Capitolo 68: Giuramento

25 6 32
                                    


Aveva voluto che il giuramento venisse pronunciato lo stesso giorno dei funerali di Jude Collins.
Non voleva che un solo minuto in più passasse a quella nomina, perciò aveva convinto i piani alti a togliersi questo dente lo stesso giorno in cui aveva detto addio alla spia nordcoreana, affinché dimenticasse completamente quella giornata e facesse in modo che non se ne accostasse una seconda. Avevano accettato, perciò una volta finita quella cerimonia funebre, non aveva dovuto sottostare ulteriormente a quella tortura e osservare la disperazione dei cari dei defunti che, dopo essere stati lasciati soli dal sacerdote e dai soldati, erano rimasti a piangere davanti alle lapidi con la speranza che il terreno venisse fertilizzato dalle loro lacrime e che queste avessero potuto raggiungere quei cuori immobili un'ultima volta. Lui era rimasto pietrificato, sull'attenti fino a quando il riposo non era giunto e tutti quanti gli avevano dato quella dannata pacca di cortesia sulla spalla che gli facesse intendere che adesso si doveva passare alla fase successiva.

Perché Dave era fatto così; preferiva che tutta la pressione convergesse sulle sue spalle un'unica volta, anziché doverla sopportare gradualmente. In questo modo avrebbe dovuto patire contemporaneamente due fardelli, ma quantomeno li avrebbe affrontati nello stesso periodo, nello stesso giorno, per poter guardare al domani con la consapevolezza che fosse tutto finito.
Non si era mai definito superiore a qualcuno; era solo un soldato che aveva voglia di impegnarsi per forgiare sé stesso, non per farsi piacere. Se le persone avevano riconosciuto le sue doti, le sue capacità e la sua voglia di lavorare, quello era stato solo un caso. Non aveva mai voluto primeggiare sul prossimo, non aveva mai fatto a gara con chi voleva essergli superiore; c'erano stati tanti soldati che non avevano accettato che lui, così giovane, potesse ritrovarsi lì a comandare su di loro.

Ma che colpe aveva? Era solamente portato per fare il soldato; era una vita a cui lui si era appassionato a tal punto da non poterne fare più a meno.
Il ruolo di Capitano gli era stato conferito per gli impegni che aveva mostrato sul campo e per la sua determinazione; un'ostinata tenacia, quella forza che aveva respinto assiduamente e con grande volontà la parola arrendersi, confermando al Navy SEAL che non si sarebbe fatto scoraggiare da nulla, che avrebbe continuato ad andare avanti senza che nessuno glielo impedisse.

Ma quel ruolo? Il diventare Generale? Per cosa lo aveva guadagnato?
Per quale motivo stava aspettando dietro le quinte di quel maledetto altare all'aperto?

Alla base del Navy SEAL, nel cortile allestito a mo' di giardino, era stato realizzato un palchetto dove l'Ammiraglio stava pronunciando un discorso in onore del vecchio Generale, seppur conscio del tradimento che vi era stato, per inculcare nelle menti di quei poveri ingenui soldati in divisa l'impegno mostrato, non ancora pronti per affrontare la verità che il mondo tentava di tenere nascosta per mantenere il quieto vivere delle persone in ordine. Il suo Team era seduto in prima fila. Gregory aveva già pronunciato il giuramento per essere il nuovo Capitano del Navy SEAL ed era rimasto in piedi sul palco, sull'attenti, in attesa che lui facesse il suo ingresso e pronunciasse quelle parole per accettare un titolo che gli era stato affidato senza alcun senso logico. 

Per diventare Generale ci volevano una certa età, un certo numero di riconoscimenti ed un'analisi meticolosa psicologica e fisica. Dave non era stato sottoposto a nessuna di queste, perché le parole di Jude erano ormai segnate da quei filmati; una nomina che non poteva essere revocata e respinta, un ultimo desiderio che doveva essere obbedito. E lui non poteva di certo rifiutare quel ruolo e lasciare che qualcun altro lo prendesse ingiustamente, caricandosi di responsabilità che non gli appartenevano. Se Collins lo aveva lasciato a lui, allora lo avrebbe accettato e si sarebbe fatto carico di tutto ancora una volta. Essere Generale significava avere capacità di leadership, abilità di comunicazione eccellenti, conoscenze tattiche e militari al di sopra dell'eccellenza. Doveva essere veloce nel prendere decisioni sotto pressione e adattarsi alle circostanze quando queste cambiavano all'improvviso e potevano stravolgere i piani di partenza. Gli Ammiragli non poterono negare l'evidenza.

OPERAZIONE YDove le storie prendono vita. Scoprilo ora