Chapter 6 -Really?-

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Che palle.
Che palle.
Che palle.
Ho già detto che palle per caso?

Se non si fosse capito, mi sto annoiando a morte.
Ormai siamo in macchina da un'ora, o qualcosa del genere, e io non ho nulla da fare.

Dopo il saluto veloce alla mia migliore amica ci siamo messi subito in viaggio. Come se a me importasse qualcosa arrivare o meno in orario. A quanto pare, se non fossi uscita di nascosto dalla mia camera, sarei arrivata con una settimana di ritardo; quindi che differenza fa arrivare il giorno giusto ma con un'orario diverso da quello prestabilito?

Jackie ovviamente stava dormendo, così ho dovuto svegliarla per salutarla.
Si può tranquillamente dire che ho un cuore di pietra, che sono sfacciata, testarda e molto altro, ma odio svegliare le persone.
É un pó come sottrarle al loro mondo ideale troppo bruscamente, quindi semplicemente non avrei mai voluto svegliare Jay; ma salutarla era d'obbligo.

"Quanto manca?"
Chiedo per la milionesima volta sentendomi una bambina.

"Cinque minuti" 

Rispondono all'unisono mamma e papà, facendomi sbuffare nuovamente. Questa frase l'ho sentita fin troppe volte, e non solo in questo viaggio.

"Peccato che erano cinque minuti anche un quarto d'ora fa, e anche quello prima, e anche quello prima ancora"

Faccio notare ad entrambi, facendo scoccare la lingua sul palato.

"Ma sta volta sono davvero sono solo cinque minuti. Devo solo trovare la strada giusta"

Si ovvio, cinque minuti. Devo solo trovare la strada giusta. Il che vuol dire che ci siamo persi, in parole povere. Una delle migliori qualità di mio papà, escludendo il giardinaggio, è il senso dell'orientamento ridotto ai minimi termini. Una giornata migliore di questa non potrebbe proprio esistere.

"Oh vedo l'insegna caro"

"Vedo, cara"

Da quando i miei genitori hanno iniziato a rivolgersi l'un l'altra in questo modo così smielato? Stanno invecchiando fin troppo velocemente. Sono messa male, molto male, e come se non bastasse siamo anche arrivati adesso. Non so se dire se sia un bene o un male; ma penso di essere più propensa per la seconda opzione. 

In un certo senso sono felice di essere arrivata perchè non ce la faccio piú a stare seduta su questa cosa chiamata comunemente macchina, ma dall'altra parte vorrei solo legarmi al sedile, protestando fino a quando non fanno ripartire il motore, diretti verso casa.

Non voglio nemmeno guardare fuori dal finestrino; ho paura dello scenario che potrebbe presentarsi. So di essere tragica, ma penso che nulla di questo posto possa fare in modo di farmi cambiare idea all'istante; almeno non per ora.

"Rikki, siamo arrivati, puoi scendere"
Mi avverte mia mamma, facendomi rendere conto che l'auto si è effettivamente fermata.
Respiro profondamente prima di scendere e guardarmi intorno.

Fantastico, mi sento giá un pesce fuor d'acqua. Sembra tutto così diverso da quello a cui sono abituata e quello a cui stavo pensando per quest'estate.

Alcuni bungalow sono disposti alla mia destra e alla mia sinistra; mentre direttamente di fronte a me ce un piccolo pontile che si affaccia sul quello che penso sia un laghetto.

"Siete sicuri che questo sia il posto giusto?"
Fa che abbiano sbagliato, è la mia ultima preghiera.

"É esattamente questo"
Vaffanculo.

"E siete sicuri che non sentirete la mancanza di vostra figlia?"
Chiedo, sperando di commuoverli.

"Potrei tornare indietro con voi se proprio insistete!"
Apro velocemente la portiera dell'auto; ma vengo fermata prima di riuscire a rientrarci.

Stubborn -Luke Hemmings-Where stories live. Discover now