.Capitolo 21.

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Sirio trovò parcheggiò in una strada appartata a metà tra casa e la gelateria, così da poter andare in entrambi i luoghi a piedi senza ausili meccanici. Sorrideva, era raro vedere Marcus così sinceramente contento, purtroppo per lui non sapeva cosa lo aspettava... <<dai andiamooo! Ho voglia di gelato, non lo mangio da una vita!>> disse emozionato come un bambino. Sirio scosse la testa ridendo, e affettuosamente gli scompigliò i capelli.

Sapeva di non poterglielo dire come avrebbe fatto con Lawrence, o avrebbe ottenuto tante lamentele e anche qualche capriccio aggressivo dei suoi, no, doveva raggirarlo di nuovo. Soprattutto dopo che erano saltate fuori quelle cose, la lezione che stava per dargli aveva doppia valenza...
<<Marcus solo una cosa, mi devono essere caduti un paio di occhiali dietro, probabilmente sotto i sedili, ti spiace, prima di andare, vedere se li trovi?>> chiese Sirio con tutta tranquillità.

Marcus sorrise e alzò le spalle:<<certamente!>> disse, scendendo dalla macchina e salendo dietro, mettendosi a carponi a cercare gli occhiali. Dopo un pochino disse:<<non mi sembra di trovarli papà...sei sicuro siano qui?>> chiese, sempre piedato con un braccio sono al sedile. <<sicurissimo, aspetta ti vengo ad aiutare!>> disse, salendo anche lui nei posti dietro, ma chiudendo la macchina.

Marcus, sentendo il suono della portierà alzò la testa confuso, finché non si ritrovò sulle ginocchia del professore. <<MA STAI SCHERZANDO???>> urlicchiò tra l'arrabbiato e lo sconvolto. Sirio scoppiò a ridere, mettendosi comodo per punire il ragazzo:<<cosa credevi, che ti avrei lasciato andare impunito? Lo sai che se inizio una punizione, ci arrivo in fondo.... dai, però è stata un'idea geniale!>> disse, goliardico.

Marcus lo guardò con sguardo omicida, ma si era infatti chiesto, durante il viaggio, visto che casa sarebbe stata piena di gente quella sera, quando il professore gli avrebbe dato la sua dose di sculacciate:<<non sai quanto ti sto odiando! Non è giusto!>> disse, incrociando le braccia e mettendo il muso, ottenendo uno strattone che gli abbassò in un colpo pantaloni e boxer insieme, esponendo il suo culetto.

Sirio scosse la testa, sorridendo al suo bambino permaloso:<<suuu, lo sai che te le meriti... e ritengo che ora più che mai potrai farti entrare in testa un'altra importante lezione....>> disse, dandogli qualche patacca leggera per farlo avvampare. <<e quale sarebbe scusa???  Sto scontando la bravata del semestre, cosa altro dovrei aver combinato???>> chiese il ragazzo, esasperato dall'idea di dover essere doppiamente punito.

Sirio sorrise, accarezzandogli le natiche:<<che non dovresti pensare che io passo del tempo con te solo perché ti devo punire.... infatti le prendi adesso, almeno dopo possiamo stare tranquilli, insieme. Che questo ti insegni che se tu volessi stare con me, passare del tempo insieme da soli, potresti semplicemente chiedere, senza dover per forza essere punito, e sarebbe, per me, tempo ben speso.... sono stato chiaro?>> chiese, con tono dolce ma con una punta di rimprovero nella voce. Marcus rimase spiazzato, alzando la testa per guardare il professore ottenendo un sorriso, e un bacino sulla fronte.

<<questo non vuol dire che sarò clemente...>> disse Sirio, facendo calare la mano la prima volta sul culetto di Marcus, che non potè, dalla forza che ci aveva messo l'uomo, non tirare un "ahia". Brontolò nascondendo il viso tra le braccia, mentre i colpi erano scanditi dai suoi lamenti. Il professore faceva calare ritmicamente le sculacciate tra le due chiappe, colorandole di rosso in poco tempo.  Le ultime dieci tuttavia, visto che si sentiva creativo, e voleva dare una valenza più forte alla punizione, alzò leggermente il ginocchio, esponendo anche la parte alta delle cosce, sculacciandola particolarmente forte.

Marcus venne colto alla sprovvista, ed essendo una zona sensibile e anche dolorosa, non potè trattenere un paio di calci e urla, mentre quelle ultime 10 sculacciate gli arrossavano le cosce. Sirio si fermò preciso sulla 35 esima sculacciata, lasciando un pochino di tempo al ragazzo per riprendersi. L'angelo, appena fu messo a sedere sulle ginocchia del padre, piazzò il muso, arrabbiato per la doppia infamata.

Appena Sirio lo vide scoppiò a ridere, addolcito e lo prese tra le sue braccia:<<suuu tutto finito! Papà ti vuole bene... guarda che se continui a tenermi il muso, non ti porto a prendere il gelato>> disse, minacciandolo bonariamente scuotendo in dito. Il ragazzo si risprese immediatamente, sorridendo e abbracciando, un po' ruffiano, il professore che ricambiò contento e ridendo. <<comunque...>> disse, girandolo leggermente per dare un'occhiata al suo culetto ancora nudo:<<.. i segni stanno andando via. Tra un paio di giorni dovresti essere di nuovo in grado di sederti comodo, SE non combini altri guai>> disse, ammonendo il ragazzo, che rispose dando all'uomo un bacino sulla guancia, evento più che raro.

Il professore  sorrise e lo sistemò per poi scendere dalla macchina inseme a lui,  dirigendosi verso la gelateria. Sirio si mise a guardare il suo bambino, che piano piano stava crescendo e ritrovando, non solo la gioia di un'infanzia persa, ma anche la serenità di una vita normale. Ripensò a quando lo aveva conosciuto e a quanto era maturato, se fosse anche giunto a termine di un percorso di terapia, nulla lo avrebbe più fermato dall'essere felice.

<<sei vecchio e lento!! Dai sbirgati!!!!>> lo risvegliò dai suo pensieri il ragazzo, che, contento come un bambino, saltellava verso la gelateria. "Non cambierà mai, il mio bambino," pensò Sirio, sorridendo.
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"Xavier! Quanto tempo vecchio mio!!>> abbracciando l'ospite inatteso, che appena lo vide, strabuzzò gli occhi e gettò nell'abbraccio:<<non ci voglio credere!! Lawrence quanto tempo!! Ma guarda te, ti giorno stavo andando a casa e mi è venuta voglia di entrare in questa galleria d'arte, e guarda chi ci trovo! Come stai?>> chiese sorridendo. L'artista e il ragazzo si misero a parlare del più e del meno e di tutti i convenevoli, di come le loro strade erano andate avanti dopp che si furono divise, 7 anni prima.

Lawrence e Xavier si erano conosciuti a scuola, quando ancora vivevano a Roma, ed erano stati insieme per qualche mese, storia romantica, bella ma non aveva funzionato anche per la giovane età, e da allora rimasero amici, molto stretti separati poi dal tempo.

Furono così presi dal rivedersi, che andarono al bar vicino la galleria, chiaccerarono per un pò davanti a una birra e si scambiarono i numeri, per poter recuperare almeno il rapporto di amicizia. Lawrence si sentiva strano, aveva tante amicizie ma quella era la più cara che aveva avuto non contando ovviamente quella con Marcus che era sbocciata in amore, e Sirio che era diventato come un padre.

<<non ci posso credere che tu ti sia così bene sistemato.... sono davvero felice per te. Tuo fratello a Roma ci ha dato non pochi problemi a noi dell'arma, mi sembra...gli abbiano dato 3 anni di carcere per truffa aggravata..>> disse Xavier mentre chiaccheravano. Lawrence alzò le spalle bevendo un sorsodal boccale:<<ma lo sapevo che sarebbe finito, ben gli sta ai miei e ai loro favoritismi del cazzo. Io invece non posso credere tu sia entrato nell'arma dei carabinieri! Come l'ha presa tuo padre, maresciallo della finanza?>> chiede l'artista, e scoppio a ridere quando Xavier strabuzzo gli occhi come per definire il casino che venne fuori:<<non a caso, ho chiesto il trasferimento a Milano!!! Comunque non l'ha presa bene, ma mi ha detto che sarebbe stato doppiamente fiero se fossi arrivato in alto come lui, senza i favoritismi che avrei avuto in finanza, ed è quello che sto cercando di fare!>>disse.

Si salutarono e ognuno si avviò a casa propria, contenti e speranzosi di vedersi di nuovo. Lawrence si mise a pensare come avrebbe potuto introdurre Marcus a Xavier.....

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now