin sotto le ginocchia. Lawrence respirava profondamente, lasciando scappare qualche singhiozzo:" sono solo 10 colpi, che vuoi che siano con quell'affare?" Pensò, finché un urlo non scappò dalla sua bocca alla prima vergata, sulla chiappa sinistra.

Era come essere morsi da Satana in persona, un dolore pungente e acuto di propagava dalla zona colpita fino alla schiena, ed era tre volte peggio del cane! Subito riprese il cuscino, strillandovi dentro e stringendolo, mentre non poteva fare altro che agitarsi per far passare il dolore, che non passava! Se un colpo con la mano restava per 5-6 secondi dolorosi sulla pelle, quello era a 30 secondi abbondanti!!!

Sirio gli accarezzò la schiena, cercando di aiutarlo a calmarsi. Entrambi sapevano che non si sarebbe fermato finchè il 10 colpo non fosse calato. Lawrence ci mise due minuti pieni a riprendersi da quel colpo, sia per la sopresa che per il dolore, ormai aveva ricominciato a piangere a dirotto. Con un filo di voce si fece coraggio e disse: <<U-uno...>>
Dopo un paio di secondi, anche la seconda vergata calò, dolorosa come la prima, ma più gestibile, stavolta dalla parte opposta.

Sirio si spostava da sinistra a destra, visto che con il cavo ripiegato in due, solo l'anello in fondo infieriva significativamente sulla pelle, quindi alternava le due parti, per distribuire equamemte la punizione.
Dopo un bel po', con tanti urli soffocati dal cuscino e lacrime, il decimo colpo era calato. Il povero culetto di Lawrence era pieni di segni color violetto, sopra uno sfondo rosso acceso. Gli faceva male la gola per tutti gli urli che aveva tirato, e ormai si limitava a piangere e basta.

Sirio poggiò il cavo lontano da lui, avvicinandosi lentamente per andarlo a sistemare con attenzione, gli tirò su i boxer e i pantaloni senza chiuderli, e appena andò per prenderlo in braccio, Lawrence tese le braccia, verso Sirio, chiedendo amore. Il professore non si fece pregare, prendendolo tra le braccia e stringendolo a sé, proteggendolo da chissà qualche demone che era a tormentarlo.

Il ragazzo pianse, nascosto sulla spalla del padre, al sicuro, protetto. Sentiva le carezze che gli causavano brividi, i baci sulla fronte e sulle guance che cancellavano le lacrime, che pizzicavano e solleticavano per il pizzetto, e sentiva l'amore. L'amore immenso che trasudava da ogni azione del padre, anche quella più dolorosa. Chiuse gli occhi, stingendo sotto i pugni il tessuto della camicia di Sirio, affondando il viso nell'incavo del collo, quello era suo padre, quella era la sua famiglia.....non loro.......

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now