.Capitolo 30 pt4.

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Sirio prese la macchina e tornò a fare delle commissioni in giro per Milano. Era una prova, voleva vedere se un po' di buon senso era entrato in testa a quei due. No, non li aveva lasciati senza la benchè minima idea di che fare, se loro mai avessero aperto il libro per mettersi a studiare, avrebbero trovato una busta con il programma da seguire, scritto appositamente da Sirio, con ogni giorno, le pagine da fare, studiare, ripetere e schematizzare, e anche la lista di regole e punizioni da seguire per il loro periodo prolungato di castigo di 2 mesi, da lì alla sessione insomma.

C'era andato leggerissimo quel giorno, con un capitolo a testa, quello introduttivo, visto che il libro non era mai stato aperto e un riassunto delle cose più importanti. Li aveva anche lasciato, presi la mattina stessa, tutto ciò che gli sarebbe potuto servire per mettersi a preparare come si deve un esame, in quaderni nuovi e cancelleria, pretendendo, tra le regole, ordine e buona scrittura negli appunti, che, come spiegava, sarebbero stato fondamentali per ripetere alla fine, in vista dell'esame.

Sarebbe bastato che aprissero il libro.
Sirio riflettè attentamente su come comportarsi, non poteva continuare ad ignorarli o a essere gelido o severo con loro, anche perché, nonostante ci riuscisse, odiava farlo. Tornò a casa dopo un paio di ore, era ormai pomeriggio, e qualcosa gli diceva che non avevano neache mangiato.

Entrò in casa, e quello che vide fu una soddisfazione, erano testa in cassetta sui libri, avevano trovato la busta e si erano messi a lavorare, con parecchi cuscini sotto al sedere! Sirio sorride tra sè e sè, non volendo dargliela ancora del tutto vinta. <<avete mangiato?>> chiese, con tono normale, anche un pochino sereno. I due, che non avevano alzato la testa un secondo dal libro, forse più per paura che per concentrazione, ma erano arrossiti in viso perché erano letteralmente due bambini che erano stati messi a fare i compiti dopo una sculacciata, scossero solo la testa.

L'uomo sapeva che si stavano contenendo, erano arrabbiati con lui per la linciata, ma anche estremamente tristi e emotivamente distrutti, conosceva quegli occhi, se apesse aperto le braccia, gli sarebbero saltati addosso. Decise di stuzzicarli un pochino:<<allora preparo qualcosa, risotto?>> chiese, ghignando. Ottenne un "NO" secco e duro, che lo fece ridacchiare. Andò da loro fingendo di controllare cosa stessero combinando, in effetti stavano facendo gli schemi, come aveva detto lui.

I due ragazzi fecero finta di nulla, anche se a fatica, volevano tenergli il muso ma allo stesso tempo desideravano le sue attenzioni e il suo affetto più di ogni altra cosa, Sirio sapeva di avergli fatto più male lasciandoli da soli a piangere che con tutte le sculacciate che gli aveva dato.
Anche lui lasciò correre e si mise a cucinare qualcosa al volo.

Finirono di studiare, passarno fortunatamente indenni il controllo del professore e mangiarono in silenzio, in un'aria tesa come una corda di violino: stavano facendo a gara a chi avrebbe mollato prima la presa tra loro e il padre, ma Sirio ci vedeva più lungo, e disse, una volta sparecchiato:<< io vado a stendermi a letto, mi metto a vedere di là un film.... se volete c'è posto....>>

Lasciò la cucina, andando in camera a sistemarsi, si mise finalmente in tuta e nascose delle cose nel comodino, prima di mettersi a cercare un film da vedere. "5....4.....3.....2.....1...." pensò e allo scattare dello zero, "qualcuno" busso alla porta di camera sua. I due ragazzi fecero capolino, con sguardo basso e quasi timorosi del padre dopo il rampage di quella mattina. Marcus deglutì rumorosamente, prima di trovare il coraggio di chiedere:<<che...che guardi?>>

Sirio alzò le spalle:<<boh... sto scegliendo....>> disse solo. I ragazzi si guardarono imbarazzati, e trovarono finelmente il coraggio di spiccicare due parole:<<papà..... ci....... ci dispiace.... davvero>> disse con un filo di voce Lawrence, seguito da Marcus che trovò anche lui il coraggio di parlare:<< hai ragione, come sempre.... ci siamo comportati da coglioni nei confronti dell'università, ci dispiace davvero!>>

Siriò annuì sorridendo., sperava potessero finalmente chiuderla lì e ricomiciare, ma i ragazzi fecero per andarsene:<<b-buon film...>>.
L'uomo sospirò, che attori melodrammatici, doveva davvero farlo lui? Sbussò esasperato, che bambini, e disse:<< se volete restare qui, lo potremmo scegliere insieme...>> disse aprendo le braccia e sorridendo. I ragazzi lo fissarno un pochino, quasi increduli, prima di gettarsi addosso a lui, in lacrime.

Sirio li prese entrambi in braccio, stringendoli forte a sè, riempiendoli di tutti quei baci e quelle carezze che prima di era importo di non dargli. Li lasciò sfogare e piangere, dopo la paura e lo stress che avevano sopportato, l'angelo con il viso nascosto sulla sua spalla e il biondo sul suo pettò. Dopo un pò cominciò anche a rassicurarli a parole, dicendogli che era tutto okay, che erano bravissimi ragazzi solo un po' testardi, che avrebbero di certo recuperato e lo avrebbero reso fiero, più di quanto non lo era già, e che gli voleva un mondo di bene.

Quelle parole così dolci, furono bellissime come il paradiso ma dolorose come un ferro rovente per i due, che pieni come erano di sensi di colpa, si sentirono indegni di tutto quell'amore e quella pazienza. Ma Sirio non aveva intenzione di lasciarli di nuovo stare male, e li avvolse a sé con una coperta, mettendosi straiato a letto come quella stessa mattina prima del casino.

Piano piano si calmarono, soprattutto con il professore che non li mollò neanche per sbaglio. <<volete un massaggino per caso? Che dopo non transigo, nanna per tutti e due che siete morti....>> disse, e i due annuirono, cominciando subito a battibeccare su chi dovesse andare per primo a prendersi qualche coccola sul culetto martoriato. Vinse Marcus e Lawrence mise il broncio, stavano bene, si erano ripresi.

Sirio si prese tutto il tempo necessario per coccolarli e fagli un po' di sollievo dal bruciore, massaggiandoli con l'arnica fresca, per poi metterli a letto a riposare, anche se nessuno dei due sembrava desideroso di dormire, ora che il padre li riempiva di attenzioni e coccole. Con ogni scusa possibile cercavano di distrarlo dall'idea di farli dormire, e anzi chiedevano timidi altri crecchi o grattini.

Il professore scosse la testa, disperatamente contento che stessero bene:<<basta! Ora nanna, dovete riposarvi un pochino, è stata una giornataccia per tutti e tre, io ho la spalla distrutta e voi il culetto! Visto che vi starò addosso per due mesi, se fate i bravi avrete tutte le coccole che volete, avete lettole regoline che vi ho scritto no?>> disse, dandogli ancora baci e ancora coccole per convincerli. Finalmente rivide quei sorrisini monelli sulle loro labbra, quegli occhietti vispi che cercavano di farlo ammattire e quelle guanciotte rosse ogni qual volta in complimento o un bacino li raggiungesse.

Gli rimboccò un'ultima volta la coperta, sperando che finalmente la smettessero di fare i birbanti (anche se era impossibile) ammonendoli con il sorriso:<< se non la smettete, uso le cattive eh!>> disse, vedendoli illuminarsi, sapevano QUALI cattive. Sorpirò, mettendosi in mezzo a loro e prendendoli in braccio:<<va bene, bimbanti....>> disse, dandogli un ultimo bacino. Fece mente locale, cercando di ricordarsi le parole, prima mi mettersi a cantare, con voce soave, una ninnananna russa, che aveva imparato anni addiero dalla sua Selene, e che, come un incantesimo, riusciva a farli sempre dormire. 1

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