Capitolo 18: Sui tetti

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Un dolore intenso si propagò nella guancia dell'assassino. Il suo zigomo parve spezzarsi sotto la furia delle nocche impetuose di Dave; il suo corpo perse mobilità e si spense per qualche secondo, dando occasione al soldato di poterlo sovrastare con il suo peso. Caddero a terra entrambi, eppure lui con la schiena sul cemento e chi lo aveva steso al di sopra, privandolo di ogni movimento. Era difficile, tuttavia, tentare di comandare gli arti quando l'intera faccia pulsava in maniera lancinante, facendogli versare qualche lacrima dagli occhi stretti dalla sofferenza, asciugatesi sul passamontagna per non rigargli il viso. Agitato, spasmodicamente cercò la pistola con la quale aveva ucciso una persona per difendersi. La sfilò dalla fondina alla vita, ma Dave se ne accorse e gli bloccò il polso, scostandolo quando un proiettile partì e gli sfiorò per un pelo la spalla. I suoi riflessi erano pronti più di chiunque altro. A volte pareva che potesse prevedere il futuro, visto che ogni tentativo di fuga dell'assassino era stato troncato sul nascere con delle deviazioni che lo avevano costretto a cambiare totalmente il suo modus operandi. Tuttavia Dave non era il tipo da poter fregare con qualche trucchetto da inesperto, perché era manifesto il fatto che l'uomo, il quale aveva portato via Kevin con un colpo di pistola sulla fronte, non era affatto un assassino o un mercenario agli stessi livelli di Barney Gonzales; aveva paura, era terrorizzato dalla sua presenza. Lo sentiva tremare sotto di lui, emettere gemiti di puro timore, l'agitazione di chi poteva morire da un momento all'altro per mano di chi lo stava minacciando. Dave gli tolse l'arma da fuoco dalle mani, puntandogliela dritta sul petto, in coincidenza del cuore. Un colpo diretto, e avrebbe smesso di esistere. Così come aveva portato via Kevin, lui avrebbe potuto porre fine alla sua vita con uno schiocco di dita; se l'ex-soldato avesse avuto la pistola che lui stesso gli aveva confiscato, forse avrebbe avuto la prontezza di stroncare le azioni dell'uomo che aveva di fronte. Invece lo aveva lasciato disarmato, forse l'unica volta in cui lo era stato da quando si era trasferito lì, e gli aveva permesso di morire, di rimanere attonito davanti alla canna, impossibilitato di difendersi e di poter urlare. La fronte si corrugò a tal punto da raggrinzire la pelle, le sopracciglia aggrottate in un'espressione adirata; non avrebbe ucciso a sangue freddo, non lo avrebbe mai fatto. Non era scritto nelle sue vene, nel suo codice morale – uccidere per vendicarsi. La giustizia non si sarebbe ottenuta in questo modo; la sua coscienza non si sarebbe quietata. Si uccideva solo quando lo si era costretti. E lui, adesso, non aveva un motivo attuale per premere il grilletto.
L'assassino, seppur avesse le braccia libere di muoversi, si era paralizzato; non aveva osato avvicinare le mani alle sue per scostare la pistola, né aveva scalciato con le gambe.
Si era apparentemente quietato, tremolante e in lacrime.
Per quale motivo stava piangendo? Era assurdo. Il cuore di Dave venne assalito maggiormente dalla collera. Dopo che aveva ucciso, aveva anche il coraggio di piangere?
Noah recuperò le distanze, avvicinandosi ai due uomini con una piccola corsetta. Solo dopo quando era partito il colpo di pistola si era ripreso dalla stasi cui era andato per precipitarsi da Dave e dall'assassino; era accaduto tutto in pochissimi istanti, secondi che – se avesse battuto le palpebre – avrebbe rischiato di perdere. Un attimo prima Dave stava volando, mentre l'attimo dopo era a terra con la pistola puntata sul petto dell'omicida. Era stata una scena che difficilmente avrebbe scordato, specialmente se la sua mente era un archivio dalle quale non perdeva niente. Nonostante quella spinta e la caduta, Dave non si era fatto nulla. Intravide un livido sull'avambraccio e il gomito sbucciato, ma erano stati causati da qualche capitombolo precedente, mentre la spalla era stata presa davvero dal proiettile, ma di poco; la magliettina era strappata con qualche piccola goccia di sangue. Era di uno stoicismo allarmante che non aveva mai visto; neanche in aereo era stato così rigido e inscalfibile come adesso – e vi erano state più persone da dover difendere.
Il soldato afferrò malamente il passamontagna e lo tirò via dalla testa dell'assassino col fine di vedergli il volto.
I due agenti della CIA trasalirono.
Era in un mare di disperazione.
Stava singhiozzando come un bambino, il viso abbronzato roseo e a chiazze per il pianto. Aveva dei capelli neri ricciolini, una chioma molto folta. Non fu difficile capire che quell'uomo fosse spagnolo.

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