Capitolo 13: Turbolenze

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Prendere lo stesso volo di Barney Gonzales era stata un'idea di Dave. Se Kevin Carter era in pericolo e il futuro di bersaglio del loro nemico, allora avrebbero dovuto far coincidere gli orari e le azioni che avrebbe dovuto percorrere il defunto panamense per evitare di arrivare troppo tardi; si trattava di un volo transoceanico di otto ore, quindi partendo alle sei del mattino, sarebbero atterrati alle ore quattordici, ovvero le venti europee, l'ora di cena. Avevano prenotato due camere d'albergo vicino a quello cui alloggiava il soldato in congedo per essergli quanto più vicino possibile e tenere sott'occhio la zona. L'obbiettivo era semplice: avvisarlo della situazione e fare in modo che tornasse negli Stati Uniti con loro, dove sarebbe stato sorvegliato in attesa dei prossimi movimenti del nemico; se lo avessero attaccato in contemporanea al loro arrivo, forse avrebbero avuto più probabilità di scoprire qualcosa in Spagna su chi diavolo fosse il marionettista che stava guidando i fili di quel teatrino da quattro soldi. Per il momento era meglio godersi il viaggio e mantenere la mente quanto più lucida e serena possibile; in quelle otto ore non avrebbero potuto fare niente, se non fissare lo schermo dei sedili di fronte e guardarsi un film per ammazzare il tempo. Aveva avvisato il Direttore Simmons dell'imminente viaggio che lui e Noah avrebbero intrapreso; l'autorizzazione era giunta in fretta. Visti i grandiosi passi avanti che avevano compiuto in quarantotto ore, era fiducioso che avrebbero raggiunto progressi invidiabili nel giro di pochi giorni. Dave si sperava con tutto il suo cuore, se doveva essere onesto. Il suo animo difficilmente si arrendeva di fronte alle avversità e ieri sera ne ebbe una prova; nonostante Gonzales fosse morto, la sua determinazione lo aveva portato a trovare il biglietto aereo. E Noah lo aveva meravigliosamente appoggiato, favorendo i progressi con il trovamento dell'ubicazione dell'hotel e della città dove questi fosse diretto; era stato così veloce da non perdere neanche un minuto nel poter intraprendere gli stessi passi del nemico. Erano a cavallo, ancora sulla stessa linea. Ma per quale motivo Barney lo aveva buttato via? Voleva forse mandare un segno a qualcuno? C'era forse un suo alleato, un complice all'infuori del suo mandante, che avrebbe dovuto vendicarlo se le cose si fossero messe male? Oppure voleva fregarlo, mettendolo alle strette con le indagini? Qualunque fosse stato il suo scopo, fu grazie a quel gesto se lui e Noah si ritrovavano sopra quell'aereo. Si erano appena seduti, sistemandosi sui sedili; il veivolo stava per decollare, le hostess stavano sistemando l'occorrente per affrontare il viaggio, aiutando gli anziani e le madri con i pargoli. Il pregio dei voli transoceanici era il tipo di aereo che veniva utilizzato; più grande, con tre file di sedili composti da tre posti, rendeva gli spazi più larghi e comodi. Per le emergenze erano maggiormente efficienti. Lui e Noah avevano preso i posti accanto al finestrino, sul lato sinistro; il ragazzo stava fissando la pista senza degnarlo di attenzioni, mentre lui era seduto nel posto più esterno. Il sedile centrale era vuoto, senza un legittimo proprietario; il giovane era stato preciso nel non volerlo avere vicino e di stargli lontano. Certo che era impossibile capire cosa gli passasse per la testa.
Le orecchie di Noah si rizzarono non appena udirono un rumore familiare e scricchiolante provenire dalle mani del soldato. Con la coda dell'occhio, notò Dave tirare la canna della pistola e mettere la sicura. Abbandonò il gomito sul finestrino per voltarsi nella sua direzione, sconcertato quanto colpito.

«Come cazzo hai fatto a salire la pistola in aereo?» domandò in un bisbiglio, facendo rimbalzare le iridi grigie attorno per assicurarsi che il personale e i passeggeri non lo notassero. Con quanta cazzo di nonchalance stava preparando la pistola senza curarsi di chi avrebbe potuto osservarlo?

«Oh? – Dave ghignò, scuotendo la testa. – Quando sei un soldato non hai problemi a salire in aereo un'arma. Una volta che ti viene consegnata, questa bellezza» si riferì proprio alla sua splendida Colt M1991A1, lucidata e immacolata. «deve seguirti ovunque tu vada, specialmente quando sei in servizio, sotto copertura o in divisa. E, ovviamente, noi non stiamo andando a farci una vacanza.» sollevò la pistola, controllandola nei minimi particolari. «Ai controlli ho mostrato il distintivo.»

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