I fantasmi del cuore - Capitolo 2

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«Non male.»

Diego si siede al centro del ring e io faccio altrettanto buttando la testa all'indietro, la fortissima luce al neon penetra negli occhi così mi vedo costretta a chiuderli per non provare fastidio.

«Acqua?»

«Si, grazie.»

É indubbiamente bello, molto bello, Diego ha i tipici tratti spagnoli, le labbra carnose, lo sguardo profondo e il classico atteggiamento di chi sa di avere sempre ragione, per non parlare del fisico da paura.
Ogni donna gli cadrebbe ai piedi.
Ogni donna tranne una, ancora fissata con un malato di mente secco come un chiodo e con la passione per l'eccesso. E con la capacità di parlare coi morti.

Sapevo che mia storia con Klaus non sarebbe durata ma non immaginavo che mi sarebbe mancato così tanto. Le prime settimane sono state facili poi è tornata la solitudine, persino le mie amiche non riuscivano a sollevarmi il morale, non mi distraevo più come un tempo a lavoro.

Solo allenandomi e stando con Diego riesco a concentrarmi su me stessa e nessun altro, amo questa palestra perché una volta chiusa la porta di ingresso tutti i dolori, i pensieri e i dubbi restano fuori. Se potessi vivrei qui dentro.

«Domani ci concentreremo sui calci.» dice il mio allenatore scendendo dal ring, interrompendo il flusso dei miei pensieri. «Stasera puoi riposarti.»

«Non usciamo?» chiedo asciugando il troppo sudore con un asciugamano, altro che doccia, dovrei buttarmi direttamente in lavatrice per sentirmi pulita.

Diego scuote la testa in cenno negativo: «Ti sei meritata un po' di riposo, inoltre domani hai il turno di mattina, devi essere riposata.»

Il patto era ed è questo: io lo aiuto di notte a sbattere malviventi in galera ma di giorno l'apparenza della brava ragazza non deve essere modificata.

A volte mi piacerebbe mollare tutto e fare la vigilantes come lui ma le bollette e la spesa non si pagano con le pacche sulle spalle e i ringraziamenti dei cittadini.

E così eccomi sulla via del ritorno, camminare al buio da sola non mi fa più paura, anzi, spesso sono tentata di buttarmi in uno di questi vicoli nella speranza di ritrovare Klaus, magari di salvarlo di nuovo, ovviamente la mia è solo un'illusione e ormai lo incontro soltanto sulla foto appesa accanto la porta di ingresso della casa.

«Mamma, papà, sono tornata.»

I miei sono morti ma Klaus risvegliò i loro spiriti così mi piace avvisarli del mio ritorno anche se non ottengo risposta, mangio un po' degli avanzi del pranzo e mi butto sul divano.
Una cosa positiva degli allenamenti con Diego è che mi stremano al punto da farmi addormentare non appena tocco una superficie morbida.
Almeno non penso a niente e nessuno.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora