5

33.7K 1.3K 70
                                    

▶️Maroon 5 - Girl Like You

La mattina seguente, senza svegliare la mia migliore amica, riordinai - con cura - le lenzuola e il cuscino. E prima di uscire di casa le lasciai un pacchetto dei suoi biscotti ripieni preferiti - appena comprati al supermercato a pochi isolati - e del caffè, cosicché si svegliasse con la colazione già pronta. Un modo gentile per ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per me, nella serata precendente.

Le strade di Manhattan a quell'ora del mattino erano ancora deserte, l'aria era fredda - come la sera precedente - e la mia pelle era ormai gelida sotto il giaccone.
Camminavo lungo  le strade alla ricerca di un taxi, dato che non sarei riuscita a  tornare a casa con i tacchi e il vestito lungo fino ai piedi. Finalmente dopo una manciata di minuti, un automobile dal color giallo canarino, si fermò. Ringraziai al cielo che a quell'ora ci fosse stato un taxi disponibile, per poi entrare all'interno del veicolo.

"Sedicesima strada, J. Kennedy Avenue, New Jersey. Grazie." Mi rivolsi al Signore alla guida, che mi guardava incuriosito nello specchietto della macchina. Vedere una donna in abito da sera a quell'ora del mattino, doveva sembrargli alquanto strano e non volevo nemmeno sapere in che stato fosse ridotto il mio volto, non dopo le lacrime versate ieri sera assieme al mascara. Voltai il viso verso il finestrino e dopo aver sentito un 'Si, Signora' da parte del guidatore, partì.

Mentre la città si risvegliava e il sole si preparava a comparire di nuovo, io ero lì, seduta nel sedile posteriore di quella macchina gialla e se potevo aggiungere un commento, non era affatto comoda. Guardavo fuori e continuavo a pensare a cosa fosse accaduto la sera precedente. La cena, l'apparizione eroica di Laris, Rayan che veniva a trovarmi a casa di quest'ultima a tarda notte. Io che mi sfogavo - tirando fuori tutto quello che avrei voluto dirgli - e lui che se ne andava, promettendomi che saremo stati due perfetti sconosciuti.

Perché quello eravamo, in fondo lo eravamo sempre stati, da quando aveva deciso che con me non voleva avere più niente a che fare.

E dopo tutti questi anni, mi ritrovavo a chiedermmi ancora il perché di quella scelta.
Cosa avevo fatto di così sbagliato per perdere il mio migliore amico? Mi chiedevo perché si fosse allontanato da me senza darmi spiegazioni, senza nemmeno guardarmi negli occhi, che un tempo erano colmi di gioia ed ora, non erano più nulla.

Appena arrivata a casa, ero corsa subito sotto la doccia, forse l'acqua calda mi avrebbe sciolto il malore che sentivo dentro. Mi lavai i capelli per bene e dopo circa mezz'ora, uscii e mi asciugai con un asciugamano pulito. Mi guardai in fine allo specchio e forse Frankenstein avrebbe vinto il premio Nobel contro la sottoscritta. Avevo gli occhi persi, due borse nere sotto, le labbra screpolate e le guance arrossate per il vapore che si era creato nel bagno.

Insomma, la graziosità di una donna non rientrava nel mio curriculum.

Quella mattina non me la sentivo proprio di andare ai corsi all'Università, di affrontare Letteratura Greca e tanto meno il professore di quella materia . Non volevo nemmeno che Laris indagasse su ciò che era successo ieri e Jake mi avrebbe sicuramente assalita di domande al riguardo, mi sarei innervosita nonostante loro non avessero avuto nessuna colpa. La colpa - infatti - era solo mia, ero così stupida da essere caduta ancora una volta nella trappola di Rayan, sposandolo avrei vissuto l'inferno, Dio!

E cosa più importante, non volevo vedere Rayan, il suo sguardo mi avrebbe fatto perdere le staffe e davanti a lui non potevo mostrarmi debole. Era successo troppe volte negli anni precedenti e quell'anno sarebbe andata diversamente.
Dovevo reagire.

Andai in cucina con l'intenzione di prepararmi due tost - alquanto bruciacchiati - e una spremuta d'arancia con tutta la tranquillità del mondo, tanto non sarei andata ai corsi e nell'arco di quella giornata avrei avuto un po di tempo per me stessa, senza aver avuto bisogno di preoccuparmi ogni singolo momento per qualche altra cosa.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora