Capitolo 45: Mercato finanziario

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Uno sbuffo partì dalle labbra di Noah non appena si ritrovò nel piccolo corridoio che collegava l'anticamera con la sala dell'interrogatorio. Se c'era una cosa che non era in grado di tollerare erano gli incontri con persone nuove; ogni qual volta Dave gli presentava qualcuno, era sempre la solita solfa. Non doveva dare spiegazioni a nessuno sul motivo per il quale fosse un agente della CIA alla pari del soldato; se per loro non andava bene, dovevano farsene una ragione ed accettarlo, così come lui ignorava loro. Se avevano qualcosa da ridire, avrebbero fatto meglio a chiudere quella bocca da boriosi del cazzo e a proseguire con la vita appagante che conducevano con godimento.
Non gliene fregava nulla se era un Generale né se aveva compiuto gesta memorabili che nessun altro essere umano avrebbe intrapreso.
Pressò la maniglia e varcò l'entrata.
Sollevando la testa con circospetta ansia, William temette che davanti a lui si fosse palesato nuovamente il soldato, pronto a qualche tortura o a qualche compromesso che lo costringesse a confessare, tuttavia le sue aspettative vennero graziate quando quegli occhi di ghiaccio lo osservarono impassibili; l'aspetto che aveva sul treno non era cambiato di una virgola e la guancia sinistra, quella che era stata colpita più volte dalle sue nocche, era ancora lievemente rosea, ma non violacea come l'aveva lasciata prima di perdere i sensi. Sulla mano destra teneva una cartelletta ocra pallido, mentre con l'altra si abbassò il cappuccio. Avanzò con nonchalance verso la sedia, senza dire una parola. Bastò il suo ghignare beffardo a colmare il silenzio che si era andato a creare in quella frazione di secondo in cui l'aria si era immobilizzata.

«Siete usciti davvero di senno. – derise, la schiena rilassata sulla sedia. Le catene emisero un suono cigolante quando tentò di muovere la gamba per accavallarla invano. Un gesto automatico della coscienza. – Non ho voluto aprire la bocca davanti alla tua figura minacciosa e pensi che possa farlo davanti ad un moscerino come lui? Mi deludi, Morrison.» si voltò verso lo specchio, ignorando la presenza di Noah.

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Dave e il Generale Collins, puntellati davanti al vetro, rimasero irremovibili a quelle parole. Il primo strinse le mani dentro le tasche dei pantaloni, assottigliando gli occhi dalla stizza. Se era partito in questo modo, dubitava che il ragazzo avrebbe raggiunto un risultato positivo. Tuttavia era sembrato più controllato di lui a quella condotta pungente e sarcastica, tanto che il suo sguardo stoico non tradì alcuna titubanza o rabbia. Scoccò un'occhiata al suo superiore; Jude aveva posato il cappello della divisa su un punto vuoto accanto al pannello dei comandi, concentrato sulla figura di Noah. Gli aveva un po' spiegato su due piedi che tipo fosse l'hacker e ne era rimasto un po' infastidito. Non l'aveva dato a vedere con evidenza, ma il suo naso si era arricciato con dissenso quando l'avversione – a detta sua inspiegabile – di Noah era giunta alle sue orecchie. Eppure Dave aveva solo esposto la ciliegina sulla torta; non era voluto andare oltre per mettere astio inutile tra due persone che non si conoscevano nemmeno. Quantomeno avrebbe annaffiato un minimo di rispetto reciproco prima che appassisse.

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«Cosa speri di ottenere, ragazzino? Puoi anche girare i tacchi e andare via.» William non spense quel sorriso sornione sulle labbra. «Non ho apprezzato lo spray al peperoncino sugli occhi. Hanno dovuto darmi del collirio per farmi passare la lacrimazione: vedevo tutto appannato, sai? Avrei dovuto picchiarti più forte.»

«Avresti potuto farlo. Ma non avrebbe cambiato l'esito della tua cattura.» soffiò Noah, scagliando con strafottenza la cartella sulla superficie. Un tonfo cartaceo si propagò per la stanza. Poi appoggiò il gomito sulla spalliera della sedia e la caviglia sinistra sopra il ginocchio destro. «Mettiamo le cose in chiaro: con me non funzionano tutte quelle filastrocche contro i soldati, la divisa e la patria, perciò ti inviterei a revisionare il tuo vocabolario.»

William sputò una risata a pernacchia. «Non ti starai montando un po' la testa, adesso? Vuoi dare ordini a me? Se fossi ancora su quel treno a suonartele, non avresti questa faccia tosta nel parlarmi.»

OPERAZIONE YWhere stories live. Discover now