Chapter 44 -Miss You-

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Vi suggerirei di leggerlo con River Flows in you di sottofondo.

Successivamente alla nostra esperienza con i motori siamo tornati all'accampamento e abbiamo fatto svariate attività, che a parer mio, avremo potuto benissimo fare anche al Camp. Non riesco ancora a capire questa cosa di voler allontanarci così tanto; ma penso di doverla accettare e basta. Sarà la centesima volta che lo ripeto, eppure ancora non me ne capacito.

Secondo Amanda, domani ci divertiremo ancora maggiormente; ma ne dubito.

Anche se non capisco questa loro scelta, sono entusiasta del fatto di essere venuta qui poichè ho potuto nuovamente girare in pista.

Da quando mio fratello ha cambiato categoria per riuscire ad utilizzare un nuovo motore non ha piú gareggiato e di conseguenza io non sono piú andata in pista.

Il fatto di accertare che tutto sia a posto e in ordine sia in ambito meccanico sia per quanto riguarda il pilota è una cosa fondamentale prima di affrontare un campionato; ma mi mancano i rombi dei motori prima delle gare, i commissari fin troppo impiccioni, la paura fra i tempi e le finali e mi manca anche quell'atmosfera che si crea ogni volta. É un misto di tensione, adrenalina e calma. É insolito; eppure funziona.

Mi risveglio dai miei pensieri, scuotendo leggermente la testa, e prendendo la maglia del pigiama da un lato della tenda.

Alaska è uscita circa cinque minuti fa, lasciandomi sola e non ho la piú pallida idea di dove sia finita.

Mi tolgo la maglia che ho indossato oggi per poi buttarla in un angolo della tenda.

Sento la cerniera di fronte a me aprirsi; ma mi stupisco di chi entra.

"Cosa ci fai tu qui?"

Chiedo al biondo, ancora con la maglia del pigiama fra le mani.

Non mi sono mai vergognata a rimanere in intimo o in costume davanti a qualcuno, e penso che mai sarà così.

Vedo il ragazzo di fronte a me chiudere la cerniera della tenda, senza voltarsi del tutto e ingoiando a vuoto.

"Idea di Alaska"

Quella ragazza ne ha una ogni giorno.

"Cosa vuol dire questo?"

"Che dormiró con te"

A questa affermazione spalanco gli occhi, credendo di aver sentito male. É la seconda volta che ci troviamo in questa situazione e nemmeno ora so come comportarmi.

Solo adesso mi accorgo che i suoi pantaloncini e la sua maglia possono essere scambiati come un pigiama e mi do della cretina da sola per non averlo capito prima.

Il suo sguardo passa sul mio busto, soffermandosi poco sopra il fianco destro.

Merda.

Prima che possa dire o fare qualcosa cerco di mettermi la maglia del pigiama; ma è piú veloce lui.

Mi passa un dito sopra la cicatrice, facendomi rabbrividire leggermente.

"Scusa"

Borbotta sorridendomi lievemente.

"Hai le mani fredde"

Commento, abbassando del tutto la maglia del pigiama e facendogli ritirare la mano.

"Come hai fatto?"

Mi chiede, avvicinandosi maggiormente a me, probabilmente alludendo alla cicatrice.

"É successo"

"Come?"

Faccio un respiro piú profondo degli altri prima di rispondergli.

Stubborn -Luke Hemmings-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora