.Capitolo 24.

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Sirio era rimasto a pensare un po' a quello che era successo mentre sistemava i carboni sulla fiamma per fare la brace, sentendosi Efesto che forgia la folgore...per lui qualquadra non cosava....
Il ragazzo aveva qualcos'altro da nascondere, o qualcosa di bello grosso per la testa. Ormai li conosceva meglio di se stesso quei due, li aveva visti quando erano più tristi, felici, arrabbiati e vulnerabili, e di certo qualcosa era per la testa di Lawrence.

Ragionò per un pò su come punirlo e dove, capiva la sua necessità di sentirsi apposto con la sua coscienza, ma sapeva che non poteva di certo dargli stasera tutto quello che si meritava. Finalmente gli venne in mente un piano, così mise i primi pezzi di carne, quelli a cottura lentissima, sulla griglia e rientrò in casa.
Si trovò anche lui tre paia di occhi curiosi addosso:<<non guardatemi così! Non è affare vostro, non metterò ancora più a disagio Lawrence parlandogli alle spalle...>> disse abbastanza serio, con uno sguardo da "state zitti". Tutti tornarono a fare il loro, non vogliosi di stuzzicare l'uomo già arrabbiato.

Sirio entrò nella camera da letto dove aveva mandato il ragazzo a riflettere, e lo trovò seduto sul letto, perso nei suoi pensieri. Appena ritornò alla realtà e vide il professore trasalì, ma Sirio gli accennò un sorriso per farlo calmare. Qualcosa non andava di certo, non era un comportamento normale quello per gli standard del ragazzo.... <<su, andiamo...>> disse l'uomo prendendolo per la mano, e Lawrence non potè fare altro che seguirlo. <<Marcus, ho lasciato la carne sulla brace, quella a cottura lenta, dacci un occhio! Noi torniamo tra 20 minuti...>> disse mentre delicatamente spingeva il biondo fuori dalla porta d'ingresso.

Lo portò nella taverna che stava sotto il garage, posto ideale per stare lontani da occhi e orecchie indiscreti; Sirio aveva provato sulla pelle l'umiliazione pubblica nei collegi dove aveva passato tutta la gioventù, e lo riteneva un metodo correttivo abominevole, che rovinava autostima e amor proprio, come reputazione. Era solo un carico emotivo che fungeva come benzina sul fuoco se si voleva correggere un comportamento, perché umiliando una persona in quel modo, andavi sono a mettertela contro ancora di più.

La taverna era molto bella, antica, era stata scoperta dai ragazzi durante i lavori di ristrutturazione e l'avevano trasfornata in una cantinetta ma anche in uno spazio ricreativo per scappare dalla calura estiva, essendo molto fresca, mettendoci un paio di divani, un televisore e un frizer industriale per tenerci un po'di tutto. Inoltre avevano anche messo fissi due deumidificatori, visto che trasudava umidità, e riuscivano a riciclare in quel modo molti litri di acqua, oltre che a creare un rumore di sottofondo.

Una volta entrati, Sirio chiuse la porta alle sue spalle, mentre Lawrence si andò a sedere in uno dei due divani, quasi rasseganto. "Dove sono le lamentele, le scuse supplicate, le fughe? Non è normale che accetti così una punizione...." pensò il professore, prima di mettersi davanti a lui, in piedi:<<o sputi subito il rospo o te lo faccio sputare io dopo che ti ho arrossato il sedere, deciditi...>>
Lawrence si ritrovò un po' con le spalle al muro:<<come sai che.....? Non è niente, davvero. Finiamo questa cosa così possiamo goderci la serata...>> disse, cercando di depistare l'uomo.

Sirio alzò il sopracciglio scettico:<<Lolly, quella che hai addosso non è ansia di una coscienza sporca, è qualche idea che ti sta traviando il cervello, te lo dico io. Vi conosco come il palmo della mia mano, quando lo capirete... io posso scommetterci la testa, tu il progetto l'hai fatto, ti sei scordato di consegnarlo, ma non te ne frega nulla, perché voglia di studiar saltami addosso, per te un appello in più è una manna dal cielo, fannullone! >> disse, con una voce un po' canzonatoria da padre.

Lawrence alzò gli occhi al cielo. Bingo! Aveva ragione il professore. Sirio sospirò e si sedette accanto a lui, stringendolo:<< questo non toglie che sei in un mare di guai, ma prima risolviamo questa faccenda... perché anche se ti "pulissi la coscienza", sono certo che staresti ancora male. Perché mi sfuggite così? Sono passati tre anni, non vi ho dimostrato abbastanza che vi voglio un bene dell'anima, che io ci sono per tutto e che a me potete dirmi tutto?>> disse, con dolcezza ma rimprovero.

Lawrence si fece coraggio:<<certe cose non vogliamo affrontarle. Quando abbiamo lasciato Roma, ci siamo chiusi alle spalle tutto quello che ci è successo, e vedere che certe cose dopo anni tornando, ti fanno credere che davvero non hai chiuso un bel niente. Cerchiamo quindi di ignorarle, perché non è possibile che dopo 4 anni, ancora ci siano certi pensieri e incubi e flashback..... mi sembra di non essere cresciuto per niente a pensare ancora certe cose.......>> disse, con gli occhi pieni di lacrime.

Sirio lo prese in braccio, mettendolo sul suo petto:<<se chiudi un demone in cantina, non l'hai sconfitto, hai solo rimandato il momento in cui sarai costretto ad affrontarlo.... è stata la vostra vita per 18 anni quella che vi siete lasciati alle spalle... come dico anche a quel testa dura del tuo ragazzo, è normale che queste cose tornino, perché dovete affrontarle, non ignorarle. E io sono qui con voi, non siete soli. Non abbiate paura di dover affrontare di nuovo quell'inferno da soli, papà è qui, non vi abbandonerà mai. >> e detto questo, gli diede in bacio sulla testa, seppellita nel suo petto a cercare riparo.

<< possiamo parlarne domani con calma? Per favore... non voglio rovinarmi la serata, voglio divertirmi, stare con la mia famiglia. Domani pomeriggio ci facciamo una tisana e te ne parlo...>> disse, e Sirio non potè che annuire, non poteva costringerlo a parlare, se gli aveva detto domani, sarebbe stato domani senza ombra di dubbio. <<però le prendi sia stasera che domani, sappilo>> disse tranquillamente. Lawrence lo guardò sconvolto:<<COSA?? Ma dai no, suvvia, non mi sono consegnato per farmi punire, hai visto era altro...DAIIIII>>

Il professore sorrise, ecco il suo ragazzo, questo era un comportamento normale per una punizione, stava meglio. << no, no, no>> disse scuotendogli il dito davanti al naso:<< hai da scontare il fatto che tu me l'abbia tenuto nascosto, che salterai un appello, che sei un disorganizzato irresponsabile, e che su questa cosa ci siamo già passati un bel po' di volte, quindi hai davvero bisogno di una "rinfrescata"!!>> disse Sirio, mentre Lawrence lo guardava sconvolto.

<<quindi le prendi sia oggi che domani, non si discute, è una cosa troppo grave ed è giusto che ti punisca ora che l'ho scoperto, per fartelo restare bene in testa, e domani ci sarà la punizione vera e propria, ovviamente scontata perché stasera non ci andrò giù leggero....>> in tempo 30 secondi, il ragazzo si attaccò al suo petto piagnucolando, e pregandolo di non farlo. <<smettila di fare il bambino capriccioso, lo sai che non ti salverai...>> disse, non resistendo però a dargli qualche pacca sul culetto affettuosa.

Finalmente l'artista decise di staccarsi, mettendo il suo classico broncio:<<però.....se fai il bravo.....>> disse Sirio, lasciando la frase a metà, per attirare l'attenzione del ragazzo:<<domani andiamo insieme a prendere un agenda, così inizi ad organizzarti come si deve, ma se mi fai vedere il progetto....e vedo che è fatto bene..... la punizione l'hai scontata... potremmo passare per un certo negozio...>> disse, guardando come gli occhi azzurri del suo piccolo si illuminavano emozionati.
<<su forza allora, sulle mie ginocchia, ho un sederino da arrossare...>>

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now