.Capitolo 33.

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<<COME DEVI PER FORZA ANDARE A CASA??>> chiese Max, non capendo il perchè di quell'improvviso cambio di programma:<<dovevamo andare a fare giro solo io e te....>>. Raphael, lo guardò agitato, il messaggio da parte di sua madre lo aveva inquietato non poco, ed era forse più dispiaciuto che lui:<<lo sai come funziona in casa mia, mi lasciano in pace, ignorano se sto a casa o meno, se ne fregano se mi faccio vivo oppure no, l'unica cosa è che se mi dicono che devo fare qualcosa la devo fare....>> disse, triste, iniziando raccattare la sua roba.

Max era nero:<<MA COSA? Ma se a mala pena ti considerano figlio loro, non è giusto!!! E poi sarà una loro cena del cazzo, dove servi solo per fare presenza e mostrare che quella dei tuoi è l'utopica famiglia felice!!!!>>disse nervoso come poche volte, voleva stare a tutti i costi con lui.
Il mulatto sospirò, aveva ragione e anche per lui era ingiusto tutto quello, ormai adorava stare con la sua nuova famiglia, ma doveva andare a casa, soprattutto perché se disobbediva sarebbero stati dolori...

Abbracciò il moretto, incassando la testa nella sua spalla:<<mi dispiace..... davvero... vorrei stare con te, ma non posso ribellarmi ai miei genitori, o pagherei delle conseguenze orribili e soprattutto ingiuste. Mi dispiace Max...>> disse, lo baciò e non lo lasciò neanche rispondere, correndo a perdifiato verso casa, con gli occhi pieni di paura all'idea di un possibile ritardo. Max rimase lì, in mezzo alla strada, non sapendo se piangere o incazzarsi con un paletto "vietato calpestare le aiuole" che era lì vicino.

Decise di prendere lo zaino, e fare due passi da solo per sbollire. Non era giusto!!! I genitori di Raphael non lo consideravano mai, solo quando dovevano metterlo in mostra a una cena galante si ricordavano di avere un figlio, quella serata doveva essere loro! Purtroppo gli altri erano tutti occupati quella sera, quindi niente vita sociale....

Alla fine dopo 3 ore in giro per
Milano, erano le 23 inoltrate ormai, così decise di tirare fuori il telefono dalla tasta per annunciare che stava tornando a casa...45 CHIAMATE PERSE DA MARCUS, 27 DA LAWRENCE E 36 DA SIRIO. Guardò in telefono perdendo parecchi toni di colore dalla faccia, e sentendo l'anima volargli altrove. Chiamò Marcus e con delicatezza avvicinò il telefono all'orecchio, prima che un urlo glielo facesse allontanate di scatto:<<DOVE CAZZO SEI????>> disse il fratello maggiore.

Dopo il cinese, Marcus e Sirio erano andati da Lawrence a portargli la cena, stando un po' con lui nel famoso sgabuzzino-camera. Quando avevano ricevuto un messaggio da Raphael, pensando a Max, gli diceva che il moretto era rimasto da solo per un imprevisto suo, e di portargli ancora le sue scuse. I più grandi avevano iniziato a chiamare il fratellino, senza ottenere risposta per diverse ore.

<<...Marcus, scusami!!! È che...>> cercò Max di parlare, ma il fratello era incazzato come poche volte:<<TI ABBIAMO CHIAMATO PER 2 ORE ININTERROTTAMENTE, NON SAPEVAMO DOVE TU FOSSI!!! CI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO...ASP...>> la comunicazione venne interrotta bruscamente da Sirio, che sentendo gli urli sconclusionati di Marcus, gli aveva strappato il telefono dalle mani.

<<Max, dove sei? Ti vengo a prendere...>> disse il professore, con molta calma. Nel mentre aveva Marcus sotto al braccio con una mano alla bocca per farlo stare zitto... <<S-Sirio, mi dispiace, davvero..>> disse ancora il ragazzino, spaventato come non mai delle conseguenze delle sue azioni, soprattutto da Sirio in persona. Ora capiva perché Raphael se l'era letteralmente data a gambe levate....
<<stai tranquillo Max, non ti preoccupare... ti vengo a prendere e parliamo di cosa è successo>> disse, sempre calmo e con voce dolce Sirio, cercando di non peggiorare la situazione ulteriormente.

Alla fine concordarono dove sarebbe dovuto andarlo a prendere, e con questo chiuse la chiamata. <<io lo AMMAZZO!!>> urlò Lawrence in sfogo appena la telefonata fu chiusa. Erano tutti e due arrabbiati e preoccupati, ma ora stavano sfogando quella frustrazione solo pianificando come a avrebbero punito il più piccolo, e probabilmente anche facendolo. <<datevi una calmata, nessuno dei due torcerà un capello a Max!>> disse Sirio, iniziando a vestirsi per uscire.

<<COSA???>> urlarono i due in coro. <<tu che non vuoi punire un comportamento del genere??? Quando lo feci io me le hai date di santa ragione!!!>> disse in tutta sincerità Marcus, seguito da Lawrence a ruota:<<..e ti ha anche messo in punizione se è per quello... papà davvero, mica vorrai fargliela passare liscia?>> disse il biondo.
Sirio scosse la testa:<<certo che no, ma c'è una cosa che io ho sempre, SEMPRE fatto prima di punirvi, ed è parlare, chiarire e farvi capire il perchè della punizione. Cosa che voi, arrabbiati come siete adesso, non fareste e anzi, potreste pure esagerare nel punirlo, non lucidi dalla rabbia>> disse, serio ma sempre calmo.

I ragazzi si guardarono, e in effetti aveva ragione lui, erano troppo arrabbiati e stanchi per pensare lucidamente, anche perché avevano appena avuto una mattinata infernale... <<vuoi farlo te?>> chiese Marcus, guardando un punto fisso. Sirio alzò un sopracciglio, confuso. <<....anche lui ha bisogno di una figura genitoriale, sua madre è morta e suo padre lo ha abbandonato ed è anche lui deceduto.... io e Lawrence possiamo essere dei punti di riferimento, ma siamo fratelli, non genitori. Ci abbiamo provato, ed è difficile, credo che spesso abbiamo esagerato con lui, accecati dalla rabbia e dall'istinto di volerlo correggere. Io...... io sono suo fratello, sono colui con cui dovrebbe fare comunella per farti impazzire, per nascondere le cose, custodire i segreti... >> disse, sospirando.

Era da tanto che aveva addosso quella sensazione, di essere più un tutore cattivo e severo che un fratello agli occhi di Max, e lui non voleva più esserlo, voleva un rapporto diverso con lui.
Lawrence guardò in basso:<<ha ragione Marcus, noi siamo fratelli per lui, o meglio dovremmo esserlo....e per adesso l'unica cosa che abbiamo fatto è cercare di forzarlo verso la retta via. Giustissimo, ma lui è rimasto senza quel rapporto che dovrebbe esserci, dove ti puoi nasconderti tra le braccia di qualcuno e raccontargli le stronzate che combini senza paura di una linciata. Quella comunella che solo i fratelli hanno.... questo non vuol dire che non ce ne frega di lui, assolutamente! Solo che .. >>

Sirio sospirò e sorrise:<< tranquilli, ho capito.... avete tirato avanti tanti anni senza nessuno, voi due, ma avevate bisogno di una guida più forte e stabile di voi stessi e della stessa cosa ha adesso bisogno Max. Lo farò io, sono certo che ci sarà posto anche per un terzo nel lettone stasera con me... voi però cercate di darvi una calmata, e iniziate a fare i fratelli. A fare il padre ci penso io>> disse, prima di uscire di casa, pronto per affrontare quella nuova sfida.

Questa è la mia strada Where stories live. Discover now