.Capitolo 7.

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Raphael camminò da solo per le strade di Milano per altri 15 minuti prima di arrivare a casa. Era felice, estremamente felice per quello che era successo, non si sarebbe mai aspettato di poter finalmente provare ad essere se stesso. Sin da quando ne aveva memoria aveva sempre dovuto mantemere un conportamento esemplare.

La sua era la famiglia di imprenditori più importante di Milano, nonché una delle ultime famiglie di origine nobile emigrata da Dubai. Per la loro attitudine a essere sempre in copertina di qualche rivista, Raphael era stato cresciuto da severe tate e maestri di etichetta che lo avevano impostato su quella lunghezza d'onda.
I suoi genitori non avevano tempo per lui, che era stato soltanto un piccolo intralcio, un errore.

Aveva due fratelli e una sorella maggiori, anche loro cresciuti sotto la stretta e severa impronta della maschera che dovevano portare per poter far si che la loro famiglia avesse sempre un sorriso a 32 denti da mostrare a un fotografo e nessuno scandalo a macchiare la loro storia.

Ma loro erano più importanti, e dopo anni di apatia i genitori iniziavano, ormai adulti, a dargli rari accenni di affetto, soprattutto fuori di casa. Loro avevano una carriera molto importante da proseguire nelle migliori università del mondo, riempiti di riconoscimenti e lodi. Raphael era nomale, non amava stare sotto i riflettori, era uno studente eccellente ma niente a che vedere con la lunga serie di eccellenza dei fratelli.

Erano stati cresciti tra la verga e la cinta, non potevano permettersi di fallire. Ma Raphael era diverso per loro, sua madre Katrina non aveva in programma di restare incinta di lui, non era voluto.... ma lui non voleva loro...

Entró in casa in silenzio, sentendo sua sorella Jada al pianoforte, con qualche interruzione delle bacchettate del severo maestro. Una magnifica musica interrotta dagli urli senza ritegno e senza filtri e dai singhiozzi composti della sorella. Sua madre era con il padre sul divano a leggere, non lo degnarono neanche di uno sguardo. Se avesse parlato avrebbe sofferto, lo sapeva, lo avrebbero accusato di aver interrotto la lezione della sorella anche se fisicamente impossibile.

I suoi fratelli erano partiti per l'università, quindi casa era un silenzio freddo e composto. Si chiuse in camera facendo attenzione a non sbattere la porta e si mise a studiare con le cuffie, poteva fare solo quello. Lui aveva delle passioni ed era anche bravo in quello che faceva, ma quello che facevano i suoi fratelli era più importante da spendere una piccola quota dei milioni di famiglia per poterla sfruttare in delle lezioni per Raphael, anche se a lui andava bene cosi, almeno niente maestri che ti prendono a bacchettate perché sbagli.

Lui amava la musica, e quando nessuno era in casa se non i servi, si dilettava al pianoforte. Jada non era brava a suonare, doveva esserlo per l'onore familiare, era molto più brava a ginnastica artistica se la sua carriera non si fosse drammaticamente interrotta durante una gara. I genitori l'avevano costretta ad allenarsi oltre il normale, arrivata alla gara era esausta, tanto da sbagliare un salto e rompersi gravemente il crociato, ponendo fine alla sua carriera.

Jamal, il padre di Raphael, non aspettò neanche che la frattura si ricomponesse, prima di ammazzarla quasi di botte in camera sua per aver portato disonore alla sua famiglia. Era questa la vita che erano costretti a fare. Raphael quasi ringraziava il cielo di non essere voluto, così da non avere tutte quelle aspettative addosso. Anche se non partecipava alle feste e agli eventi con i fratelli e i genitori, era lo stesso contento.

Soprattutto visto che la sua famiglia intera era omofoba. Se avessero scoperto della sia vita privata, provabilmente suo padre lo avrebbe ammazzato. Si ricordava ancora quando chiese, nell'ingenuità dell'infanzia, cosa fossero i gay. Suo padre lo aveva picchiato con la frusta per i cavalli e lo aveva lasciato chiuso in camera per 3 giorni. Gli era bastato quello.

L'unica fortuna era che c'era un conto a suo nome dove i genitori gli avevano messo i soldi per l'università,  che presumento sarebbe stata prestigiosa, a una persona normale sarebbero bastati a vivere 3 vite. Appena scattati i suoi 18 anni, avrebbe ritirato quei soldi e se ne sarebbe andato. Erano questi i suoi progetti, e non si sarebbe voltato....

Il rapporto con i suoi fratelli però era migliore di quello con i genitori. Loro sapevano che lui era diverso, ma avevano una mentalità più moderna e lo accettavano. Quando i genitori non c'erano, o non li consideravano, stavano insieme, come fratelli, a giocare silenziosamente. I suoi due fratelli maggiori, Faisal e Idrees, giocavano spesso con lui, lo includevano negli sport che erano costretti a fare, rendendo il tutto più piacevole, l'uno con il golf e l'altro con il tennis. La sorella gli aveva passato molti dei suoi spartiti e in generale tutti i loro vecchi libri universitare.

Raphael, nonostante i genitori non lo sapessero, era bravo in un sacco di cose, e in molte eccelleva, come musica ed equitazione. L'unica cosa che gli era stata concessa, forse per tenerlo fuori dalle palle, erano i suoi due cavalli, un frisone e un arabo. E a lui bastava quel poco.

E ora c'era Max.... e questo avrebbe cambiato ancora di più il suo mondo, sperando in meglio.

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now