.Capitolo Speciale.

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"5 anni fa...."

Non si sarebbe mia immaginato, in tutti quegli anni vissuti così, di arrivare a rinnegare persino di
esistere.

Lì, sdraiato nel letto, sentiva gli urli dei suoi genitori dal salotto, suo fratello Luca era stato bocciato, ma quello che avrebbe pagato sarebbe stato proprio lui, Michele, chissà con quale motivo.
"Hai fatto confusione mentre studiava, e così lo hai fatto distrarre!!"
"Hai indisposto con il tuo comportamento i professori che avete in comune al liceo, e si sono vendicati su di lui"
"È colpa tua, avresti dovuto aiutarlo! Non mi interessa se è più grande, potevi dargli lo stesso una mano!!!"

Luca aveva 5 anni in più di lui, ed era uno stronzo, viziato, sbruffone e fannullone, ma era il preferito di tutta la famiglia. Ogni volta che si parlava di lui sembrava Gesù bambino nato nel ventesimo secolo, i suoi genitori erano così accecati dall'amore con cui l'avevano ricoperto e viziato, che non si rendevano conto cosa avevano creato. A quanto pare la loro mamma aveva faticato tanto per averlo, e quando era arrivato, è stato un miracolo divino. Anche se papà era quello coi problemi all'uccello...

Michele, infatti, sapeva di essere uno sbaglio, o meglio un corno di sua madre: non era simile a nessuno della sua famiglia, biondo con gli occhi azzurri, e di certo nessuno teneva nascosto l'astio che avevano nei suoi confronti, tra zii, nonni, e anche la sua stessa madre. Era "tollerato". Suo fratello era di certo stato messo parecchi gradini più in alto di lui. Ancora si ricordava in successione tutti i Natali, compleanni e feste, le vedeva ormai palesi i favoritismi che erano stati fatti, ma ormai si era abituato e anzi era contento di ricevere biancheria in sconto, vestiti in super saldo 3 taglie più grossi, o regali scadenti. Meglio degli avanzi del fratello!

Ancora rammentava il suo compleanno per i 10 anni, si erano tutti dimenticati, una candelina su una merendina e un applauso sbrigativo a cena, e come regalo una macchinina di quelle minuscole da 3 euro massimo. Nessuno aveva chiamato per sapere di lui, o per fargli gli auguri. Invece quello di suo fratello era stata una festa enorme, piena di amici e parenti, in un fast food con il castello gonfiabile e il mago, pieno di palloncini e colori, il sogno di ogni bambino...ma sua madre aveva trovato un motivo per metterlo in castigo, seduto in un angolo, su una seggiolina di plastica, per tutta la festa, da solo....abbandonato, mentre vedeva Luca e i suoi amici divertirsi... il motivo? "Almeno non fai qualcosa per rovinare la festa a tuo fratello", aveva detto mamma.

Era sempre stato così, suo fratello veniva prima, suo fratello era meglio, suo fratello aveva più talento, suo fratello aveva più capacità. Anche se i fatti avevano sempre dimostrato il contrario.... Michele aveva da sempre dimostrato di essere meglio, in ogni cosa e questo aveva infuriato i genitori, che gli avevano sempre, di conseguenza, troncato le ali prima ancora che potesse spiccare il volo. Suo fratello aveva frequentato per anni ogni sport immaginabile, iniziando da medriocre e lasciando perché "era troppo bravo", quando in realtà, si era annoiato. Michele prendeva l'attrezzatura usata che Luca aveva fatto comprare ai loro genitori, e provava, ma appena il maestro diceva a mamma e papà che era dotato, i genitori trovavano una scusa per non farlo più andare, talvolta con metodi drastici.

Un giorno, dopo aver dimostrato di essere bravo a baseball, ed era riuscito a tenerlo nascosto ai suoi con un andamento mediocre, era tornato da scuola per trovare tutta l'attrezzatura tagliata, rotta e distrutta, inutile dire da chi. I suoi si erano rifiutati di spendere altri soldi per quelle cose, e lo avevano fatto mollare.
Neanche contarli quanti disegni strappati dopo che il ragazzino aveva dimostrato le sue innate ed enormi doti artistiche, come l'attrezzatura rotta, che era riuscito a comprare con gli spiccioli che era riuscito, per mesi, a mettere da parte, rinnegandosi la merenda o il pranzo a scuola, e soffrendo la fame.

Anche i voti non erano mai abbastanza, un 6 di suo fratello era festeggiato come una laurea, un 9 o 8 di Michele era solo frutto di "ma non ti vergogni? Ti sembra un voto da portare?? Dovresti fare di più..."
Così, aveva iniziato a scomparire, lentamente, inconsapevolmente. Diventare trasparente, per non farsi notare e facendosi scorrere ogni cosa addosso.

Se a lui serviva una cosa, non poteva andare e chiederla come suo fratello, neanche se era una cosa importante come un oggetto per scuola, sarebbe passato per "viziato". Ogni cosa che possedeva era stata di suo fratello, anche i vestiti e le scarpe, che però talvolta di dimenticava di averli dati a lui, o meglio, cestinati, e se li riprendeva con la forza, facendo dedurre che Michele gliel'avesse rubati, il che attirava l'ira dei suoi genitori ulteriormente su di lui.

Era anche diventato la calamita di ogni colpa in casa, il capro espiatorio, se succedeva qualcosa, era colpa di Michele, e il motivo poteva essere empirico quanto voleva, era pur sempre valido per punirlo. Niente cena, niente uscite, niente cellulare, computer e televisore. E il tutto accompagnano con tanti schiaffi in faccia. Per suo padre picchiarlo era come picchiare colui che aveva trombato con sua moglie, era solo uno sfogo, mentre sua madre doveva per forza ignorarlo, per privilegare il figlio di. suo marito per il quieto vivere

E anche quella sera, a stomaco vuoto e con le guance gonfie dagli schiaffi del padre, si stese nel letto, e pregò di non svegliarsi mai più, come ogni notte.
"Un giorno scapperò via!" Pensava, tra le lacrime e le lenzuola:" sì! Me ne andrò via di qui, e aprirò la mia galleria, e diventerò famoso, alla faccia loro e di mio fratello!!! E cambierò nome!!! Già, mi chiamerò Lawrence...."

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now