Capitolo 69: Decisione

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Camminava sotto le tettoie dei negozi per ripararsi dalla pioggia che lo aveva accolto inaspettatamente quel giorno. Il cielo gli era parso privo di nubi, un motivo in più per abbandonare la moto in un parcheggio e poter continuare quel vagare senza meta a piedi.
Anche se Noah era perfettamente conscio che quella passeggiata fosse dovuta ad un motivo diverso.
Con il cappuccio alzato e la felpa che purtroppo non era impermeabile, aveva rischiato di bagnarsi interamente se non fosse stato per quelle soste al di sotto dei ripari; era incredibile l'effetto repellente che la pioggia aveva sulle persone. Nonostante fosse una giornata di riposo per i lavoratori, non vi era un'anima viva in giro. Anche perché il quartiere che lui aveva scelto per le sue ronde senza fine era di un lusso aberrante; non era il tipo di classe a cui lui apparteneva, ma poteva essere un buon luogo per passare inosservati e fare in modo che gli uomini dei due russi non lo pedinassero. Non aveva mai imparato le tattiche di pedinamento e contropedinamento da quando si era unito alla CIA, anche perché non essendo un agente operativo non ne aveva bisogno; nemmeno Timothy ne era in grado, ed era da più tempo sotto quelle vesti. Ma stava imparando a conoscere nuovi luoghi di cui aveva ignorato totalmente l'esistenza. 

Forse aveva sempre cercato le strade più veloci per compiere le sue mansioni. O forse quando era un insulso tecnico della rete la ditta cui aveva prestato impegno non era tanto conosciuta da essere chiamata da ogni angolo della città. Qualunque cosa fosse, quel luogo sembrava essere una città a parte che si distaccava dalla disastrosa e inquinata metropoli di Washington. Anche se poteva essere superiore a loro per il distintivo che portava nel portafoglio, esteticamente sembrava un barbone senza tetto che stava tentando un po' di fortuna nel posto sbagliato. Qualche pattuglia avrebbe potuto fermarlo per dirgli arrogantemente di levare le tende, prima che facesse una rapina. 

Si fermò sotto una tettoia, davanti ad una caffetteria che serviva delle prelibatezze invitanti alla quale i suoi occhi non poterono fare a meno di posarsi; in effetti aveva un po' di fame. Quel vagare senza meta gli aveva riaperto lo stomaco a neanche un'ora dalla cena al fast-food. Alla fine poteva permettersi tutta quella roba, chi diavolo erano gli altri per dirgli di sloggiare? Avrebbe risucchiato i loro conti in banca in un batter d'occhi se solo lo avessero approcciato. Sempre con le cuffie alle orecchie ed una canzone in sottofondo che si mischiava con il dolce stillicidio della pioggia senza tuoni e lampi, pressò la maniglia ed entrò. Il tintinnio dei campanellini placcati in oro finto del bar annunciarono il suo arrivo, richiamando l'attenzione dei presenti. Era ovvio che un individuo incappucciato avesse instillato in loro una certa paura; durò poco, anche perché non appena Noah abbassò il cappuccio per rivelare la nuca mora e scompigliarsi i capelli ricciolini e umidicci, quasi rimasero incuriositi dalla sua presenza. Si avviò al bancone e si sedette lì, essendo tutti i dipendenti ed i turisti altolocati appollaiati ai tavoli attorno al locale.

«Cosa posso offrirle, signore?» domandò il cameriere dietro il bancone, vestito con giacca e cravatta ed un sorriso cordiale che trasudava fastidio da tutti i pori.

Noah socchiuse gli occhi sul tabellone dietro l'uomo sulla quale erano segnati tutti i prezzi e le pietanze che avevano da offrire. «Una cioccolata bianca e un pezzo di ciascun elemento del menù.» disse con un tono che fece rizzare le orecchie di tutti i presenti sconvolti.

«È sicuro? Sono davvero tante cose.» si insospettì il dipendente.

«Ho fame, ok? Ed ogni pezzo è così piccolo che rischio di non saziarmi. – ringhiò il ragazzo, tirando fuori qualcosa dallo zaino che fece allarmare per un attimo l'uomo. – Pago con carta di credito.»

Quest'ultimo stentò a crederci. «Oh...V-Va bene, faccio subito.» cancellò il dubbio per ritornare elegante e rispettoso nei confronti del cliente; lo scoprire che questo fosse pieno di soldi, lo aveva riportato al decoro con la quale avrebbe dovuto comportarsi con tutti.

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