Il mondo dei morti - Capitolo 22

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Non so come e quando siamo arrivati alla villa di Klaus, in macchina non ho detto una parola, gli occhi spalancati fissi sui piedi e il corpo scosso da lievi tremori, riprendo possesso dei muscoli e soprattutto della mente quando sento una porta sbattere e la voce di Ben si alza sopra tutti e tre.

«Devi rimandarla indietro, Klaus.»

Cosa?

«No!» sbotto senza però riuscire a nascondere l'ennesimo tremore.

Klaus si avvicina a me con cautela nemmeno fossi un leone pronto a sbranare la preda: «Valery tu non hai visto cosa hai fatto.»

Pensavo che quelle urla mi avessero aiutata ma a quanto pare ho ancora un po' di rabbia da sbollire: «Io cosa ho fatto?! TU cosa hai fatto!» sbraito indicandolo: «Come ti è saltato in mente dire a nonno che sua moglie andrà incontro a morte certa!? Come ti è saltato in mente?!» ripeto furiosa, Klaus sta per rispondere ma lo anticipo: «Non erano questi i patti, avrei solo dovuto vederla un'ultima volta senza discorsi e quant'altro! Perché non hai tenuto la bocca chiusa?!»

«Perché l'unica cosa che conta per me è la tua felicità.»

No, questo no.
Non così.
Perché io sto urlando e lui rimane tranquillo, perché il mio volto è contratto dalla rabbia mentre il suo è il perfetto dipinto della dolcezza. Non è giusto, non è così che voglio litigare.

«La mia felicità?» rispondo abbassando il tono e abbozzando un sorriso: «Io sono veramente felice solo quando posso fare quello che voglio...Ma accanto a te.»

Finalmente Klaus ha il coraggio di prendermi le mani, le nostre fonti si toccano e posso percepire alcuni piccoli ciuffi dei suoi splendidi capelli accarezzarmi le guance: «Scusa.»

Chiudo gli occhi annusando il suo profumo.
Apro le palpebre...
La principesca e lussuosa camera da letto di Klaus viene sostituita all'improvviso da una stanza minuscola, un letto singolo al centro, un armadio in legno e una finestra che si affaccia sul parco esterno.

«Ah, Skuchat sei tu.» esclama una voce russa che prende forma di nonna Babuska: «Cosa combina ragazzo? Prima c'è stato terremoto spaventoso!»

Alla fine mi ha rimandata indietro.
Dentro di me sento di non avere più le forze, credo che quell'urlo di poco fa mi abbia totalmente prosciugata. E così mi siedo in terra, le ginocchia al petto e la fronte poggiata sopra.
Un attimo...
Vi prego, datemi un attimo per riposare.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Where stories live. Discover now