Santa Klaus - Capitolo 2

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Il tempo smette di avere importanza mentre aspetto sotto al cielo oscuro della città, poggiata con la schiena al muro accanto l'uscita di emergenza della discoteca in cui io e le mie amiche avevamo deciso di passare una serata spensierata.
Prendo il cellulare dalla tasca dei jeans ed inizio a comporre un messaggio, il destinatario è il gruppo whatzapp in cui ci siamo tutte quante:


VALERY: Sono tornata a casa, forse ho bevuto troppo. Tranquille non mi sono schiantata e sono tutta intera (più o meno). Se prendete un taxi vi pagherò la corsa, non ho voluto rischiare la vostra incolumità. Vado a dormire con un po' di acqua e limone. A domani XOXO V.


Spero che nessuna di loro si infili nel vicolo con chissà chi per trovarmi appostata nemmeno fossi un agente segreto, non avrei proprio voglia di litigare con loro...Anche perché sono l'unica che ha la macchina e nonostante abbia mentito nel messaggio sono più sobria che mai.

Sono appostata in un vicolo logoro e mal illuminato non ho paura perché a pochi metri c'è un bodyguard alto e largo quanto il mio armadio, nessuno mi farebbe del male con vicino un colosso simile.
O almeno credo perché è proprio lui ad avvicinarsi a me con le braccia incrociate e lo sguardo cupo: «Non è un bel posto qui.» la sua voce profonda si sposa alla perfezione con l'enorme stazza.

Mi rendo conto che ha ragione ma allo stesso tempo so che non posso perdere questa occasione, non ora che finalmente l'ho trovato dopo mesi di ricerche. Klaus è una mina vagante, ho provato inizialmente a pedinarlo ma era sfuggevole come il vento tra tutto il marasma di gente.
Alle mie amiche ho mentito anche su questo, ho paura della loro reazione, temo che possano prendermi per pazza nel sentirmi dire che voglio parlare con lo spirito dei miei genitori e, peggio mi sento, abbandonarmi anche loro lasciandomi così sola al mondo. Quando ho accettato l'invito di Sam a questa stupida festa in discoteca non avrei immaginato che si sarebbe trasformata nell'incontro in cui non speravo più. Ecco perché ora nessuna guardia del corpo, buttafuori o poliziotto mi schioderà da qui.

«A dire il vero sto aspettando una persona.» Dico al bodyguard sfoderando il sorriso più tenero (e falso) che conosca.

Lui alza un sopracciglio, non sembra particolarmente convinto: «Chi?»

«Il mio fidanzato.» mento arrossendo all'idea di me e Klaus insieme, questo però rende molto più realistica la mia faccia "innamorata".

Il bodyguard scioglie le braccia possenti avanzando di un passo: «E come mai lo aspetti sul retro?» chiede minaccioso.

Grandioso e adesso che cavolo mi invento?

«Ehm ecco, io...»

La porta alle sue spalle si spalanca all'improvviso attirando l'attenzione di entrambi, quello che deduco essere un suo collega (a quanto pare se non sei grosso come un box doccia qui non ti assumono) scaraventa un corpo a terra.
Klaus cade in malo modo sul terreno, biascica qualcosa mentre fa fatica a rialzarsi, barcolla male e deve reggersi al muro per stare in piedi, dal pallore del viso temo anche che stia per vomitare.
É la mia occasione, ancora una volta un bambino della Umbrella Academy salva una persona anche se da non un vero e proprio pericolo.

«É' lui!» sbotto cercando di continuare a sorridere nemmeno fossi un robot: «Vi prego ci penso io, lo riporto subito a casa. Chiedo scusa a nome suo se ha fatto qualsiasi tipo di danno.»

Prendo un braccio di Klaus mettendolo dietro al collo, mi sorprende sentirlo terribilmente leggero, come fosse fatto d'aria. Il bodyguard dice qualcosa ma ormai ogni parola entra da un orecchio ed esce dall'altro, sono troppo felice.
Finalmente sono con Lui.

«Grazie tesoro.» Dice con voce sottile abbozzando un sorriso, gli occhi truccati pesantemente di nero sono rivolti al cielo, puzza di sudore, alcol e qualcosa di indefinito ma che non voglio scoprire, probabilmente per togliermi questo odoraccio di dosso avrò bisogno di duemila docce!

Con non troppa fatica lo carico in macchina sul sedile del passeggero mettendogli la cintura, di corsa raggiungo il posto del guidatore.

«Ehi, ehi.» Biascica cercando di tenere gli occhi un po' aperti, la testa ciondolante tra il sedile e il vuoto. «Non mi starai mica rapendo?»

«Ti sto aiutando.» Ribatto cercando di non guardarlo troppo per concentrarmi il più possibile sulla strada. Indossa un paio di pantaloni di pelle e due Converse logore, il petto nudo si alza e si abbassa velocemente nemmeno avesse fatto una corsa. É sporco, è strafatto...Ed è pericolosamente bello.

«Non so chi tu sia e non voglio il tuo aiuto.»

«Io si.»

All'improvviso scoppia a ridere.
Ed è la cosa più incredibile che abbia mai visto e sentito.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Where stories live. Discover now