Il mondo dei morti - Capitolo 20

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«Che scema.» dico ad alta voce mentre osservo l'ultima cassetta postale della via e sospirando dopo una serie di buchi nell'acqua, almeno mezz'ora passata a cercare il vuoto per accorgermi che...«Ho controllato tutte le case tranne quella in cui Klaus ha parcheggiato.»

Santo cielo, si vede che ho perso la mano con pattugliamenti e simili, sono sicura che quei due si siano accorti benissimo della mia svista e non vedono l'ora di prendermi in giro con le solite battutine.

«Non dite niente.» li anticipo avvicinandomi e alzando le mani, una delle cose positive dell'essere uno spettro è che puoi muoverti molto velocemente se lo vuoi. Si scambiano un'occhiata più che eloquente ma almeno hanno la decenza di tenere la bocca chiusa.

E così eccomi davanti casa di nonna e nonno, una piccola villetta a schiera dalle mura bianche, finestre pulitissime da cui si intravede un salottino curato, fiori ovunque e un vialetto in pietra.
Lei è lì dentro, posso dirle addio prima dell'inevitabile.

Eppure una piccola parte di me pensa anche che posso provare a salvarla ma come? Come può uno spettro convincere una donna a non assistere ad uno degli avvenimenti più importanti non solo degli anni '60 ma del mondo? Cavoli, se fossi anche io una giovane democratica vivente non ci penserei mezzo secondo ad andare a vedere la parata del Presidente Kennedy. Potrei urlarle dentro l'orecchio fino a farle scoppiare la testa, un'emicrania così potente da costringerla a letto per almeno un paio di giorni...Ma poi?

Mi giro verso Klaus, non me sono accorta ma è sceso dalla macchina, braccia conserte e sguardo dolce.
Odio questa situazione e penso di nuovo che sarebbe stato meglio esplodere con la luna nel lontano 2019.

All'improvviso tutti i miei pensieri vengono interrotti dalla porta di ingresso della villetta che viene spalancata, a grandi falcate un giovane nonno avanza pericolosamente verso Klaus con una doppietta in mano.
Alle sue spalle, mia nonna avvolta in una vestaglia lillà cerca di calmarlo chiamandolo per nome e allungando un braccio in sua direzione, i capelli castani cotonati e raccolti in una serie di buffi bigodini colorati, ai piedi delle pantofole bianche: «Cielo Gerard fermati!» (1)

Ma nonno non vuole sentire ragioni, camicia bianca, bretelle nere dello stesso colore dei pantaloni e pantofole marroni, a quanto pare abbiamo disturbato un piacevole momento casalingo: «Sta' indietro Maryon.» dice verso la moglie: «Torna in casa da Thomas.»

Papà.

«Vattene dalla mia proprietà!» ringhia nonno verso Klaus che ha alzato le mani, la scritta Hello – Goodbye tatuata sui palmi delle mani fa la sua comparsa e nonno sembra non apprezzare: «Fai parte di quella setta di pazzoidi!»

Klaus inclina leggermente la testa di lato: «Veramente siamo una comunità spirituale.» puntualizza.

Come cavolo gli viene in mente di ironizzare in un momento così delicato?

«Non te lo ripeterò una terza volta: vattene dalla mia proprietà.»

Numero Quattro mi guarda e sembra addirittura accennare a me con l'indice destro: «Senta, sua moglie...»

«Cosa vuoi da Maryon?»

Nonno carica il fucile e sembra più che intenzionato a far fuoco.
In un balzo mi metto davanti al corpo di Klaus.
...Ma allora il mio è proprio un vizio... (2)


NOTE AUTRICE

1 - Gerard è un nome voluto e mini omaggio a Gerard Way, creatore della serie a fumetti assieme a Gabriel Ba.

2 - Vi ricordate com'è finito il secondo libro di "Klaus Trilogy"? 😉

Grazie ancora a chiunque stia leggendo, commentando e stellando (?) la storia! ❤👻

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Where stories live. Discover now