Chapter 68 -Aftermath

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I giorni passano troppo velocemente per essere vissuti completamente e sembra quasi che tutti vogliano evitare di parlare della fine dell'estate.  

É passata un'altra settimana e dover ammettere che domani ci sarà il ballo è quasi uno strazio.

Dopo questa serata, ricordando tutto quello che è successo durante l'estate, ognuno andrà per la sua strada. Verso il suo futuro e verso la sua vecchia vita.
L'estate alla fine, sono solo tre mesi di passaggio nei quali si stravolge un pó la quotidianità.
Nonostante io sia fortemente convinto di questa cosa e ne sia consapevole, non riesco ad accettarlo. Non questa volta. Vorrei solo che ci fosse un modo per avere piú giorni da passare qui, oppure trovare un modo per fermare il tempo. Suppongo di non essere l'unico su questa terra a sperare una cosa così impossibile quanto magica, ma pensare che non sia davvero possibile mi fa rendere conto di quello che succederà e questo, inevitabilmente, mi rattrista.

Sembra quasi impossibile sia già passata una settimana da quando Rikki si è chiusa quella maledetta porta alle spalle dopo il mio scherzo.

Durante il week-end ognuno si è occupato dei preparativi personali per il ballo e a turni, con il consenso di Amanda e Daniel, siamo andati in città per comprarci dei vestiti leggermente piú adeguati. Questo, almeno, per quanto riguarda i nuovi arrivati. Noi ormai sappiamo qual'è la routine e siamo venuti preparati ad ogni tipo di evenienza.

Successivamente peró abbiamo dovuto iniziare a pensare a come svolgere il tutto, scegliere la musica, cosa mettere sui tavoli del buffet, le bibite, le decorazioni, insomma tutto quello che potrebbe mai avere a che fare con l'organizzazione di un ballo.
Un ballo ristretto, per la fine dell'estate e in una pineta, ma pur sempre un ballo.

Se solo trascrivessi quante volte Rikki mi ha rimproverato perchè non stavo facendo nulla, potrei tranquillamente compilare un libro intero. Quella ragazza è sempre e comunque lei stessa. Non importa quanto tempo possa passare o cosa possa succedere; rimarrà sempre la Rikki esuberante, determinata e testarda che ho conosciuto il primo giorno. Forse leggermente piú permissiva e oserei dire dolce, ma ció che la contraddistingue non sono di certo questi due aggettivi.

"Porca puttana"
Impreca la rossa, lasciando cadere le forbici sul tavolo ed attirando la mia attenzione su di lei.

Ormai, dopo ben quattro giorni di preparativi e discussioni, posso dire che siamo quasi arrivati alla conclusione dell'organizzazione e sinceramente non sono mai stato piú felice.
Non è semplice come si potrebbe pensare e questo lo posso assolutamente assicurare.

Mancano solo da rifinire alcune decorazioni e concludere di appenderne delle altre e poi tutto sarà finito.

"Cos'hai fatto?"
Le chiedo, vedendola portarsi il palmo della mano alla bocca.

"Mi sono tagliata"
Borbotta per poi scuotere la mano, come se volesse farle prendere aria.

"Perchè deve bruciare?"
Si lamenta, mentre prende un fazzoletto e lo bagna con l'acqua della bottiglietta che teneva sul tavolino.

"Aspetta"
Le dico, andando verso di lei con l'intento di vedere quanto seriamente possa essersi fatta male.

"Guai a te se mi tocchi"
Mi avverte prima che possa fare qualsiasi cosa.

Alzo gli occhi al cielo, ignorandola palesemente e prendendole la mano.

É peggio di una bambina quando cade sul marciapiede perchè andava troppo veloce con la bicicletta.

Senza pensarci troppo, le lascio un bacio sulla ferita, facendo in modo che lei la ritragga velocemente.

"Fa un male! Ti ho detto di non toccarmi"

Stubborn -Luke Hemmings-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora