Capitolo 79: Maledetta emotività

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Fare il soldato? Tu?
Oh, mio Dio, questo ti fa onore, ma...
Sono orgoglioso della tua scelta, però...
Hai la dermatite; e se ti senti male?
Riuscirai a non rimanere scosso da quello che vedrai?
Il Navy SEAL?
Il Team Bravo è una squadra che si occupa di faccende pericolose, ce la farai?

«Brown.»

Il mio bambino...

«Brown.»

Quante atrocità starai vedendo...

«Brown.»

Voglio solo che mio figlio capisca cosa è giusto per la sua vita, voglio che tu stia bene.

«Brown!»

Gavin si rinsavì, sbattendo le palpebre per avere coscienza dell'ambiente attorno a sé.
Era sul ponte, ancora immobile dopo che l'ostaggio era stato salvato e il nemico ucciso. I suoi occhi marroni caddero a pari coi suoi pensieri sul corpo a terra, perforato dalla pallottola che aveva sparato...
Kyle.
Mosse lo sguardo in avanti per incontrarsi con quegli occhi verdi, perplessi quanto infastiditi dalla sua assenza. Quinn lo stava fissando, non muovendosi da lì fino a quando non gli avrebbe dato una risposta.

«Ci...Ci sono. Stavo riflettendo sulle bombe. – rispose atono. – Possiamo andare.»

Kyle aprì la bocca per ribattere, ma Gavin lo sorpassò per continuare ad avanzare.
Arricciò il naso in una smorfia, intirizzendo la mascella.

Qualcosa non andava nel ragazzo.

Dopo che la donna presa in ostaggio era andata via per mettersi al riparo, aveva fatto cenno a Brown di proseguire la ricerca del detonatore per disinnescare le bombe, tuttavia si imbatté nella sua figura attonita, attanagliata da qualcosa che la scena aveva scaturito in lui da renderlo vuoto, annullato. Lo aveva chiamato la prima volta, la seconda, la terza, ma Gavin non si era mosso, non gli aveva risposto; i suoi occhi spalancati erano rimasti a fissare un punto indefinito fino a quando lui non aveva dovuto alzare la voce per riportarlo sulla Terra. Ed era cosa assai rara che il giovane si comportasse in questo modo; lavoravano insieme da pochi mesi, ma vederlo perdersi nel vuoto non era mai successo. Assottigliò lo sguardo, stizzito; se doveva occuparsi di un compagno di squadra che mentalmente era altrove, non sapeva per quanto ancora la sua pazienza avrebbe retto l'ordine di Dave di fare team con lui. 

Ripeteva dentro la sua testa che erano gli ordini, che da buon soldato doveva rispettare le scelte del suo superiore, che quella era un'ulteriore prova che potesse evidenziare le sue qualità sul campo; mettere da parte gli attriti della vita privata per focalizzare tutto sulla missione. Era un mantra di vitale importanza per la carriera di un soldato; per quale motivo, allora, erano proibite le coppie sul lavoro, o sulla stessa squadra, se vi erano donne come Stella nel team? Per evitare che la relazione inficiasse sull'esperienza di un buon soldato e mettesse a repentaglio la vita di entrambi. Aveva visto come Liam e Stella si guardavano, per esempio; per quanto avessero potuto negarlo a loro stessi per non disobbedire ad uno degli ordini più severi del Navy SEAL, era palpabile il loro flirtare implicito ad ogni parola, ai convenevoli che si scambiavano con disinvoltura per non abbassare le difese. Questo non riguardava, però, solo le relazioni amorose, bensì il rapporto interpersonale tra compagni di squadra. 

Persino Dave e Noah, che si odiavano e si insultavano con disprezzo, si erano appena ritrovati insieme a dover raggiungere la NASA per completare la missione. Se c'era riuscito un mocciosetto senza distintivo come Noah, non vedeva il motivo per il quale non dovesse farlo lui, esperto e con mille fatiche sulle spalle. Scrollò le spalle con arroganza, recuperando la distanza con Gavin per afferrargli la spalla e obbligarlo a fermarsi.

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