Chapter 5 -I'll Kill You-

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La sveglia assordante sul comodino sta veramente rompendo le palle. Ieri sera sono stata sveglia fino alle due per prepararmi quella maledetta valigia, e ora sono appena le otto di mattina. Chi me lo fa fare? Spiegatemelo.

Dopo la telefonata con Jay mi sentivo ancora piú depressa, per il semplice fatto che devo stare tre mesi dispersa nel nulla. Non ho idea di dove sia questo luogo, non ho idea di chi potrebbe esserci, non ho sostanzialmente idea di cosa dovrò affrontare e non ho idea del perchè ai miei genitori sia venuta questa fantastica idea.

Sbuffo irritata e metto la testa sotto il cuscino per cercare di diminuire il frastuono di quell'aggeggio infernale.

Ma si puó sapere chi è quel cretino che ha inventato le sveglie? Chiunque fosse, non aveva ben chiara la frase sparisci dalle palle, voglio dormire.
Anche se mi devo alzare, non ne ho voglia, quindi che vadano tutti a quel paese.

Sbatto il cuscino a terra, spazientita da quel rumore. Prendo la sveglia fra le mani, la spengo per poi aprire la finestra e buttarla fuori. Non mi interessa assolutamente di nulla ora come ora; infatti ho intenzione di tornare immediatamente a letto e, prima di mezzo giorno, è come se non esistessi. 

Forse l'idea di buttare la sveglia dalla finestra non è stata delle migliori, poichè anche questo potrebbe crearmi problemi; ma alla fine è il sogno segreto di ogni adolescente. Distruggere, annientare e spaccare quello strumento di morte. Avrei potuto spegnerla e basta; ma ieri mio papà l'ha impostata facendo in modo che suonasse ogni 15 minuti dopo l'ora prestabilita, e visto che io non me ne intendo, buttarla dalla finestra è stata l'idea migliore e decisamente quella più liberatoria e divertente.

"Sveglia!" 
Ed ecco la seconda sveglia che butteri volentieri giù da un dirupo: l'amabile, tenero e affettuoso fratello che viene sempre a rompere il cazzo quando si cerca solo la pace. Prima o poi ammazzo quel ragazzino, anche se è mio fratello.

"Jason scappa se non vuoi morire"

"Non posso. Mamma ha detto che se ti faccio alzare non mi farà lavare i piatti per due settimane" 
Dice per poi salire sul mio letto. So cosa sta per fare, ma spero per lui che non abbia seriamente il coraggio di farlo. 

"Sveglia!" 
Mi sbagliavo, non ha assolutamente un briciolo di buon senso. Non appena riesce a trovare equilibrio inizia a saltare facendomi incazzare maggiormente.

"Smettila" 
Stranamente non sento piú il suo peso sul letto così mi sistemo meglio sotto le coperte; fino a quando non mi vengono tolte e mi viene buttato un bicchiere d'acqua in faccia.

"Jason!" 
Urlo mettendomi seduta.

"Oh oh"

"Sei nei guai pidocchio" 
Così piccolo quanto irritante. Vizio di famiglia dicono, ma si dicono tante cose qui.

Lo rincorro fuori dalla porta di camera mia, fino a quando non si rifugia in bagno chiudendomi la porta in faccia. Nessuno riuscirebbe a mantenere la calma in situazioni del genere, soprattutto quando l'unico obbiettivo che si aveva era dormire.

"Jason apri subito questa fottutissima porta!"

"Ehi, non devi dire queste parole zuccherino" 
Stringo i pugni lungo il corpo cercando di fare dei respiri profondi e mantenere la calma. Questo microbo non la passerà liscia, poco ma sicuro. 

"Jason apri!" 

É testato che con questo pidocchio, chiamato Jason, non si possa mantenere la calma. Anche provandoci milioni di volte ci sarà sempre qualcosa che farà scattare quella piccola leva del nostro cervello che fa andare in cortocircuito la zona dedicata alla calma. 

Stubborn -Luke Hemmings-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora