Chapter 2 -Are you okay?-

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Non é possibile che tutto questo sia reale. Ho passato l'ultima ora sdraiata sul letto, cercando di trovare qualcosa su internet con il telefono, a proposito di quel maledetto Camp; e le uniche cose che ho trovato sono assolutamente insulse.

Come aveva detto mamma, si chiama Challenge Camp; e ora so il motivo principale. In quel luogo, sperduto nel nulla, faremo tre mesi di sfide. Due o piú squadre e diverse prove fisiche o mentali due volte a settimana, per l'intera giornata.

Non può essere possibile.
Se la voglia di allontanarmi da qui era sotto zero; ora è proprio con i fossili.

"Mamma!"

Mi limito ad urlare, unendo le mani davanti alla bocca per farmi sentire meglio. Non ho voglia di scendere al piano di sotto, ma probabilmente dovrò farlo. 

"Rikki hai due gambe, scendi una buona volta da quella benedetta stanza"
Infatti, lo sapevo. 
Svogliatamente scendo dal letto stiracchiandomi.

La scuola è finita da sole quattro ore e mi piace già ora l'aroma fresco dell'estate, anche se, pensandoci bene, ora non ho piú molta voglia di vivere la mia vacanza. Tutti i piani che avevo sono andati in fumo con una frase. Questo semplicemente è del tutto ingiusto. 

"Mamma, supponiamo..."
Tento di dire mentre la raggiungo in salotto.

"Rikki non supponiamo assolutamente niente. Andrai in quel Camp, e vedrai che ti divertirai."

"E vedrai che ti divertirai. Si, come no"
Sussurro fra me e me facendo roteare gli occhi al cielo. Perchè quello che dicono i genitori deve essere legge? Come fa a sapere se mi divertirò oppure no? 

"Rikki ti sento"

Inizio a pensare veramente che tutte le mamme abbiamo dei super-poteri. Come è possibile che abbia sentito? É scientificamente impossibile; anche se non mi intendo per nulla di scienze. 

"Ma se supponessimo che io facessi tutte le faccende domestiche?"
Tutte le faccende domestiche? Ma cosa mi salta per la testa? A quanto pare sono più disperata di quanto io voglia mai ammettere.

"Bel tentativo; ma andrai a quel Camp non appena la tua punizione sarà finita"

"Punizione? Quale punizione?"
So di cosa sta parlando; ma speravo se ne fosse dimenticata. Al giorno d'oggi tutti si dimenticano di qualcosa e lei invece no, si ricorda perfettamente e limpidamente di qualsiasi cosa mi riguardi. Potrei definirla un'agenda umana.

"Rikki non uscirai da quella porta per ancora otto giorni"
Dice indicando la porta d'entrata.

"Ma man mano che si va avanti con l'età la memoria non dovrebbe essere sempre meno limpida? Perchè la tua, nonostante l'età, è così maledettamente precisa?"
Dovrei davvero imparare a pensare prima di pronunciare anche solo una sillaba; ma è davvero più facile a dirsi che a farsi. Possibile che mi debba sempre cacciare in questi guai assurdi?

"Signorina! Mi sta per caso dando della vecchia?"
Ecco appunto. 

Sorrido leggermente cercando di sembrare un'innocente ragazza di 17 anni, cosa che non sono assolutamente. 

"Oh mamma, non senti il mio cellulare suonare? Devo andare a rispondere, l'ho dimenticato in camera!"
Pessima scusa, assolutamente pessima.

"Rikki"

"Non lo senti? Probabilmente mi devo affrettare"
Mi dirigo verso le scale abbastanza velocemente, sperando di risultare credibile il minimo indispensabile per non farla arrabbiare maggiormente per quello che ho detto. Alla fine, se si parla fin troppo velocemente si impara anche ad inventarsi delle scuse; il problema è che a volte sono semplicemente cazzate che non stanno in piedi.

Stubborn -Luke Hemmings-Where stories live. Discover now