I fantasmi del cuore - Capitolo 21

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Il Grinde si riconferma il pessimo locale che ho conosciuto pochi giorni fa.
Ma a differenza dell'altra sera sono più determinata e più consapevole delle mie capacità.
Il barista calvo mi riconosce e accenna ad un sorriso, gli chiedo dove sia Raiden perché ho un affare da proporgli e senza fare domande me lo indica al solito tavolo.
Annuisco verso Diego poco distante da me, seduto al bancone intento a bere un drink. Per l'occasione l'ho fatto vestire come una persona normale: jeans, maglietta a maniche corte che mostrano i muscoli definiti delle braccia, Converse ai piedi...Persino nella normalità ha qualcosa di attraente, infatti molte ragazze si avvicinano per scambiarci due parole o offrirgli qualcosa.
Il suo essere impacciato mi fa parecchio sorridere: dagli qualsiasi criminale e lo affronta ad occhi chiusi, ma dagli una ragazza carina e si pietrifica!
Il mio sguardo si posa ora su Luther, accanto l'uscita d'emergenza, vestito come un bodyguard a cui in pochi fanno caso, con la sua enorme stazza era l'unico modo per camuffarlo.
Annuisce non appena i nostri sguardi si incrociano.
Ora che so di essere sotto la protezione di entrambi, mi faccio avanti verso il tavolo vip peggiore che ci possa essere.

«Mi raccomando, non fare cose stupide.»

Evito di rispondere a Ben anche se vorrei, meglio non dare nell'occhio parlando da sola, specialmente ora che mi ritrovo davanti le guardie del corpo di Raiden, grosse quanto Luther

«Tavolo riservato.» Dice uno dei due mettendo entrambe le mani avanti.

«Si, lo so.» Rispondo tirando un sorriso con immensa fatica. «Vorrei solo proporre un affare al signor Raiden.»

«Non lo vedi che è impegnato?» mi aggredisce l'altra guardia del corpo assottigliando lo sguardo.

Oh si, lo vedo: impegnato a pomiciare con due ragazze diverse nello stesso momento mentre una terza prepara delle strisce di polvere bianca sopra al tavolino facendosi strada tra le bottiglie di champagne.

«Fuori dai piedi, ragazzina.» Riprende il bodyguard mettendosi davanti a me, coprendomi la visuale.

«Aspetta.»

Sento un brivido salire lungo la schiena.
È proprio il capo branco che mi ha puntata, incasso gli sguardi di fuoco delle tre donne (anzi, ragazze da come posso vedere dai loro giovani volti) e faccio una fatica enorme a rimanere tranquilla.

«Calma.» I sussurri di Ben non fanno altro che alimentare non solo la mia ansia, ma anche la mia voglia di saltare al collo di questo bastardo e prenderlo a pugni fin quando non mi dice dove si trova Klaus.

Niente di stupido, Valery. Niente di stupido.
Ci sono anche le vite di Luther e Diego in gioco.

«Cosa vuole un tale splendore da uno come me?» chiede Raiden guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio, il tatuaggio a forma di fulmine attraversa il volto e un ghigno sadico si apre tra i denti ormai marciti dall'abuso degli eccessi di tutta una vita. «Voi tre levatevi dalle palle, mi avete stufato.» Scaccia le tre ragazze in malo modo, una di loro mi da pure una spallata quando se ne va.

«Calma.» Di nuovo Ben che come un grillo parlante mi da consigli su consigli nella speranza di farmi fare la cosa giusta: «Digli che hai uno zio ricco che ti ha lasciato un'enorme eredità e non sai come spenderla, così vuoi il suo aiuto perché hai sentito che ha ottimi agganci su come investire il denaro. Ricorda: deve fidarsi di te.»

«Avvicinati dolcezza, non mordo.»

Immobile mentre ascoltavo Ben, abbozzo un sorriso verso Raiden e mi siedo non troppo vicina ma nemmeno troppo lontana. Ora che lo vedo da vicino ho l'ennesima conferma di quanto gli abusi di droga e alcol siano stati poco gentili col suo aspetto: volto solcato, occhi cerchiati da occhiaie, capelli quasi svaniti...
Che tristezza.

«Gradisci?» chiede come un vero gentiluomo, peccato mi stia offrendo pasticche azzurre.

Rifiuto anche se questo vuol dire partire col piede sbagliato, non gli lascio tempo per dire nulla poiché riferisco subito la scusa suggerita da Ben, complimentandomi con me stessa per le inaspettate doti recitative.

«Di che cifra parliamo, amore?»

Oddio e che ne so? Ben non ha specificato quanti soldi mi ha lasciato in eredità zio: «Due milioni.» Azzardo, è la prima cosa che mi viene in mente.

«Cos...Quanto?!» Ben scuote la testa e il suo urlo acuto mi sfonda un orecchio: «Nemmeno quell'idiota di Klaus avrebbe sparato una cifra simile!»

Eppure Raiden non sembra affatto sorpreso, anzi annuisce, forse è abituato ad avere a che fare con somme del genere. E la cosa mi spaventa da un certo punto di vista: «Una cifra così grossa non deve essere discussa in un posto simile, davanti ad occhi indiscreti.» Si guarda in giro per il locale, dopodiché si alza porgendomi la mano per fare altrettanto: «Vieni, parliamone da soli nel mio ufficio.»

Sto pagando la mia cifra troppo alta.
Questo non era previsto.
Merda.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora