Chapter 4 -Baggage-

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Davvero è tutto reale? A me sembra tutta una grande presa per il culo. 

La settimana di punizione, il computer, questo maledetto Camp, il volo fuori dalla finestra e infine questo. Ovviamente me le cerco; ma non penso sia del tutto e per tutto colpa mia. Non è possibile che capitino tutte alla sottoscritta, quindi sono arrivata alla conclusione che posso assumere le mie colpe solo per il 50%, la restante metà è solo sfiga. E naturalmente non potevo, per una volta, essere fortunata e sperare che nessuno salisse il camera mia, assolutamente no. Questo andrebbe contro le leggi fisiche delle ingiustizie contro gli adolescenti.

"Merda"
Sento dire sotto voce da Jackie mentre io mi giro lentamente.

"Ciao mamma?"
Esclamo debolmente sperando che un sorriso possa aiutarmi. Non vorrei succedesse altro, penso sia abbastanza ciò che mi sta capitando proprio in questo momento. Non mi serve allungare la lista delle mie punizioni, anzi, è l'unica cosa che non mi serve assolutamente.

"Ciao mamma eh? Ma hai la testa di cemento o cosa?"
Testa di cemento? Questo si chiama offendere. Capisco che la rabbia possa essere maggiore di ogni altro sentimento, ma anche io ho un cuore. Poi, naturalmente, se io in un momento di rabbia dicessi una cosa del genere potrei dire addio alla luce del sole. Mi sembra molto logico e maturo come ragionamento.

"Questo non è giusto"

Ribatto come una bambina, cercando di mantenere un tono di voce abbastanza basso, come se non fossi convinta se voglio che mi sentano o meno.

"Rikki fuori da questa porta e da questa casa. All'istante"

Non voglio peggiorare la mia situazione iniziale così rivolgo un semplice ci sentiamo a Jackie la quale mi risponde con scusa sussurrato a fior di labbra.
Alzo le spalle come per farle capire che alla fine non è colpa sua, e mi avvio verso la porta della camera di Jackie per poi scendere le scale e uscire definitivamente da questa casa, seguita da mia mamma; la quale si è fermata a ringraziare Margaret.

Alla fine la colpa è solo mia. Se fossi stata un soffio piú prudente e attenta a quest'ora sarebbe andato tutto bene, o semplicemente potevo non farmi mettere in punizione. Ma questa è un'altra storia. Non posso sempre pensare alle cose passate sperando di poterle cambiare, non avverrà mai, quindi devo semplicemente accettare le conseguenze che comportano le mie azioni. Peccato che queste conseguenze facciano altamente schifo e sono impossibili da accettare.

"Non è giusto"

Ripeto, sta volta più convinta della precedente, continuando a tenere lo sguardo fisso sul marciapiede. 

"Cos'ho appena sentito? Stai parlando sul serio, Rikki? Allora pensi che sia giusto che io abbia trovato la tua stanza vuota quando ti avevo chiaramente proibito di uscire di casa?"

Se dico quello a cui sto pensando questa conversazione diventerà piú che altro una discussione; ma non riesco a rimanere zitta. Alla fine sto solo esprimendo il mio punto di vista, giusto?

"Tecnicamente tu mi avevi proibito di uscire dalla porta d'ingresso, e la porta-finestra in camera mia, chiaramente non lo è"

"Tecnicamente Rikki una punizione è una punizione"

Non mi piacciono tutti questi tecnicamente. Tecnicamente qui, tecnicamente là. Nulla di certo, tutto improvvisato e insicuro e io, di certo, non sono così. Magari improvviso la maggior parte delle volte, ma non sono assolutamente insicura. 

"Ma tecnicamente non ti ho disubbidito"
Okay, forse questa parole potrebbe salvarmi la pelle anche se non mi piace.

"Tu mi disubbidisci sempre"

Stubborn -Luke Hemmings-Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt